Un fermento di idee, proposte e progetti concreti per disegnare il futuro. Negli spazi della Biblioteca Comunale di Terni (Bct), nei giorni scorsi, si è scritto un primo, importante capitolo del percorso “Stati Generali dell’Economia, Terni 2030!”. I tavoli tematici hanno registrato una partecipazione ampia e trasversale, segnale di una comunità che chiede di essere parte attiva della ripresa.
Al centro dell’iniziativa voluta dal sindaco Stefano Bandecchi e coordinata dall’assessore allo Sviluppo economico Sergio Cardinali, una domanda precisa: come costruire la Terni di domani partendo dalle criticità di oggi?
Ne emerge un work in progress ambizioso, che punta a tradurre in azioni l’ascolto di imprese, associazioni e cittadini. “Grande partecipazione in Bct per la prosecuzione degli Stati Generali”, commenta l’assessore Cardinali, sottolineando il valore di un metodo che punta alla democrazia partecipativa. Ne abbiamo parlato con lui, in un’intervista che fotografa speranze e ostacoli di una città in trasformazione.

Assessore Cardinali, partiamo dai numeri e dall’atmosfera in Bct. Cosa ha visto?
“Ho visto una volontà collettiva di rimettersi in gioco. Il rischio, in simili percorsi, è l’astrazione. Invece, la qualità degli interventi e la concretezza delle proposte mi dicono che c’è la voglia di costruire una città diversa. Non è un esercizio retorico, ma un elemento reale di democrazia partecipativa. Spesso se ne parla, poco si pratica. Noi abbiamo voluto mettere in campo questo modello per definire insieme obiettivi e condividere visioni. L’Amministrazione non deve essere autoreferziale, ma aperta al confronto. I tavoli servono proprio a questo: a disegnare la città a tutto tondo”.
Una città che, come ha ricordato, parte da un contesto socio-economico non favorevole. Quali sono le cesure più urgenti?
“Dobbiamo essere onesti: alcuni dati sono peggiori della media nazionale e questo ci impone una rapida inversione di rotta. La sfida demografica è centrale: il calo delle nascite, l’inverno demografico, ma soprattutto la perdita dei giovani che formiamo. Con loro se ne vanno le migliori intelligenze, le professionalità, le potenzialità. Fermare questo esodo e invertire la tendenza è la priorità delle priorità. Gli Stati Generali si collocano in questo scenario difficile. Per questo servono strumenti decisi e una regia chiara”.

Uno dei temi caldi è il turismo. Come si trasforma da elemento di sfondo a leva economica?
“Finalmente diamo una traiettoria nuova a un pezzo di economia rimasto troppo a lungo sullo sfondo. Prendiamo l’Albergo della Viscosa o il progetto dell’ascensore per la Cascata delle Marmore: acquistano concretezza grazie a una reale compartecipazione pubblico-privato. Da lì, vogliamo far vivere un turismo più emozionale: penso alla navigabilità del fiume Velino, al campo da golf, alla valorizzazione integrata di tutti i nostri borghi. Sono progetti ambiziosi ma non irrealizzabili, che creano indotto e immagine”.
E sul versante infrastrutturale e della Zona Economica Speciale (Zes)?
“Sulle infrastrutture non possiamo permetterci più ritardi. Ci sono progetti caduti nel dimenticatoio e altri che proseguono a rilento. Un trasporto pubblico locale più performante e una mobilità sostenibile non sono solo un’esigenza di modernità, ma hanno implicazioni positive dirette sulla riduzione dell’inquinamento. Dobbiamo pensare, ad esempio, a collegamenti più rapidi tra Terni e Roma. La Zes, in tutto questo, ha un ruolo fondamentale. Si è aperto un dibattito serio sulla situazione di svantaggio di alcuni comuni dell’area ternana. Sappiamo che è uno strumento per il quale dobbiamo batterci a tutti i livelli di governo, per colmare quel gap e attrarre investimenti”.

Un altro asse strategico è il legame tra imprese, innovazione e ricerca. Quale ruolo avrà l’università?
“Dobbiamo avere il coraggio di pensare a una città universitaria che non c’è mai stata. È una visione che abbiamo messo al centro. Abbiamo i requisiti e le potenzialità per rafforzare il ruolo di Terni con corsi di serie A, un dipartimento di Terni vero e proprio, un rappresentante nel consiglio accademico. L’università non è solo didattica: è ricerca applicata per le imprese, è attrattiva per giovani talenti, è internazionalizzazione. Creare un ecosistema innovativo stretto tra ateneo e sistema produttivo è la chiave per il futuro”.
Al di là dei singoli progetti, qual è il senso più profondo di questo percorso?
“Il senso è costruire una visione coordinata, non una semplice somma di proposte individuali. Il percorso si fonda sull’integrazione di prospettive diverse in un unico progetto condiviso di sviluppo. Solo attraverso una lettura unitaria delle esigenze, delle risorse e delle opportunità del territorio potremo delineare strategie concrete e sostenibili. Per questo, l’Amministrazione comunale desidera rivolgere un sincero e sentito ringraziamento a tutte le persone, le istituzioni, le imprese, le associazioni, il mondo accademico e i cittadini che hanno partecipato attivamente. La loro presenza e la qualità dei contributi, in particolare durante la sessione del 9 dicembre, confermano quanto sia forte, nella nostra comunità, la volontà di costruire insieme”.

Questo primo round di lavori produce una mole notevole di materiale. Come lo utilizzerete e, soprattutto, come garantirete che non resti lettera morta?
“La restituzione di quanto emerso è per noi materiale prezioso, ma è solo l’inizio. L’obiettivo finale è dar vita a uno strumento di programmazione collettiva, che permetta alla città di mettere a sistema idee, competenze e proposte, trasformandole in una visione futura condivisa e operativa. Vogliamo un metodo partecipativo, trasparente e, soprattutto, continuativo. Il lavoro proseguirà nei prossimi mesi con ulteriori momenti di confronto. I tavoli hanno già evidenziato i prossimi step per ogni ambito, lavoreremo in maniera cadenzata per dare struttura a questo dialogo costante. Solo attraverso un percorso comune possiamo tracciare la rotta per una Terni più forte, competitiva e inclusiva. Il ringraziamento va a tutti coloro che si sono messi in gioco. Il lavoro, come dice il sindaco Bandecchi, è un work in progress per costruire la Terni di oggi e di domani. Il futuro, per iniziare a costruirlo, deve partire già oggi”.