Sono trascorsi oltre trent’anni da quando Sergio Filippi, allora assessore repubblicano lib-lab nelle ultime giunte pre-Tangentopoli, organizzò una Conferenza economica cittadina che fotografava una Terni proiettata verso "la fabbrica dell'immagine". Un sogno naufragato e infranto, tanto che dopo 20 anni arrivò un altro evento citadino che fece da spartiacque politico. Quello organizzato dall'allora vescovo di Terni monsignor Vincenzo Paglia contro il declino della città, che rifiutato dagli amministratori di allora ed evocato da un pezzo consistente della Terni produttiva, aprì la strada a una nuova stagione di cambiamenti radicali.
Ora Terni torna a parlare di sviluppo economico e programmazione territoriale. Il 7 novembre, nella sala conferenze del Videocentro (Cmm), si terranno gli Stati Generali dell’economia, promossi dall’assessorato allo Sviluppo Economico del Comune di Terni, guidato da Sergio Cardinali.
L’evento coinvolgerà oltre 30 relatori tra rappresentanti del mondo produttivo, universitario e istituzionale, con l’obiettivo di costruire una visione condivisa per la crescita della città.
Abbiamo intervistato Sergio Cardinali, assessore allo Sviluppo Economico e figura di lungo corso nel sindacato, per capire genesi, obiettivi e prospettive di questa iniziativa.
Assessore Cardinali, perché riportare oggi Terni a un confronto economico così ampio dopo oltre trent’anni?
“Perché la città ne ha bisogno. Negli ultimi anni abbiamo perso la capacità di ragionare in termini di visione e di pianificazione. Gli Stati Generali dell’economia vogliono essere un momento di confronto vero, dove istituzioni, imprese, associazioni e università possano contribuire a definire insieme il futuro del territorio. Non si tratta di un evento isolato, ma dell’avvio di un percorso di programmazione partecipata che porterà al documento strategico dell’amministrazione".
Qual è il principale obiettivo di questo appuntamento?
“Riunire in un’unica cornice strategica i principali assi di sviluppo del territorio. Parliamo di turismo sostenibile, valorizzazione dei borghi storici, sport outdoor e cammini religiosi, ma anche di attività produttive, energia, trasporti e infrastrutture, università, rigenerazione urbana, start up e commercio di vicinato. Tutto deve dialogare in modo coerente. Non possiamo più procedere per compartimenti stagni".
Tra i temi centrali c’è la Zona Economica Speciale (ZES). Qual è il suo potenziale per Terni?
“La ZES è una grande opportunità, forse irripetibile. Permette alle imprese di beneficiare di incentivi fiscali, semplificazioni e vantaggi infrastrutturali. Può attrarre nuovi investimenti e sostenere le aziende già presenti. Ma la vera sfida sarà la capacità di fare squadra: senza un sistema territoriale compatto, anche le migliori agevolazioni rischiano di restare sulla carta".
Lei parla spesso di “industria green” e di “economia circolare”. Come si traduce questo nella realtà ternana?
“Terni è una città industriale, e tale deve restare, ma con un modello nuovo. Stiamo già lavorando per abbattere il nichel, riutilizzare le scorie e rendere più sostenibili i processi produttivi. La prima acciaieria green d’Europa e il polo chimico innovativo sono pilastri di questa visione. Vogliamo che la Terni del 2030 diventi un modello europeo di economia circolare, dove la crescita industriale e la tutela ambientale si sostengono a vicenda".
La connessione infrastrutturale è un altro nodo cruciale. Cosa dobbiamo aspettarci?
“Infrastrutture e mobilità sono la spina dorsale dello sviluppo. La tratta Terni-Roma in 40 minuti non è uno slogan, è un obbligo morale verso i cittadini e un’opportunità per Roma stessa. Stiamo lavorando su un piano integrato di mobilità sostenibile che prevede piste ciclabili, stazioni rinnovate a Marmore e Piediluco e persino un trenino panoramico Terni-Sulmona. L’obiettivo è rendere Terni più accessibile, connessa e attrattiva per chi vive e lavora nel centro Italia".
Quanto conterà l’università nel nuovo modello di sviluppo?
“Moltissimo. L’università deve tornare al centro. Non solo come luogo di formazione, ma come motore di innovazione, incubatore di idee e partner strategico delle imprese. Vogliamo creare un ecosistema in cui ricerca, impresa e territorio dialoghino in modo costante. E in questo senso gli Stati Generali saranno un laboratorio di idee".
E il turismo?
“Terni possiede una risorsa straordinaria come la Cascata delle Marmore. È il nostro simbolo e al tempo stesso una leva economica ancora sottoutilizzata. Presenteremo progetti per la sua valorizzazione: ascensore panoramico, percorsi esperienziali, cammini religiosi e outdoor sport. Il turismo sostenibile può generare occupazione, reddito e orgoglio identitario".
Che cosa rappresentano, in definitiva, questi Stati Generali?
“Rappresentano la volontà di non rassegnarsi. Negli anni abbiamo parlato troppo di crisi e poco di prospettive. Ora vogliamo rimettere in moto la città, partendo dal confronto e dalla progettualità condivisa. Gli Stati Generali sono l’inizio di un percorso che non si esaurirà in una giornata di interventi ma continuerà con tavoli permanenti e azioni concrete".
In conclusione, qual è il messaggio che vuole lanciare ai cittadini?
“Che Terni ha tutte le carte in regola per tornare protagonista. Ma serve una visione comune, la disponibilità a fare squadra e la fiducia nella nostra capacità di innovare. Non possiamo più limitarci a gestire l’esistente. Dobbiamo costruire, insieme, la Terni del futuro".