Sembra di essere tornati alla frase che rese indelebile la battaglia contro Perugia “città-regione”, combattuta ormai 30 anni fa da Gianfranco Ciaurro. “Con Perugia se possibile, senza se necessario”, disse allora il Professore, delineando un ruolo dinamico di Terni nello scenario dell’Italia centrale, in relazione soprattutto con Roma.
Oggi il sindaco che forse meno gli somiglia per modalità relazionale, approccio oratorio e caratteri fisici e somatici, Stefano Bandecchi, ha riallacciato il filo di quella matassa perduta nel tempo. Lo ha fatto agli “Stati generali dell’Economia” al Videocentro, proprio in quella sala in cui Ciaurro vinse il faccia a faccia tra candidati che lo portò a essere il primo sindaco liberale di Terni.
Un discorso dirompente, quello di Stefano Bandecchi. Nei contenuti, prima di tutto. Ma anche nei toni e nella postura da “conducador” che ha lasciato muta una platea fatta di professionisti, ricercatori, imprenditori, operatori dei servizi, sindacalisti e osservatori.
Stefano Bandecchi, sindaco di Terni e presidente della Provincia, ha puntato il dito dritto contro la Regione Umbria, il “centralismo perugino” e quella che ha definito la “burocrazia che affossa i territori”.
Un discorso ruvido ma impetuoso, che ha riacceso un tema antico e ancora irrisolto: il ruolo di Terni nell’equilibrio regionale.
“Ci siamo riusciti in tutta Italia e ci siamo riusciti anche in Umbria: abbiamo distrutto la speranza per il futuro”, ha esordito Bandecchi, per poi aggiungere che “Terni non è considerata in Umbria come il resto della Regione e della provincia di Perugia”.

Ampio spazio - ed era prevedibile - lo ha dedicato al progetto Stadio-Clinica, al centro di un lungo scontro istituzionale tra Comune e Regione. Bandecchi ha parlato senza mezzi termini: “Qualcuno sta tentando di affossare il progetto Stadio-Clinica. Prima perché era di Bandecchi, adesso perché è di Terni”.
Secondo il sindaco, dietro le resistenze regionali ci sarebbe la volontà di “colpire la città” più che una reale valutazione di merito: “Solo un popolo confuso può dare ragione per l’ennesima volta a Perugia.”
Il primo cittadino ha ricordato come la conferenza dei servizi sul progetto sia stata “chiusa tre anni fa, incancellabile, immutabile e inannullabile”, denunciando tentativi di ostacolare un’iniziativa strategica per lo sviluppo del territorio.
“Su questa vicenda sento che parlano tutti - ha continuato Bandecchi -. Sento proposte deliranti: di non andare avanti, di fare la clinica a Foligno, a Spoleto, a Narni, ad Amelia. Il primo che si sveglia sembra avere la ricetta pronta. Quel progetto è nato a Terni e a Terni si farà. E prevede la costruzione su un terreno che era mio. Chi vuole boicottarlo dovrà rassegnarsi.”
Poi ha aggiunto: “Essere soli affrontando qualcosa di importante è bello perché abitua gli uomini e tempra nell'anima. Ciò che sta accadendo è grave, anzi gravissimo. Non è una battaglia di Bandecchi contro tutti, ma una battaglia dei cittadini ternani contro un potere spesso ambiguo, indeciso, confuso e portato soltanto verso la miseria. Una cosa è certa: Terni ripartirà dallo stadio e dalla clinica.”
Poi Bandecchi ha attaccato anche la strana saldatura tra Sinistra e Destra, con dichiarazioni e interviste - spesso in “carta carbone” - che vanno da AVS a Fratelli d’Italia e che, secondo lui, “mistificano la realtà”.
“Parlano uomini incapaci di fare programmi - ha scandito - da ministri, sottosegretari, uomini politici. E ora anche i senatori” – chiaro il riferimento a Francesco Zaffini, presidente della Commissione Sanità del Senato – “Non si sono neppure resi conto che la Regione ha impugnato solo una determina per dare un permesso a costruire l'edificio della clinica. Non ha impugnato l'esito della Conferenza dei servizi, che è positivo.”
E ancora: “Facciano pure annullare quell'atto, il giorno dopo lo rifaremo, e il giorno dopo ancora. Non molliamo di un millimetro, sempre che qualcuno in Regione non si offenda.”

Nel suo intervento, Bandecchi ha denunciato la mancanza di “coesione e direzione” nella politica regionale, accusando le istituzioni umbre di aver emarginato il territorio ternano dallo sviluppo economico.
“Sono offeso come presidente della Provincia e come sindaco del capoluogo - ha detto - perché manca la capacità di capire quale sia la direzione da prendere. La gara sembra essere distruggere qualcuno, non accontentare molti”.
Chiaro il riferimento al tentativo di emarginare non solo la città ma la sua amministrazione per ragioni politiche e di appartenenza. Uno schema che ricalca esattamente quello denunciato proprio da Ciaurro negli anni Novanta.
Polemico anche il riferimento a Sviluppumbria, la società regionale per la promozione economica: “Da questa città deve ripartire lo sviluppo di Sviluppumbria, che fino all’altro ieri non ha sviluppato niente. Il motore perugino non ha funzionato e a Terni, oggi, Sviluppumbria non vale nulla. Ho riportato la Provincia nella compagine societaria, ma adesso voglio vedere i fatti. Perché questa agenzia su Terni non ha creato una sola impresa, non ha creato un solo posto di lavoro.”
Il sindaco ha poi rilanciato il tema della concretezza, invitando politica, sindacati e associazioni a uscire dalle logiche di contrapposizione sterile: “Sarebbe bene raccontarci ciò che possiamo fare davvero, non solo quello che vorremmo fare.”
Nella parte finale del suo intervento, Bandecchi ha rivendicato i dati dell’Istituto Tagliacarne sul miglioramento dei servizi amministrativi, con Terni al primo posto a livello nazionale per incremento della produttività.
“Sono risultati dovuti a questa amministrazione - ha detto - che riflettono il buongoverno e la nostra capacità amministrativa. Come ho sempre detto: la vita è fatta di fatti. C'è chi pensa di fare una cosa e c'è chi fa una cosa, chi ha la capacità di realizzarla. Terni deve essere una città con meno drogati e più occupati. Questa è una città che vuole un futuro vincente, è una città che vuole andare avanti.”
E poi la chiusura, che è suonata come un manifesto politico: “Non staremo più sotto Perugia. Su niente. Sono venuto qua quindi per dire che voglio trattare con voi, in maniera serena. Ma che nessuno spostasse l'asse verso Perugia. Vorrei che questo tavolo portasse a dei risultati. Finché sarò sindaco, Terni tirerà l’Umbria e farà ciò che va fatto in questa regione e in Italia.”
Una dichiarazione che suona come una sfida e una promessa insieme: Terni non più città di retrovia, ma motore industriale e innovativo dell’Umbria, pronta a rivendicare il proprio posto nel futuro della Regione. “Questa assise - ha concluso - deve costruire posti di lavoro, idee, opportunità. Se pensate che Terni possa crescere per volontà di altri, allora non ci state proprio.”