23 Dec, 2025 - 12:00

Bandecchi sul ruolo di Acea: “ASM e SII comandate da Roma, nel 2026 stop ai patti che ci tengono fuori”

Bandecchi sul ruolo di Acea: “ASM e SII comandate da Roma, nel 2026 stop ai patti che ci tengono fuori”

l 2026 è diventato lo snodo politico e industriale della vicenda ASM Terni. Il sindaco Stefano Bandecchi lo ha indicato come l’anno in cui il Comune dovrà chiudere con un assetto societario che, a suo giudizio, ha progressivamente escluso l’ente dal governo delle proprie aziende strategiche. Un passaggio netto, affidato a una presa di posizione altrettanto chiara sul futuro dei patti parasociali con Acea.

“Nel 2026 Acea non potrà più fare per conto suo”, ha affermato il sindaco, chiarendo che il Comune dovrà opporsi al rinnovo di accordi che hanno concentrato il potere gestionale nelle mani del socio privato. “Sin da subito dovremo votare per evitare che questi patti si ripetano”, ha aggiunto, fissando una linea politica che va oltre il singolo atto amministrativo e investe la governance complessiva della multitutility.

ASM al centro della partita industriale sulle partecipate municipali

Il chiarimento è arrivato nel corso del confronto sugli obiettivi di contenimento delle spese di funzionamento delle società partecipate, ma il cuore del ragionamento è stato ASM, società formalmente a maggioranza pubblica indiretta e tuttavia governata, nei fatti, dal socio privato.

Bandecchi ha ricostruito la traiettoria economica della multitutility, ricordando che ASM partiva da un debito di circa 100 milioni di euro, salito a 180 milioni dopo l’ingresso di Acea al 45 per cento. Un passaggio che, secondo il sindaco, non ha prodotto benefici strutturali per il territorio.

“Acea è entrata, ma non ha portato nuovi insediamenti né sviluppo”, ha detto. E ha sintetizzato l’impatto occupazionale con una frase secca: “Nuovi posti di lavoro realizzati da Acea dopo la cessione dell’ASM… zero”.

Patti parasociali e potere gestionale concentrato

Il punto politico centrale è rimasto quello dei patti parasociali, che per cinque anni hanno attribuito al socio privato il massimo potere di gestione, pur in presenza di una maggioranza pubblica indiretta riconducibile al Comune di Terni. Un assetto che, secondo Bandecchi, ha svuotato il ruolo dell’ente di capacità reale di indirizzo.

Il sindaco ha parlato apertamente di una governance che ha trasferito le decisioni strategiche fuori dal perimetro cittadino. “Quando si parla di ASM e SII dovete chiedere al sindaco di Roma”, ha affermato, richiamando il controllo del 51 per cento di Acea da parte di Roma Capitale.

Energia: i costi del servizio e il caso della cessione di Umbria Energy

L'interno della sede del gruppo Acea

Nel suo intervento, Bandecchi ha richiamato anche il tema delle forniture energetiche, sostenendo che ASM abbia acquistato energia elettrica da società del gruppo Acea a condizioni fortemente penalizzanti rispetto al mercato. Una scelta che, secondo il sindaco, ha inciso sui conti senza generare vantaggi industriali per il territorio.

In questo quadro si inserisce anche la vicenda Umbria Energy, indicata come emblematica del rapporto sbilanciato tra socio privato e Comune. Bandecchi ha riferito che Acea ha ceduto a Plenitude il 50 per cento delle quote di Umbria Energy detenute da ASM, informando Palazzo Spada solo a operazione conclusa.

“Lo abbiamo saputo dopo che la vendita era già stata fatta”, ha dichiarato, sottolineando come il Comune sia stato messo di fronte a una decisione assunta senza un coinvolgimento preventivo, nonostante la rilevanza strategica dell’operazione.

SII, gestione contestata e scelte irreversibili del settore idrico

Ancora più duro il giudizio sul Servizio Idrico Integrato. Bandecchi ha definito la gestione “drammaticamente male”, citando un risultato economico 2024 indicato in un “meno 10” e parlando di una “tragedia” sul piano industriale.

Ha ricordato anche la rimozione improvvisa del vertice manageriale da parte di Acea, con l’uscita contemporanea di amministratore delegato, direttore generale e responsabile del personale, lasciando la società in una fase di evidente fragilità decisionale. Un quadro aggravato, secondo il sindaco, dalla scelta compiuta nella precedente consiliatura di vendere la quota ASM in SII, consegnando al socio privato una posizione dominante oggi difficilmente reversibile.

Presunti conflitti di interesse e la risposta all'interrogazione di Orsini

Il riferimento al 2026 ha assunto infine il valore di una resa dei conti anche sul tema del conflitto di interesse, che Bandecchi ha affrontato anticipando i contenuti della risposta a una interrogazione del consigliere Orsini. Il sindaco ha chiarito che la questione non riguarda singoli incarichi, ma l’assetto complessivo della governance.

“Il conflitto di interessi esiste ed è un conflitto di Acea e di Roma Capitale nella gestione di Terni, ha affermato, ribadendo che l’attuale struttura dei patti parasociali ha concentrato il potere decisionale fuori dalla città. Una valutazione che lega la scadenza del 2026 non solo a una scelta tecnica, ma a una decisione politica di fondo sulla compatibilità tra l’attuale modello di gestione e l’interesse pubblico ternano.

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Federico Zacaglioni
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