La pressione istituzionale sul fronte dei trasporti umbri sale di tono. Federico Gori, presidente di Anci Umbria, e Luca Tramini, coordinatore della Consulta Trasporti, hanno scritto al ministro Matteo Salvini chiedendo un incontro urgente per affrontare il collasso del sistema ferroviario regionale, mentre la vicepresidente della Camera Anna Ascani definisce la situazione “fuori controllo” e accusa il governo di immobilismo.
La lettera firmata da Gori e Tramini nasce per rafforzare la sollecitazione già avanzata dall’assessore regionale ai Trasporti Francesco De Rebotti, che ha chiesto l’apertura di un tavolo istituzionale con il Ministero, Rete Ferroviaria Italiana e Trenitalia. L’obiettivo è affrontare le “gravi criticità che stanno interessando il trasporto ferroviario nel Centro Italia, con ricadute sempre più significative anche sui territori umbri”.
I due rappresentanti dei Comuni delineano una diagnosi severa. Nella loro nota si legge un peggioramento definito “strutturale” del servizio: attese prolungate, convogli fermi per ore, arretramenti nei treni regionali, linee congestionate, coincidenze compromesse e ritardi anche sugli InterCity. A fare da cornice c’è la priorità sistematica assegnata all’alta velocità, che - scrivono - produce effetti negativi sul trasporto quotidiano dei cittadini.

Le amministrazioni locali, osservano Gori e Tramini, ricevono segnalazioni continue sui disagi. In molti territori umbri, privi di collegamenti stradali rapidi, il treno è l’unico mezzo realmente sostenibile per studenti e lavoratori. Il suo depotenziamento si traduce in un rischio concreto di isolamento, con ricadute sulla mobilità, sull’economia e sulla coesione sociale delle aree interne.
Nella loro richiesta al ministro, i due rappresentanti insistono sulla necessità di ristabilire standard minimi di affidabilità e puntualità, riequilibrare le precedenze nelle linee condivise, tutelare i servizi regionali e programmare investimenti sulle infrastrutture e sulle tecnologie di controllo della circolazione. Un punto ribadito con nettezza nei passaggi conclusivi della lettera, secondo cui “la mobilità non può essere considerata un servizio accessorio”.
Sul versante parlamentare, si inserisce il duro intervento della vicepresidente della Camera Anna Ascani, deputata del PD, che definisce la condizione dei collegamenti tra Umbria e Roma “oltre l’emergenza”. Il suo giudizio è senza attenuanti: “La situazione dei trasporti ferroviari è fuori controllo”.
Ascani porta esempi concreti, descrivendo disservizi che toccano direttamente la quotidianità dei pendolari umbri. In una delle sue dichiarazioni più incisive sostiene: “I cittadini non sanno che farsene di slogan quando, com’è avvenuto ieri, per non specificati guasti alla linea arrivano a casa quattro ore dopo l’orario previsto”. La deputata democratica denuncia soppressioni improvvise dei treni, ritardi fino a novanta minuti e assenza di assistenza ai passeggeri.

Nella sua analisi accusa il ministro Matteo Salvini di non aver messo in campo alcun intervento risolutivo: “Da mesi richiamiamo la sua attenzione. Nel solo ultimo anno e mezzo ho presentato undici atti, tra interpellanze e interrogazioni, senza ottenere risposte concrete”.
Ascani giudica corretta la scelta dell’assessore De Rebotti di chiedere un incontro urgente con il MIT e alza l’asticella delle aspettative: “Non è più tempo di rassicurazioni vane. Occorrono soluzioni immediate”.
L’appello di Anci Umbria e il pressing politico convergono verso un’unica direzione: riportare la questione dei trasporti umbri al centro dell’agenda nazionale. Lo scenario, per come viene descritto dalle istituzioni regionali e dai rappresentanti parlamentari, richiede una governance rapida e un dialogo costante, pena l’ulteriore aggravarsi di un quadro già fragile. L’evoluzione del confronto con il Ministero determinerà la portata delle risposte attese dalle comunità umbre, sempre più stremate da un servizio ferroviario giudicato non più all’altezza delle esigenze del territorio.