10 Dec, 2025 - 20:40

Terni, il Consiglio conferma le aliquote IRPEF e IMU al massimo per il 2026. Bandecchi: "Colpa di Regione e Governo"

Terni, il Consiglio conferma le aliquote IRPEF e IMU al massimo per il 2026. Bandecchi: "Colpa di Regione e Governo"

Un voto che cristallizza le divisioni e sancisce, almeno per il prossimo anno, l’impossibilità politica di alleggerire il fisco locale. Il consiglio comunale di Terni ha confermato le aliquote IRPEF e IMU ai livelli massimi consentiti per il 2026, con una votazione che ha visto 17 favorevoli (la maggioranza di Alternativa Popolare) e 9 contrari.

Il numero, però, racconta solo in parte la complessità di una seduta che ha fatto emergere uno scontro aperto e trasversale fra la giunta guidata dal sindaco Stefano Bandecchi e un’opposizione che, per una volta, ha trovato una convergenza di critiche che va dal PD al M5S fino a Fratelli d’Italia. Al centro del dibattito, la credibilità amministrativa dei vari schieramenti e il nodo dei margini di manovra fiscale, schiacciati – secondo il primo cittadino – dalle scelte di altri enti.

E proprio a centrodestra e centrosinistra che gli chiedevano di ridurre le tasse, il sindaco Bandecchi, ha risposto affiando la responsabilità alle rigidità imposte dall’alto: dal Governo che ha introdotto meccanismi di finanza pubblica più stringenti e firmato l'aumento dei contratti del comparto pubblico, dalla Regione che ha varato una stangata fiscale da 184 milioni. “Questo Comune da quest’anno non avrà più la libertà e l’autonomia per gestire i soldi che gli vengono dati”, ha dichiarato, descrivendo un quadro di risorse sempre più vincolate. A questo, ha aggiunto il peso del debito ereditato dalla gestione precedenti per le fatture TARIC non pagate all’ASM tra il 2021 e il 2024, quantificato in un milione e mezzo di euro. Una somma che, insieme ai tagli dei trasferimenti, spiega “perché non posso diminuire le tasse. Se la sinistra non avesse fatto fallire il Comune e la destra avesse pagato il servizio, avrei i soldi per tagliare le tasse dei cittadini”.

La difesa di Bandecchi: “Le mani legate da Regione e Governo”

Bandecchi ha iniziato rimarcando di non aver mai promesso esplicitamente tagli alle tasse in campagna elettorale, pur avendo poi aperto, circa un anno fa, a una possibilità in un “mondo completamente diverso” dal punto di vista finanziario.

I numeri portati a sostegno sono stati precisi: oltre ai 221 mila euro in meno di trasferimenti, ha elencato 400 mila euro di risorse vincolate e l’aumento fisso di 800 mila euro per il costo del personale. Ma il cuore della sua argomentazione è stato politico: la responsabilità dell’impossibilità di tagliare le imposte ricade su chi ha ridotto l’autonomia finanziaria degli enti locali. Il riferimento a Regione e Governo è stato netto. Per controbattere le critiche, Bandecchi ha rivendicato con forza le misure già adottate per alleggerire il carico su alcune voci: dall’abolizione della “tassa sull’ombra” a riduzioni “drammatiche” sulla TOSAP per l’occupazione di suolo pubblico. Sulla TARIC, ha sottolineato di averla “diminuita di 3 punti, mentre per gli altri aumentata di 6, fino a 9 punti” e di aver introdotto esenzioni quinquennali per i nuovi residenti.

L’opposizione: “La scusa dei vincoli non regge, i margini ci sono”

Se la maggioranza ha accettato e sostenuto la lettura del sindaco, l’opposizione – in un raro momento di convergenza – ha cercato di smontare la narrazione della “mani legate”. Il punto di attacco è stato unico e concreto: il “fondo sviluppo Terni”, una voce da 500 mila euro che il sindaco ha scelto di alimentare con risparmi di amministrazione e di mantenere come cuscinetto, invece di destinarla a un taglio mirato delle imposte.

Roberto Pastura, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha dato il via alle contestazioni più tecniche. Pur senza contestare i numeri del bilancio, ha accusato Bandecchi di costruire “un’architettura difensiva” basata su fattori esterni. “Lei questa possibilità ce l’ha perché sta nei 500 mila euro del fondo di sviluppo del sindaco. Scelta legittima, non discuto lo strumento, discuto che lei i soldi ce li ha”, ha affermato. Ha quindi proposto due misure mirate: un taglio IRPEF per gli under 35 e una riduzione del 50% dell’IMU per le attività commerciali storiche del centro.

Sul tema della credibilità si è concentrato Leonardo Patalocco del PD, ricordando che nel maggio 2025 Bandecchi aveva annunciato che “il 2026 sarà l’anno dell’abbattimento delle tasse per i Ternani”. “Il mio intervento non contesta il merito”, ha precisato, “contesta il fatto che si annunci una cosa e poi se ne debba fare un’altra”.

Anche da Forza Italia è arrivata una critica costruttiva ma ferma. Il consigliere Ferranti ha rinnovato l’invito: “Non basta un approccio liberale in contrasto con l'impostazione socialista, serve una scelta politica che faccia bene all'economia. Se diamo risorse a famiglie e imprese daremo benefici all'intero giro di affari della città”.

La risposta finale di Bandecchi non ha lasciato spazio a mediazioni. Nella dichiarazione di voto ha rivendicato la scelta politica, attaccando nuovamente le amministrazioni del passato e difendendo la necessità di tenersi una riserva nel fondo sviluppo: “Se non me li tenessi in tasca noi andremmo a incappare in qualche guaio colossale”. E ha messo a segno - con il richiamo alla gestione passata della Taric - un colpo diretto alle contraddizioni delle opposizioni. Il voto, alla fine, ha solo formalizzato una divisione che resta profonda.

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Federico Zacaglioni
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