Il fuoco incrociato sulla governatrice dell’Umbria Stefania Proietti e sulla sua direttrice della Sanità, Daniela Donetti, non accenna a diminuire. Anzi, si allarga. Alla vivace protesta dell’amministrazione Bandecchi per l’esclusione del direttore generale del Comune di Terni, Claudio Carbone, da un tavolo tecnico sul piano socio-sanitario, si unisce ora il fuoco pesante della Lega. Il capogruppo in Consiglio regionale, Enrico Melasecche, annuncia un’interrogazione ufficiale alla presidente Proietti, definendo l’accaduto “grottesco al limite del ridicolo” e un episodio “abnorme” che complica i rapporti tra istituzioni.
La miccia era scoppiata ieri, durante una riunione cruciale sul futuro del nuovo piano socio-sanitario e sulla posizione dell'amministrazione ternana su sanità e sul nuovo ospedale. Secondo le ricostruzioni del DG Carbone, la direttrice regionale Daniela Donetti - nominata con incarico fiduciario dalla presidente Proietti - avrebbe non solo impedito a Carbone di prendere la parola, ma ne avrebbe addirittura disposto l’allontanamento dalla sala, in quanto considerato organo politico e non tecnico. Un atto percepito dal sindaco Bandeccchi come un affronto istituzionale gravissimo, che ha superato i confini della polemica locale.
A fare il punto con toni durissimi è ora Enrico Melasecche, consigliere regionale ternano della Lega. In una nota nella quale cita gli attriti politici tra Terni e l'amministrazione regionale, il leghista punta il dito contro una deriva inaccettabile dei comportamenti. “È inaccettabile che i rapporti fra le rispettive apicalità politiche condizionino il rispetto obbligatorio fra professionisti dipendenti delle relative istituzioni”, scrive. La verità, secondo lui, è che “si stanno reiterando atteggiamenti fin troppo gravi”, frutto di un “forte nervosismo” di Palazzo Donini.
L’episodio di ieri non è un caso isolato ma si inserisce in un contesto già teso, che Melasecche ricostruisce citando anche il ricorso al TAR della Regione per bloccare il progetto Stadio-Clinica. Ma il cuore della questione rimangono le promesse sul nuovo ospedale di Terni, a un anno dall’insediamento della giunta Proietti, ancora “del tutto evanescenti” nei fatti. Proprio l’incontro da cui Carbone è stato estromesso verteva su questo. “Che la direttrice Donetti ritenesse che il suo quasi omologo Carbone fosse un estraneo a quel confronto appare grottesco al limite del ridicolo”, tuona il consigliere, sottolineando come un fatto del genere non abbia precedenti nella storia regionale.
Da Terni, le reazioni di ieri si sono consolidate in una posizione di netta contrapposizione. Sara Francescangeli, presidente del Consiglio comunale per Alternativa Popolare, aveva bollato l’accaduto come “uso delle Istituzioni come proprietà privata”, dove “entrano solo quelli che non contraddicono”.
Sulla stessa linea, l’assessore al Bilancio Michela Bordoni aveva imputato alla Regione una visione miope del territorio: “Per la Regione esiste solo la Provincia di Perugia. E lo dicono i numeri dei loro bilanci”, aveva affermato, invitando i cittadini a verificare i trasferimenti negati a Terni su diversi capitoli, dalla sanità ai trasporti. Una denuncia supportata da dati che diventa ora il terreno comune su cui l’opposizione in Regione decide di insistere.
La mossa annunciata da Melasecche è istituzionale e carica di implicazioni politiche. “A breve depositerò un'interrogazione alla Presidente della Giunta”, ha dichiarato, per chiedere spiegazioni urgenti e “provvedimenti onde evitare una escalation” in comportamenti che ha definito di “strapotere e conseguente prepotenza”.
Il tono della nota del leghista diviene, in chiusura, quasi di appello: “Auspico che, chiarito l’accaduto e presentate le dovute scuse, si inizi un nuovo corso”. Un corso che deve dimostrare, “nella sostanza delle decisioni”, che la presidente è “presidente di tutti” e tuteli “i diritti di ogni territorio”.
La vicenda è entrata anche in consiglio comunale, celebrato in mattinata a Palazzo Spada, dove Bandecchi ha reiterato la protesta incalzando soprattutto i consiglieri di centrosinistra.
"Il direttore generale - ha insistito il sindaco di Terni - non è un organo politico, come è stato superficialmente definito, ma è previsto dall’articolo 108 del Tuel quale organico tecnico come ha ribadito la Cassazione a sezioni unite già dal 2006. Piuttosto la maggioranza politica che governa la Regione ci dica dove sono finiti i 128 milioni di euro che erano stati stanziati dalla precedente amministrazione Tesei per il nuovo ospedale di Terni e dei quali non c'è più traccia".
La battaglia politica sulla sanità, insomma, è sempre più lontana dallo scendere di tono.