19 Nov, 2025 - 22:25

Ricostruzione post-sisma 2016, l’Umbria accelera: evase nove pratiche private su dieci e liquidati oltre 861 milioni

Ricostruzione post-sisma 2016, l’Umbria accelera: evase nove pratiche private su dieci e liquidati oltre 861 milioni

Nella ricostruzione privata post terremoto 2016, nove pratiche su dieci risultavano evase, con oltre 3.700 cantieri avviati e 2.300 già conclusi, mentre i contributi concessi superavano 1,4 miliardi di euro, con 861 milioni già liquidati - di cui 190 milioni, il 22 per cento del totale, solo nei primi dieci mesi del 2025. Una fotografia che restituisce un territorio in trasformazione e una macchina amministrativa che, pur tra complessità e mutamenti normativi, ha provato a consolidare un passo deciso. È da questo quadro che il Comitato Istituzionale dell’Umbria, riunito a Foligno, ha iniziato la propria analisi sull’avanzamento della ricostruzione post-sisma.

La presidente della Regione, Stefania Proietti, ha definito l’incontro “un momento importante di confronto tra Regione, Province, Comuni del cratere e Ufficio Speciale Ricostruzione, che ringrazio per il lavoro quotidiano e per lo spirito di squadra”. Una dichiarazione che ha intenzionalmente riportato al centro il ruolo delle strutture tecniche, dei professionisti e della collaborazione tra enti, elementi ritenuti determinanti per la continuità dell’intero processo.

Ricostruzione privata, contributi, cantieri e una macchina amministrativa sotto pressione

La parte più consistente della ricostruzione, quella privata, ha mostrato un avanzamento misurabile e ormai strutturato. Il dato del 90 per cento delle pratiche evase non esaurisce la portata del lavoro: dietro le cifre si muove una rete di tecnici, uffici comunali, imprese edili e nuclei familiari che, in questi anni, hanno dovuto attraversare un sistema normativo spesso complesso. La liquidazione di 861 milioni di euro evidenzia un flusso amministrativo ampio, che ha trovato una forte accelerazione nel 2025, quando oltre 190 milioni sono stati pagati nell’arco di pochi mesi.

Sul territorio, i 3.700 cantieri avviati e i 2.300 chiusi segnano il ritorno alla normalità di interi comparti urbani e rurali, soprattutto nelle aree più colpite, dove la ricostruzione privata ha rappresentato la leva principale per la ripresa economica e sociale. La riduzione dei tempi di istruttoria, più volte invocata anche dalle categorie professionali, rientra tra le priorità del 2026, anno in cui l’apparato tecnico dovrà confrontarsi con nuovi strumenti digitali e con ulteriori interventi regolatori.

Ricostruzione pubblica, scuole, infrastrutture e il capitolo strategico dei beni culturali

Il Comitato ha evidenziato progressi significativi anche sulla ricostruzione pubblica, ambito tradizionalmente più complesso per numero di soggetti coinvolti, tipologia degli interventi e necessità di verifiche tecniche sulla vulnerabilità sismica. Gli interventi finanziati risultano 436, per un valore complessivo di 735 milioni di euro. Si tratta di opere che toccano infrastrutture essenziali e edifici simbolici, dalle scuole ai municipi, dagli ospedali di Norcia e Cascia fino a un patrimonio culturale messo alla prova dal sisma.

Il riferimento alla Basilica di San Benedetto, riaperta il 31 ottobre, rappresenta il segnale più evidente di un percorso lungo ma in fase avanzata. Proprio sui beni culturali la Regione sta concentrando un’attenzione crescente, consapevole del loro ruolo nell’identità collettiva e nel tessuto economico dei territori interni.

Tra gli interventi più innovativi, il Comitato ha richiamato il progetto pubblico-privato per la ricostruzione di Castelluccio di Norcia, realizzata su una piastra di fondazione con isolatori sismici in grado di abbattere il rischio strutturale quasi a zero. Una scelta tecnica che mira a coniugare sicurezza, sostenibilità e tutela paesaggistica in uno dei luoghi più iconici dell’Appennino.

Next Appennino, personale tecnico e nuove priorità: la strategia verso il 2026

La riflessione del Comitato non si è fermata allo stato dell’arte, ma ha coinvolto asset strategici come la capacità amministrativa degli enti locali. Il programma Next Appennino, finanziato dal Fondo Complementare al PNRR, ha stanziato 1,78 miliardi per l’area del sisma, con opere e cantieri entrati nella fase di piena operatività. Una spinta rilevante, che necessita però di strutture stabili in grado di sostenerla.

Su questo punto la presidente Proietti ha insistito con nettezza: “Un tema centrale che ho voluto sottolineare è quello del personale tecnico e amministrativo: senza professionisti competenti e motivati, nessuna ricostruzione può andare avanti. Per questo nel 2025 sono state attivate risorse per nuovi contratti nei Comuni del cratere e negli uffici dedicati, e stiamo lavorando affinché queste risorse diventino strutturali nel 2026”.

Un passaggio che fotografa un’esigenza nota: garantire la continuità delle competenze in un settore che vive ancora un’alternanza problematica tra proroghe, fondi straordinari e scadenze contrattuali.

L’analisi finale, affidata ancora alla presidente, ha messo in relazione mutamenti legislativi, fine del Superbonus e necessità di chiarezza nelle priorità: “I risultati raggiunti dimostrano che quando istituzioni, territori e strutture tecniche collaborano, la ricostruzione accelera davvero. Continueremo a lavorare con determinazione per restituire case, scuole, infrastrutture e luoghi identitari alle nostre comunità”.

Il 2026 si apre dunque come un anno decisivo: il consolidamento del personale tecnico, l’integrazione dei fondi PNRR e la conclusione degli interventi più urgenti rappresentano il nucleo operativo attorno al quale costruire la fase finale della ricostruzione umbra. Dalla capacità di coordinamento degli enti dipenderà la velocità con cui l’Umbria completerà la propria rinascita post-sisma.

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Federico Zacaglioni
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