Un colpo di acceleratore decisivo, atteso da mesi, per sbloccare centinaia di cantieri privati ancora fermi a otto anni dal terremoto. E un pacchetto concreto di risorse fresche, proroghe e interventi mirati per il patrimonio pubblico umbro. La ricostruzione post-sisma 2016 compie un duplice, significativo passo in avanti grazie a due provvedimenti approvati in Cabina di Regia e in Commissione Bilancio al Senato. Il Commissario Straordinario Guido Castelli annuncia il "via libera" all'emendamento Superbonus, una misura che stanzia ulteriori fondi per colmare il gap lasciato dalla cessazione dello strumento del 110% abbinato al contributo sisma. Contemporaneamente, l'Ufficio Speciale Ricostruzione Umbria rende noto il contenuto delle nuove ordinanze che portano al territorio circa 17 milioni di euro in più per opere pubbliche, scuole e beni culturali, e allungano i tempi di progettazione e realizzazione al 2026, scongiurando il rischio di blocchi.

È una notizia che arriva come una boccata d’ossigeno per migliaia di cittadini, professionisti e amministratori locali ancora alle prese con le conseguenze del sisma che nel 2016 sconvolse il Centro Italia. Il puzzle complesso della ricostruzione, tra adempimenti burocratici, riadattamenti normativi e l’inflessibilità dei costi, trova due tasselli importanti. Il primo, forse il più atteso dai privati, arriva da Palazzo Madama. La Commissione Bilancio del Senato ha approvato un emendamento alla Legge di Bilancio 2026 che interviene sul nodo critico del Superbonus 110%, la cui interazione con il contributo pubblico per la ricostruzione aveva creato non pochi ostacoli.
Il provvedimento, fortemente voluto dal Commissario Straordinario Guido Castelli, autorizza infatti gli Uffici Speciali a riconoscere un incremento integrativo del contributo sisma, pari proprio alla quota di 110% che i cittadini non sono riusciti a rendicontare entro la scadenza del 31 dicembre 2025. Una misura a costo zero per i beneficiari, che ora potranno vedere coperti gli importi eccedenti il contributo ordinario, rimasti fino a ieri a loro carico. “Un passaggio decisivo per sbloccare e completare i cantieri della ricostruzione privata”, ha commentato con soddisfazione Castelli. L’emendamento, nato da un’azione sinergica di tutti i parlamentari del cratere, cambia la modalità di erogazione: non più cessione del credito o sconto in fattura, ma una contribuzione diretta gestita e istruita dagli stessi Uffici per la Ricostruzione. Un segnale di concretezza che punta a dare continuità agli interventi, molti dei quali rischiavano di arenarsi definitivamente.
Parallelamente, l’azione della Cabina di Regia si è concentrata sul versante pubblico, producendo un pacchetto di ordinanze che porta risorse nuove e tempo aggiuntivo all’Umbria. Le bozze, approvate ieri, sintetizzano interventi per oltre 17 milioni di euro di incrementi e nuove finanziarie, a cui si sommano proroghe essenziali.
Il quadro che ne emerge è dettagliato e tocca diverse criticità del territorio. A Norcia, cuore simbolico del sisma, gli aggiornamenti sono molteplici: +377.872,88 euro per la Residenza Protetta (Lotto 1), quasi 220.000 euro in più per un complesso ATER in via Foscolo, un incremento di 1,6 milioni per il Palazzo Comunale in Piazza San Benedetto e un altro milione per la piastra fondale a isolatori sismici nella frazione di Castelluccio. A Preci, il pacchetto complessivo degli interventi comunali viene aggiornato a 37 milioni di euro, con l’inserimento di nuovi lavori sulla pavimentazione di Saccovescio (1,5 milioni) e su un edificio residenziale pubblico (650.000 euro).

Significativi anche gli interventi sul patrimonio scolastico e sportivo. A Perugia, per le scuole “Cena” e “Calvino”, si cambia approccio: non più solo adeguamento sismico, ma demolizione e ricostruzione, con un incremento di 1,86 milioni di euro (portando il totale a oltre 12,7 milioni). La palestra comunale di Guardea vedrà invece le sue risorse aumentate di 376.750 euro.
Sul fronte dei beni culturali e di culto, arrivano finanziamenti importanti: 2,2 milioni di euro per la chiesa di San Francesco a Orvieto, 1,78 milioni per San Girolamo a Spello e 575.000 euro per il chiostro di San Fortunato a Montefalco. Non manca un’attenzione all’innovazione e alla sostenibilità: sono state riallocate economie per oltre 3,4 milioni di euro dai bandi PNC per finanziare Comunità Energetiche Rinnovabili in cinque comuni del cratere (Ferentillo, Scheggino, Poggiodomo, Cascia e Vallo di Nera), con l’obiettivo di ridurre i costi energetici delle comunità locali.
Il quadro delle novità è completato da un’ordinanza che introduce modifiche al Testo Unico della Ricostruzione Privata (TURP), con l’obiettivo dichiarato di snellire le procedure e renderle più efficaci. Tra le principali innovazioni, spicca l’introduzione della procedura di sclassificazione per i terreni gravati da usi civici, accanto a quelle già esistenti di affrancazione e legittimazione. Una disposizione che potrebbe risolvere annose questioni legate alla proprietà dei suoli.
Viene poi facilitata l’operatività nei cantieri situati in aree a rischio: sarà possibile presentare e istruire le domande di contributo anche prima del completamento delle opere di mitigazione, purché sia stato approvato il progetto di fattibilità. Aggiornate anche le modalità per l’erogazione dei contributi in caso di acquisto di un immobile alternativo alla delocalizzazione, e rivisti i meccanismi di recupero delle somme dai professionisti in caso di loro inadempienze.
L’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dell’Umbria, guidato da Fabrizio Ghera, ha assicurato che continuerà a supportare enti locali, stazioni appaltanti e cittadini nell’applicazione di queste nuove disposizioni, garantendo coerenza con i programmi già in corso. Un lavoro di squadra, come sottolineato dallo stesso USR, che ha visto in prima linea il Commissario Castelli, il Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare Nello Musumeci, la Presidente della Regione Umbria Stefania Proietti e il Ministero dell’Economia. Obiettivo comune: sfruttare questa nuova accelerazione per avvicinare, finalmente, il traguardo di una ricostruzione compiuta.
Oltre ai soldi, la cabina di regia ha concesso una risorsa altrettanto preziosa: tempo. Molte scadenze che incombevano per la fine del 2025 sono state spostate al 31 dicembre 2026, una mossa che eviterà pericolosi blocchi procedurali. Per la ricostruzione privata, vengono prorogate al 2026 le scadenze per la presentazione delle istanze per danni gravi e quelle per le domande relative alle strutture temporanee.
Per il pubblico, le proroghe riguardano le fasi cruciali degli appalti: slitta al 31 dicembre 2025 il termine per avviare le procedure di affidamento dei servizi tecnici e delle progettazioni, mentre la data per l’affidamento dei lavori viene spostata al 31 maggio 2026. Una misura di realismo, che tiene conto delle complessità tecniche e amministrative che gli enti locali devono affrontare. Viene inoltre prorogato al 31 dicembre 2026 il regime transitorio per la qualificazione delle stazioni appaltanti e per l’applicazione del Building Information Modeling (BIM), il processo per la gestione digitale degli interventi.