Un territorio che stenta a trovare i talenti di cui ha bisogno e, allo stesso tempo, che vede assottigliarsi drammaticamente la sua base demografica. Sono i due pilastri di una crisi strutturale che rischia di compromettere il futuro economico e sociale dell'Umbria nel contesto italiano. A porre l’attenzione su questo doppio nodo, con un tono di forte allarme ma anche con la proposta di un dialogo concreto, è stata la tre giorni di “Talento in Fiera”, l’iniziativa promossa da Eurointerim SpA, Filiale di Terni, conclusasi nei giorni scorsi.
L’evento, divenuto un osservatorio privilegiato sulle dinamiche del lavoro, ha messo a nudo la discrepanza strutturale tra offerta formativa e domanda di competenze delle imprese, mentre il convegno istituzionale ha squarciato il velo sulle conseguenze economiche e sociali dell’“inverno demografico”.
Il confronto tra imprenditori, studenti, formatori e politica ha delineato un quadro in cui la difficoltà nel reperire personale qualificato frena la produttività, già tra le più basse d’Europa, mentre il crollo delle nascite e l’invecchiamento della popolazione minano alla base la sostenibilità del sistema di welfare. Un circolo vizioso che richiede, secondo gli analisti intervenuti, un cambio di passo immediato nelle politiche della formazione, del lavoro e della famiglia.
Il bilancio operativo di “Talento in Fiera” è molto netto: le aziende del territorio, ma il discorso vale per l’intera nazione, faticano in modo crescente a trovare profili adeguati. Non si tratta di una carenza generica di manodopera, ma di un mancato allineamento tra i percorsi di studio e le esigenze reali del mercato. La manifestazione ha ribadito con forza il ruolo cruciale di una formazione continua e specialistica, non più concepita come un optional ma come leva strategica per colmare quel divario e trainare finalmente la produttività.
“Il dialogo tra istituzioni formative e settore privato non è più solo auspicabile, è una necessità urgente”, è il messaggio emerso dalle sale della fiera. Investire su una formazione funzionale e mirata sembra essere l’unica strada per creare quella “fabbrica dei talenti” di cui il sistema produttivo ha disperato bisogno per innovarsi e competere. Una sfida resa ancor più complessa dalla rivoluzione tecnologica in atto, con l’Intelligenza Artificiale che ridefinisce rapidamente le skill richieste.
Il momento di più alta densità politica e analitica è stato il convegno che ha visto protagonisti il senatore Franco Zaffini, Presidente della Commissione Sanità e Lavoro del Senato, e il consigliere regionale Matteo Giambartolomei di Fratelli d’Italia. Il tema, di una portata enorme, è stato l’impatto della crisi demografica su salari, welfare e futuro stesso del Paese.
Franco Zaffini ha legato indissolubilmente i temi della produttività e della demografia. “Il nostro Paese sconta un forte ritardo nella politica salariale, in parte dovuto a una produttività del lavoro che risulta la più bassa in Europa”, ha esordito il senatore. Un nodo cruciale: senza crescita della produttività, saranno precluse strade come la riduzione dell’orario di lavoro. Ma è sul fronte demografico che Zaffini ha lanciato l’allarme più forte, citando i 370.000 nati dello scorso anno e i quasi 15 milioni di ultra-65enni. “L’andamento demografico sta generando una pressione insostenibile sui nostri livelli di spesa, in particolare su pensioni e sanità”, ha dichiarato, sottolineando come queste due voci assorbano già oltre la metà del bilancio statale.
La soluzione, per Zaffini, passa da un mix di interventi: politiche per alzare produttività e salari, ma anche “soluzioni di conciliazione vita-lavoro, permettendo alle donne di realizzare le proprie aspirazioni professionali e contemporaneamente sostenendo la maternità”. Una visione che cerca di tenere insieme crescita economica e sostegno alla natalità.
Il consigliere Matteo Giambartolomei ha affrontato la questione da un’angolatura culturale e valoriale, definendo la denatalità una “tendenza ormai irreversibile” legata a un cambio di paradigma. “Le coppie rinunciano ai figli o ne fanno pochi per inseguire un modello di vita improntato al benessere e al consumo sfrenato”, ha affermato, criticando una società basata sull’apparenza. Per Giambartolomei, serve un recupero del “senso di responsabilità nel tramandare la nostra storia”.
Sul fronte formativo e del lavoro, il consigliere ha puntato il dito contro l’eccessiva enfasi sui titoli accademici: “È un errore della nostra generazione costringere i ragazzi a laurearsi e a 'masterizzarsi' a tutti i costi, demonizzando mestieri come l’idraulico o l’agricoltore”. Una rivalutazione delle professioni tecniche e artigianali, spesso ad alto reddito e ricercatissime, è presentata come una via obbligata per dare sbocco ai giovani e rispondere alle esigenze delle imprese. Infine, ha confermato la gravità della crisi del personale sanitario, frutto di “decenni di mancate programmazioni universitarie”.
Al termine dell’evento, Eurointerim SpA ha ribadito il proprio impegno a fare da ponte tra i vari attori sociali. La sfida per il territorio e per l’Italia è chiara: costruire un percorso di formazione che sia al passo non solo con la tecnologia, ma anche con i profondi cambiamenti demografici in atto. La tre giorni di Terni ha almeno il merito di aver posto le domande giuste, in attesa che la politica e il sistema Paese trovino, in fretta, le risposte.
