Un sipario calato in fretta, che rischia di lasciare una parte del pubblico fuori dalla sala. È la sensazione che serpeggia tra le imprese umbre dopo l’ingresso nella Zona Economica Speciale Unica, ufficializzato lo scorso 20 novembre. Un traguardo atteso, celebrato a Terni nel seminario di Confindustria Umbria con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al Sud, Luigi Sbarra.
Ma è subito scontro sul timing: la prima finestra per richiedere il credito d’imposta scade infatti il 2 dicembre, un lasso di tempo giudicato irrealistico per un territorio che da appena dieci giorni conosce i dettagli operativi. E mentre dal Governo arriva un “forse” garbato ma più vicino a un "no" a ridiscutere per il momento i perimetri degli aiuti fiscali, definiti da Bruxelles, l’associazione degli industriali lancia la propria controproposta: una misura ponte, finanziata con i fondi europei della nuova programmazione, per sostenere i territori, come quelli dell’Umbria, che oggi restano esclusi dagli incentivi più consistenti.

Oltre duecento tra imprenditori, autorità e rappresentanti delle istituzioni hanno affollato il Garden Hotel di Terni per l’incontro “ZES Unica e competitività territoriale: quali scenari per l’Umbria”. Un’occasione per fare il punto su uno strumento che Giammarco Urbani, presidente di Confindustria Umbria, non ha esitato a definire “un volano” per tutto il sistema produttivo. Ma la regia di Urbani è stata subito concretezza. “Accogliamo con grande favore l’ingresso dell’Umbria nella ZES Unica”, ha esordito, per poi subito aggiungere: “Auspriamo che possa essere prevista una misura ponte, finanziata attraverso i fondi della nuova programmazione, per sostenere quei territori che non rientrano nel perimetro della ZES”.

Una richiesta precisa, dettata da un’evidente asimmetria che rischia di frenare sul nascere gli effetti della ZES. La proposta di Confindustria è quella di un intervento transitorio, una passerella che permetta di “accompagnare l’auspicato allargamento dell’area, assicurando da subito condizioni più equilibrate per tutti”. Una strada alternativa, resa necessaria dalla posizione intransigente del Governo sul cuore finanziario della Zona Economica Speciale.
A raffreddare sul nascere l'illusione di un aggiustamento rapido e in corsa dei confini del credito d’imposta ci ha pensato proprio il sottosegretario Luigi Sbarra. Il suo intervento, pur nel tono istituzionale, ha delimitato con chiarezza il campo d’azione. “L’allargamento del perimetro della ZES Unica all’Umbria rappresenta un’opportunità per valorizzare regioni in transizione con potenzialità rilevanti”, ha dichiarato, evidenziando come il modello abbia “dimostrato risultati concreti” nel Mezzogiorno. "Per quanto riguarda i confini dei crediti d'imposta - ha spiegato - il lavoro comincia solo adesso. Niente lo vieta, ma non pensiamo a una soluzione immediata e senza dialettica. Anche perché sono molti i territori che vogliono entrare. Persino Piemonte e Lombardia".

Tuttavia, la sua attenzione si è concentrata soprattutto sull’altro pilastro della ZES: la semplificazione amministrativa. “L’obiettivo è creare un contesto favorevole agli investimenti, assicurare tempi certi e sostenere l’operatività delle imprese”, ha sottolineato Sbarra, annunciando che la Legge di Bilancio 2026 rafforzerà la misura con “un incremento delle risorse disponibili, una programmazione triennale stabile e procedure amministrative semplificate”.
Un messaggio chiaro: il vero spazio di manovra per le imprese umbre non sta nella rinegoziazione degli aiuti di Stato - un terreno minato e vincolato dalle regole Ue - ma nella capacità di sfruttare appieno il potenziale dell’Autorizzazione Unica, lo strumento che promette di tagliare i tempi burocratici per gli insediamenti produttivi.
All’incontro, aperto dai saluti del Presidente di Confindustria Umbria Giammarco Urbani e dell’Assessore regionale allo Sviluppo Economico Francesco De Rebotti, è intervenuto il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alle politiche per il Sud, Luigi Sbarra. Ha concluso i lavori la Presidente della Regione Umbria Stefania Proietti.

All’evento, coordinato dal Direttore Generale di Confindustria Umbria Simone Cascioli, hanno portato il proprio contributo anche Simona Altrui e Manuel Ciocci, rispettivamente dell’Area politiche fiscali e dell’Area affari Legislativi e Regionali, Diritto d’impresa di Confindustria nazionale.
I relatori hanno approfondito le condizioni di accesso alle agevolazioni, gli adempimenti richiesti, le finestre temporali per la presentazione delle istanze.
Intanto, il countdown per le imprese che potrebbero accedere al credito d’imposta corre inesorabile verso il 2 dicembre. E mentre il Governo punta tutto sulla leva della semplificazione, le aziende umbre si interrogano su come colmare, nel breve periodo, un gap di competitività che la ZES da sola, per ora, non sembra in grado di sanare. La palla passa ora alla Regione, chiamata a costruire un percorso credibile per l’allargamento futuro dei benefici, e a valutare la fattibilità della misura-ponte proposta da Confindustria.