Il perimetro di riconoscimento della Zes in Umbria è diventato un caso politico e amministrativo. Un caos tecnico che si traduce in una penalizzazione evidente per l’Umbria del Sud, dove solo tre comuni rientrano tra quelli che possono accedere al credito d’imposta, mentre Terni risulta addirittura spezzata in due. Uno scenario paradossale, eredità di una mappatura definita nel 2021 dalla precedente amministrazione regionale, quando dello strumento Zes non si parlava ancora in questi termini. Ora la presidente Stefania Proietti ha deciso di intervenire: si lavora insieme alla Regione Marche per correggere la zonizzazione e includere tutti i territori umbri. Nel frattempo, però, le polemiche sono esplose.
Le Zone economiche speciali, nelle intenzioni del legislatore nazionale, dovrebbero essere un acceleratore di sviluppo. Le Zes prevedono un regime amministrativo semplificato per tutta la regione e un credito d’imposta valido solo per determinati comuni, individuati sulla base dei parametri europei dell’articolo 107.3, lettera C, del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Una mappa che in Umbria è stata definita dalla Giunta Tesei il 13 ottobre 2021 con la delibera 961.
Da qui nasce il problema. I criteri utilizzati dall’Unione europea - elaborati agli albori del ciclo 2022-2027 - sono stati recepiti senza aggiornamenti successivi. Questo ha portato a una distribuzione squilibrata: 34 comuni della provincia di Perugia ammissibili al credito d’imposta, contro solo 3 nella provincia di Terni. Una frattura territoriale che oggi appare difficilmente sostenibile, soprattutto nelle aree contigue che condividono le stesse criticità economiche e sociali ma vengono trattate in modo difforme.
Il caso della Valnerina è emblematico: Norcia, Cascia, Sellano, Scheggino, Campello sul Clitunno e altri comuni limitrofi sono dentro, mentre Ferentillo, Arrone, Montefranco e Polino restano fuori, nonostante indicatori socioeconomici molto simili.
Una contraddizione che ha acceso il dibattito politico e acceso i riflettori su una mappatura ormai distante dall’attuale fotografia economica dei territori.
L’attuale amministrazione regionale guidata da Stefania Proietti ha aperto il dossier fin dalla presentazione del disegno di legge nazionale. Il lavoro tecnico con Sviluppumbria, con il commissario Zes Giuseppe Romano, con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luigi Sbarra e con il ministro Tommaso Foti punta a un obiettivo: ristabilire un criterio omogeneo per l’intero territorio regionale.
La richiesta avanzata al Governo è chiara: rivedere la mappa del credito d’imposta affinché nessun territorio rimanga escluso in modo ingiustificato. La semplificazione amministrativa, infatti, è già estesa a tutti i comuni umbri, ma l’impatto economico del credito d’imposta è ciò che realmente può attrarre investimenti.
Il lavoro, in questa fase, si intreccia con quello della Regione Marche, anch’essa coinvolta nella ridefinizione del perimetro Zes. Le due amministrazioni stanno avanzando una proposta condivisa per una zonizzazione più aderente alle esigenze attuali dei rispettivi territori.
Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. L’assessore allo Sviluppo Economico del Comune di Terni, Sergio Cardinali, parla apertamente di distanza tra Regione e territorio ternano. “La Regione è sempre più lontana dagli interessi della provincia di Terni”, afferma, denunciando la sproporzione tra Perugia e Terni nell’accesso al credito d’imposta.
Cardinali definisce la situazione “paradossale” soprattutto per la lettura dei parametri europei, che sembrerebbero suggerire che i comuni ternani godano di ottima salute economica rispetto a quelli perugini, “quando la realtà racconta altro”. Una narrazione che alimenta un sentimento radicato: quello di un’Umbria del Sud sistematicamente penalizzata.
Da Orvieto arriva un’altra voce critica. La sindaca Roberta Tardani avverte il rischio di una frattura territoriale: “La Zes dovrebbe accelerare investimenti e competitività, non generare divari tra territori che affrontano sfide comuni”. Tardani invita a un'azione corale tra Comuni, associazioni di categoria, Regione e Governo.
La sindaca ricorda il confronto recente con l’assessore regionale De Rebotti durante l’assemblea provinciale di Ance e annuncia un nuovo tavolo a Terni con il sottosegretario Luigi Sbarra, organizzato da Confindustria Umbria. Un passaggio cruciale in vista del Patto per lo sviluppo sostenibile, in cui la Zes potrebbe giocare un ruolo determinante, soprattutto per l’area industriale di Fontanelle di Bardano.
L’Umbria, oggi, si trova davanti a un bivio: lasciare che una mappa fiscale datata continui a incidere sullo sviluppo dei territori, oppure costruire una nuova geometria amministrativa capace di valorizzare tutti i comuni, senza eccezioni. La correzione della zonizzazione Zes diventa così un test decisivo di governance regionale, ma anche un banco di prova per il rapporto tra istituzioni e territori che chiedono pari opportunità e strumenti competitivi adeguati.