“Abbiamo la volontà, come amministrazione comunale di Terni, di dare le gambe alle opportunità garantite dalla ZES, chiedendo disponibilità a fare squadra tra gli stakeholder e lanciando gli Stati Generali dell’economia a ottobre, dove presenteremo il nostro progetto di città per condividerlo con tutti e rafforzare anche il dialogo con le politiche regionali”. Con queste parole Sergio Cardinali, assessore comunale allo sviluppo economico, ha concluso un confronto che segna un punto di svolta per la strategia di crescita della città.
Il dibattito, coordinato dal presidente della Prima commissione Andrea Sterlini, si è concentrato sulle potenzialità della Zona Economica Speciale, lo strumento che offre incentivi fiscali, semplificazioni amministrative e vantaggi infrastrutturali alle imprese che investono in aree selezionate. Un’opportunità che, come ha ricordato Cardinali, “può attrarre nuove imprese, sostenere quelle già presenti e contribuire a una crescita economica stabile”.
Accanto all’assessore, sono intervenute Stefania Renzi, titolare delle deleghe al commercio, che ha illustrato i passaggi legati alla semplificazione burocratica, e Michela Bordoni, assessore al bilancio e commercialista, che ha messo in evidenza le condizioni di cumulabilità del credito d’imposta con i fondi europei e nazionali.
L’orizzonte della ZES in Umbria è chiaro: dare impulso a investimenti in settori chiave come manifattura, logistica e intelligenza artificiale, agganciando le imprese locali a catene di valore innovative.
Il tavolo di confronto ha visto protagonisti i rappresentanti delle principali sigle sindacali: Claudio Cipolla per la Cgil, Riccardo Marcelli per la Cisl e Fabio Benedetti per la Uil. L’impegno è stato ribadito con forza: “La ZES può accompagnare sviluppo e crescita, ma occorre non disperdere risorse e non commettere gli errori del passato”.
Il nodo centrale, sottolineano i sindacati, è la qualità del lavoro: investimenti strutturali devono tradursi in occupazione stabile e qualificata, in un contesto regionale che da anni registra criticità sul fronte produttivo.
Sul versante delle imprese, Stefano Lupi di Confcommercio ha definito la ZES “un provvedimento annunciato, ma pur sempre un punto di partenza”, avvertendo che lo stato di crisi dell’Umbria non consente ulteriori ritardi. Per Lupi è necessario “attivare una cabina di regia vera, che valorizzi le vocazioni territoriali e coinvolga la Regione come punto di ascolto”. Per Daniele Stellati di CNA Umbria "vanno rafforzate le sinergie con le regioni limitrofe del Centro Italia sui versanti più caldi, come quello delle infrastrutture, ma non solo. Un punto di partenza significativo è rappresentato dalle relazioni già in atto nei sistemi locali di lavoro. Bisogna spingere su una via locale alla ZES con peculiarità tutte territoriali".
L’analisi dell’economia umbra nel 2024 - illustrato dall'assessore comunale allo sviluppo economico Sergio Cardinali - evidenzia luci e ombre. Se da un lato il PIL è cresciuto dello 0,7%, con un incremento occupazionale di 9.000 unità e una riduzione del tasso di disoccupazione giovanile al 12,4%, dall’altro si registrano segnali di fragilità: il calo di oltre 1.500 imprese attive, la diminuzione dei redditi e una propensione al risparmio tra le più basse del Paese.
Sul fronte positivo, le esportazioni hanno registrato un +16,7% rispetto al 2023, segnale di una capacità competitiva che va consolidata. Tuttavia, resta evidente la debolezza strutturale di lungo periodo, con un valore aggiunto in calo rispetto alla media nazionale ed europea.
"In questo quadro, la ZES - ha spiegato Cardinali - viene considerata l’unico strumento capace di innescare un ciclo virtuoso, a patto che sia sostenuta da un progetto di sviluppo coerente, capace di legare formazione, università e imprese, e da una strategia infrastrutturale all’altezza delle sfide globali".
L’annuncio degli Stati Generali dell’economia, previsti per ottobre, rappresenta il passaggio politico più rilevante. L’amministrazione comunale punta a trasformare l’appuntamento in una piattaforma di confronto aperto, dove mettere a sistema le voci delle parti sociali, delle imprese e delle istituzioni.
Per Riccardo Marcelli della Cisl, si tratta di una possibilità concreta di “superare gli errori del passato, rilanciando l’accordo di programma e affrontando in modo strutturale i temi ambientali e industriali legati all’AST”.
L’obiettivo condiviso è dare a Terni e all’Umbria un ruolo centrale nella nuova geografia economica del Centro Italia, ribaltando il divario con Perugia sul fronte dei consumi e del turismo.
La sfida, adesso, è passare dalle enunciazioni alla concretezza. Conclude Sergio Cardinali: “Il successo della ZES e degli Stati Generali dipenderà dalla capacità di fare squadra, costruendo insieme un futuro di sviluppo sostenibile e di lavoro di qualità”.