Il nome di Alviano, piccolo comune di appena 1.332 abitanti in provincia di Terni, è risuonato in prima serata televisiva durante l’edizione 2025 di X Factor. Merito di Adriano Aquili, 22 anni, in arte Più o Mino, che con la sua esibizione ha conquistato il pubblico presente in studio e i telespettatori da casa, scatenando una vera e propria ondata di entusiasmo sui social.
La sua canzone, dal titolo “Con te Alviano”, è un inno d’amore per i colori della squadra del suo paese, l’Alviano Calcio. Una scelta coraggiosa, che ha trasformato il palco del talent show in una celebrazione collettiva. Durante la performance, al fianco del giovane artista sono saliti anche i giocatori della squadra locale, militante nel campionato di Seconda Categoria umbra.
Un dettaglio ha colpito in maniera particolare: la giudice Paola Iezzi ha indossato il cappellino con il logo dell’Alviano Calcio, simbolo di un’esibizione capace di travolgere lo studio e restare impressa nella memoria.
Nonostante il mancato quorum - tra i giudici, solo Achille Lauro ha detto “sì” - la serata rimarrà nella storia del paese. Perché se è vero che il percorso ad X Factor non è proseguito, è altrettanto vero che l’emozione di vedere Alviano al centro della ribalta televisiva nazionale ha reso orgogliosi gli abitanti, i tifosi e lo stesso Aquili.
La storia di Adriano Aquili non è quella di un aspirante popstar qualunque. La sua scelta di portare sul palco un brano dedicato al calcio dilettantistico e al legame con la propria comunità mostra un lato genuino e autentico della musica. In un talent spesso dominato da brani inediti che strizzano l’occhio al mercato, Aquili ha preferito raccontare la sua terra, i suoi amici e la passione di un piccolo club sportivo.
Il risultato? Una standing ovation che ha dimostrato come, al di là della tecnica, il pubblico sappia riconoscere la sincerità di un messaggio. Non è un caso che i social siano stati inondati da commenti positivi, con centinaia di messaggi che lodavano “l’orgoglio umbro” e la capacità di portare una storia di paese davanti a milioni di spettatori.
Un orgoglio che si lega anche alla squadra di calcio locale, protagonista della serata e simbolo di un’identità che resiste grazie allo sport e alle tradizioni. La musica di Aquili ha dato voce a questo spirito comunitario, trasformando una semplice partita di campionato dilettantistico in un sogno televisivo.
Il clamore mediatico di questi giorni offre l’occasione per scoprire più da vicino la storia e le bellezze di Alviano, un borgo umbro che, nonostante le dimensioni ridotte, custodisce un patrimonio culturale, storico e naturalistico di straordinario valore.
Situato nella Valle del Tevere, il comune conta 1.329 abitanti ed è noto per la presenza del Lago di Alviano, bacino artificiale creato nel 1963 con lo sbarramento del fiume. L’area circostante ospita una delle più importanti oasi naturalistiche del WWF, meta di appassionati di birdwatching e di turismo ambientale.
Le origini di Alviano affondano nel Medioevo: il borgo fu feudo della nobile famiglia Liviani, di origine longobarda, che diede i natali al celebre condottiero Bartolomeo d’Alviano. Figura centrale nelle vicende militari del Rinascimento, Bartolomeo contribuì a lasciare al paese un’eredità culturale e architettonica di prim’ordine.
Tra i gioielli artistici spicca la Chiesa di Santa Maria Assunta, rinnovata nel 1506 per volontà dello stesso Bartolomeo e dedicata ai Santi Pietro e Paolo. Al suo interno si trovano opere di straordinario pregio, come la tavola di Niccolò Alunno del 1484 e un affresco di Giovanni Antonio de’ Sacchis, detto il Pordenone, che raffigura la Madonna col Bambino con santi e angeli musicanti. Quest’ultimo lavoro è considerato una delle rare testimonianze del pittore in Italia centrale e presenta evidenti richiami all’arte di Raffaello.
Il borgo è dominato dal Castello Doria Pamphili, risalente al XV secolo. La struttura, caratterizzata da un elegante cortile rinascimentale, custodisce affreschi del Pordenone e di Giuseppe Bastiani. All’interno è ospitato il Museo della civiltà contadina, che conserva strumenti agricoli e testimonianze della vita rurale, e il Museo dei Capitani di Ventura, che ripercorre le gesta di Bartolomeo d’Alviano e altri condottieri umbri.
La dimensione naturalistica trova la sua massima espressione nell’Oasi WWF di Alviano, una riserva che rappresenta un unicum per biodiversità e habitat protetti. Un luogo che attira visitatori e studiosi da tutta Italia, contribuendo a mantenere viva l’identità ambientale del territorio.