La Regione Umbria rassicura cittadini e operatori sanitari: non sono stati riscontrati casi di West Nile Disease (Wnd) sul territorio regionale, né tra gli esseri umani né tra gli animali.
Il Servizio Prevenzione, Sanità Veterinaria e Sicurezza Alimentare sottolinea che questo risultato è frutto di un impegno quotidiano dei professionisti impegnati nell’attuazione del Piano di prevenzione, sorveglianza e risposta alle arbovirosi (PNA) 2025, uno strumento fondamentale per la gestione del rischio epidemiologico.
“Il nostro sistema di controllo è multidimensionale e all’avanguardia – afferma la Regione – e consente di monitorare capillarmente il territorio, garantendo tempestività e sicurezza per la popolazione.”
La West Nile Disease, conosciuta anche come febbre del Nilo occidentale, è una malattia virale trasmessa principalmente dalle zanzare del genere Culex. Non si trasmette direttamente da persona a persona, né da animale a uomo per contatto, ma rappresenta comunque una priorità di sanità pubblica e veterinaria.
Nella maggior parte dei casi l’infezione è asintomatica o causa sintomi lievi, simili a quelli influenzali. Tuttavia, in una piccola percentuale di casi – soprattutto in persone anziane o immunocompromesse – può provocare gravi complicanze neurologiche, come encefaliti e meningiti.
Il sistema di sorveglianza attuato in Umbria è definito “multidimensionale” perché si articola su diversi livelli di monitoraggio, sia umano che animale e ambientale. Questa strategia integrata consente di intercettare precocemente qualsiasi segnale di diffusione del virus.
Dalla primavera all’autunno, quando l’attività delle zanzare è più intensa, vengono posizionate trappole strategiche per catturare e analizzare gli insetti.
“Le trappole permettono di rilevare la presenza dei vettori e verificare l’eventuale circolazione del virus tra di essi”, spiega il Servizio sanitario regionale.
Grazie a questo sistema, è possibile intervenire rapidamente con trattamenti di disinfestazione mirata, prima che il virus raggiunga la popolazione o gli animali domestici.
Gli uccelli stanziali sono considerati sentinelle naturali della febbre del Nilo occidentale, poiché il virus circola tra uccelli e zanzare prima di raggiungere altri animali o l’uomo.
La Regione attua campagne di monitoraggio sierologico, prelevando campioni di sangue da alcune specie per rilevare la presenza di anticorpi contro il virus.
“Questo ci consente di capire con anticipo se il virus è presente nell’ambiente, anche quando non sono ancora stati segnalati casi clinici”, evidenziano i veterinari regionali.
Un ulteriore strumento di prevenzione è l’analisi di uccelli selvatici rinvenuti morti. Il loro esame contribuisce a tracciare la circolazione virale e a individuare possibili focolai naturali del West Nile.
Cavalli e altri equidi possono manifestare sintomi neurologici in caso di infezione da virus West Nile. Per questo motivo, la Regione mantiene un attento monitoraggio veterinario presso maneggi e scuderie.
La comparsa di casi clinici negli equidi è un ulteriore campanello d’allarme che permette di rafforzare rapidamente le misure di prevenzione per la popolazione umana.
Grazie a questo approccio integrato, la Regione Umbria è in grado di:
Rilevare precocemente eventuali focolai del virus.
Attivare immediatamente le azioni di controllo, come disinfestazioni mirate e comunicazioni di allerta.
Coordinare con rapidità le attività tra servizi sanitari, veterinari e ambientali, limitando i rischi per la salute pubblica.
Nonostante l’assenza di contagi, la Regione invita i cittadini a non abbassare la guardia e a mettere in pratica semplici ma efficaci misure di protezione dalle punture di zanzara:
Eliminare ristagni d’acqua in giardini, cortili e balconi, dove le zanzare depongono le uova.
Utilizzare repellenti cutanei e zanzariere su finestre e letti, soprattutto nelle ore di maggiore attività degli insetti (dall’alba al tramonto).
Indossare abiti chiari e leggeri che coprano braccia e gambe durante le serate all’aperto.
“La protezione individuale è il primo e più efficace strumento per prevenire le punture e ridurre il rischio di diffusione delle arbovirosi”, ricorda la Regione.
Un aspetto innovativo del Piano regionale è l’attenzione verso la biodiversità e in particolare la protezione delle api, fondamentali per l’ecosistema e l’agricoltura.
In caso di interventi di disinfestazione, è attivo un sistema di allerta per gli apicoltori, che vengono informati in anticipo. Questo permette di adottare le dovute precauzioni per proteggere gli alveari dagli effetti degli insetticidi.
Un’altra priorità è prevenire l’insorgenza di resistenza agli insetticidi da parte delle zanzare, fenomeno che potrebbe compromettere l’efficacia delle misure di controllo nel lungo periodo.
La Regione sta elaborando un piano di gestione della resistenza, basato su:
Rotazione e alternanza dei prodotti utilizzati.
Controlli periodici sull’efficacia dei trattamenti.
Studi per sviluppare metodologie sostenibili e meno impattanti sull’ambiente.
Dal mese di giugno 2025, la Regione Umbria, le aziende sanitarie locali e Anci Federsanità sono impegnate in una campagna di informazione mirata a sensibilizzare la popolazione sul rischio West Nile e sulle pratiche preventive.
La comunicazione avviene attraverso:
Portale regionale dedicato alle arbovirosi.
Profili social ufficiali su Facebook e Instagram.
Materiali cartacei distribuiti in farmacie, ambulatori e luoghi pubblici.
L’obiettivo è rendere i cittadini parte attiva del sistema di prevenzione, diffondendo comportamenti corretti e favorendo la collaborazione con le autorità sanitarie.
Grazie al PNA 2025 e a un approccio scientifico avanzato, l’Umbria si conferma regione virtuosa nella gestione delle malattie trasmesse da vettori.
“Il nostro sistema integrato ci permette di anticipare eventuali emergenze e di proteggere efficacemente la popolazione”, sottolineano dalla Regione.
L’assenza di contagi, ottenuta nonostante la diffusione di casi in altre aree d’Italia, dimostra che prevenzione, sorveglianza e collaborazione tra istituzioni e cittadini sono la chiave per mantenere alto il livello di sicurezza sanitaria.