Il 25 giugno 2024, all’indomani del ballottaggio, Vittorio Fiorucci saliva le scale di Palazzo Pretorio e prendeva possesso dell’ufficio da primo cittadino di Gubbio. A distanza di un anno, il sindaco traccia un bilancio della sua amministrazione in una lunga intervista concessa a Cinzia Tini, direttrice di TRG.
“Da quel giorno non sono mai uscito dal Palazzo, neanche nei weekend” racconta Fiorucci con un sorriso che lascia trasparire stanchezza ma anche determinazione. “Avevo l’obiettivo di conoscere a fondo la macchina comunale, ufficio per ufficio, situazione per situazione. Solo così si può governare davvero”.
Fin dai primi giorni, l’impegno è stato massimo. Ma il sindaco ammette che la realtà si è rivelata più complessa del previsto: “Abbiamo perso subito il segretario comunale, e ci sono voluti sei mesi per trovarne uno nuovo. Questo ha inevitabilmente rallentato la macchina”. Tuttavia, la fase di studio ha permesso anche di “affinare le visioni, aggiustare il tiro e comprendere in profondità le progettualità in corso”.
Alle critiche dell’opposizione, che lo accusano di portare avanti solo progetti della precedente amministrazione, Fiorucci replica con chiarezza: “Era doveroso completare ciò che era già stato avviato, ma molti interventi richiedevano attenzione per evitare danni futuri. Intanto, abbiamo impostato le nostre strategie”.
Uno dei punti centrali dell’azione amministrativa riguarda la viabilità e la fruibilità del centro storico. “Gubbio è una città che non è mai stata infrastrutturata adeguatamente dal 1950 a oggi. Le esigenze dei residenti, dei commercianti e dei turisti vanno armonizzate”, sottolinea il sindaco.
Punto nevralgico, piazza 40 Martiri: “È più bella, certo. Ma non è stato pensato cosa farci. Abbiamo un abito elegante, ma non sappiamo se usarlo per un matrimonio o per andare al lavoro”. La sfida è trovare una soluzione che concili pedonalizzazione, servizi, logistica e viabilità. Tra le proposte: il recupero dell’area retrostante all’ex ospedale e un parcheggio multipiano dietro l’edicola, per compensare la perdita di 180 stalli.
Il ritorno del Giro d’Italia ha offerto un’importante vetrina mediatica per Gubbio. Ma per Fiorucci non si tratta solo di visibilità: “Serve una visione turistica chiara, professionale, competente. Gubbio ha un patrimonio culturale enorme, ma va promosso con strumenti moderni e strategie digitali”.
Il futuro? Turismo esperienziale e valorizzazione delle filiere locali: “Dobbiamo far conoscere i nostri prodotti – vino, olio, zafferano – e creare una base economica solida, che generi occupazione. Turismo, agricoltura e industria devono andare di pari passo”.
Lo sport rappresenta per l’amministrazione Fiorucci un volano di crescita, anche economica. “Gli impianti sportivi devono attrarre eventi e squadre, non possono essere usati due volte al mese”, afferma deciso. E cita l’esempio positivo di Federico Burdisso, nuotatore olimpico che si allena a Gubbio, “generando entusiasmo tra i giovani e un ritorno sociale ed economico per tutta la comunità”.
L’amministrazione è in dialogo con il Ministero per un intervento di riqualificazione complessiva, “perché impianti moderni significano anche occupazione e inclusione”.
Nel primo anno è nato anche Gubbio Job, un’iniziativa pensata per mettere in contatto chi cerca lavoro con chi lo offre. “Il Comune non crea posti di lavoro direttamente, ma può e deve creare occasioni di incontro e orientamento. Vogliamo che uscire da Gubbio sia una scelta, non una necessità”.
Il progetto ha coinvolto aziende, agenzie interinali e scuole, “illuminando famiglie e studenti sulle possibilità occupazionali concrete e sui mestieri del futuro”. Un punto di partenza, promette il sindaco, “che vogliamo replicare e rafforzare”.
La differenza di colore politico tra Comune e Regione non sembra turbare troppo Fiorucci: “I rapporti con la presidente Stefania Proietti sono distesi e collaborativi. Lavoriamo per il territorio, non per un partito”.
Con oltre 570 km² di estensione comunale e un bacino d’utenza di 65.000 persone, “non possiamo permetterci che le tensioni politiche penalizzino famiglie, lavoratori e studenti”. La sua linea è netta: “La politica partitica deve restare fuori dai bisogni concreti delle persone”.
Alla fine dell’intervista, Fiorucci si dà un voto per il suo primo anno da sindaco: sei. Un voto di impegno, come tiene a precisare: “Sono molto severo con me stesso. Credo che solo con l’impegno si possa davvero ascoltare e capire”.
La vera soddisfazione, conclude, sarà “aver lasciato una macchina amministrativa efficiente, capace di dare risposte indipendentemente dal colore politico. Il bravo lo vedremo alla fine. I cavalli da corsa si vedono sul traguardo”.
Il bilancio del primo anno da sindaco di Vittorio Fiorucci è, nelle sue parole, un mix di fatica, studio, passione e progettualità. Dalle infrastrutture al turismo, dall’occupazione allo sport, il sindaco punta a costruire una Gubbio “più moderna, attrattiva, viva e produttiva”. La strada è lunga, ma lo spirito – come lui stesso sottolinea – è “lo stesso di quel 25 giugno 2024”. E la direzione sembra chiara: governare non per consenso, ma per costruire.