23 Oct, 2025 - 17:40

Il video degli ultimi istanti di Andrea Prospero: la Procura di Perugia deposita il filmato davanti al gup

Il video degli ultimi istanti di Andrea Prospero: la Procura di Perugia deposita il filmato davanti al gup

Silenzio, tensione, attesa: nell’aula del tribunale di Perugia sono bastati pochi minuti per cambiare le sorti del processo sulla morte di Andrea Prospero, studente di Lanciano trovato senza vita in un bed and breakfast lo scorso gennaio. La Procura ha depositato il video degli ultimi istanti del diciannovenne e il giudice ha respinto la richiesta di patteggiamento avanzata dal romano accusato di istigazione o aiuto al suicidio. Un momento che segna una svolta giudiziaria e mette ancora una volta al centro dell’attenzione pubblica le dinamiche dell’accaduto.

Un video che squarcia la nebbia sulle responsabilità: la prova visiva determinante per la Procura di Perugia

Quel filmato, individuato tra i file informatici sequestrati dagli inquirenti, era stato ritenuto inizialmente non utilizzabile. Oggi è il cuore probatorio del procedimento, il documento che potrebbe chiarire se altre persone fossero presenti nella stanza con Andrea.
A sottolinearne il valore sono i legali della famiglia Prospero, Carlo Pacelli e Francesco Mangano“Un patteggiamento a due anni e sei mesi, per un reato così grave, non avrebbe avuto alcun valore riparativo né rieducativo: avrebbe anzi determinato un atteggiamento di impunità” ha spiegato Pacelli al termine dell’udienza.

Il rifiuto del patteggiamento ha visto la famiglia nel ruolo di parte civile, decisa a chiedere che la giustizia segua il suo corso senza scorciatoie. Le eccezioni e contestazioni presentate dagli avvocati sono state accolte integralmente dal gup, dando “voce al dolore e alla richiesta di giustizia”.

Il dialogo su Telegram e la drammatica escalation: “Ammazzati e zitto. Senza fare storie”

Nel fascicolo dell’inchiesta, emerge una chat su Telegram: la vittima e l’imputato si sentivano e scrivevano da tempo. A poche ore dalla tragedia, i messaggi si fanno sempre più spietati.
“Mangia tutte e 7 le pasticche e basta” scrive il diciottenne romano, spingendo Andrea a superare il punto di non ritorno.
La vittima risponde di sentirsi debole, di non farcela. Ma il tono della replica resta gelido: “Ce la puoi fare, vai, ammazzati”.
L’ultimo messaggio di Andrea, “Dammi più incoraggiamento”, riceve una risposta ancor più brutale: “Non ho voglia, chittesenc**a. Se vuoi ammazzarti, ammazzati e zitto. Senza fare storie”.

Il corpo del ragazzo viene rinvenuto solo sei giorni dopo, in quella stanza che ha custodito il dolore e la solitudine. “Andrea poteva essere salvato”, afferma Mangano, che rilancia: “Sarebbe bastato chiamare un’ambulanza. Invece l’imputato non ha mai mostrato pietà e si è sottratto ai domiciliari”.

Una famiglia unita nella richiesta di verità: il valore del processo oltre il risarcimento

In aula ci sono i genitori e i fratelli di Andrea, sostenuti dagli avvocati Pacelli e Mangano. La richiesta è chiara: “Il risarcimento non è la priorità. Quello che conta per questa famiglia è vedere riconosciuta la giustizia per Andrea”, dichiarano i legali, riportando il sentimento dei familiari.
La soddisfazione per la decisione del gup non cancella il dolore, ma apre una consapevolezza nuova: “Il nostro grido di dolore è stato ascoltato”.

L’udienza è stata aggiornata al 6 novembre. L’imputato potrà presentare nuove istanze dopo aver preso visione degli atti e del video, che ormai rappresenta un punto fermo della ricostruzione processuale.

Il filmato depositato dalla Procura non è solo una prova tecnica, ma una testimonianza che getta una luce decisiva - secondo la Procura - sul contesto emotivo e sulle responsabilità. 

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Federico Zacaglioni
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