Un incontro operativo, denso di prospettive strategiche, che conferma la volontà dell’azienda sanitaria di rafforzare una collaborazione storica con una delle strutture più qualificate del territorio, impegnata nella riabilitazione funzionale, nella residenzialità e nel supporto alle persone con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali. La visita istituzionale si inserisce in un percorso di ampliamento dei servizi essenziali, in risposta a un bisogno di salute in continua crescita.
La delegazione della Usl Umbria 1, composta dal direttore generale Emanuele Ciotti, dal direttore sanitario Ottavio Alessandro Nicastro, dalla direttrice amministrativa Roberta Volpini e dalla direttrice del Distretto dell’Assisano, Ilaria Vescarelli, è stata accolta dalla presidente del Serafico, Francesca Di Maolo, insieme ai collaboratori dell’Istituto. Un confronto schietto, orientato alla qualità dell’assistenza e al futuro della presa in carico dei pazienti più fragili.

Il Serafico di Assisi è un presidio riconosciuto a livello nazionale e internazionale per la riabilitazione, la ricerca e l’innovazione medico-scientifica dedicate a bambini e giovani adulti con disabilità complesse. Una realtà in cui la dimensione clinica si integra a percorsi personalizzati, costruiti attorno ai bisogni degli utenti.
La convenzione in essere con la Usl Umbria 1 garantisce l’accesso a servizi fondamentali, dalla riabilitazione funzionale ai percorsi di residenzialità e semiresidenzialità, configurando la struttura come un asset essenziale del sistema regionale.
L’Istituto è oggi accreditato per 86 posti in regime residenziale e 30 in regime semiresidenziale. Le tipologie di utenza convenzionate includono:
persone con disabilità in età evolutiva con minorazioni plurisensoriali
soggetti con disturbi neuropsichiatrici e del neurosviluppo
giovani adulti con elevata intensità assistenziale
utenti con disturbi del comportamento
Si tratta di profili che richiedono competenze specialistiche, protocolli avanzati e una rete integrata capace di sostenere percorsi complessi, spesso continuativi e altamente personalizzati.
Il direttore generale Emanuele Ciotti ha rimarcato il valore strategico del rapporto tra Usl e Serafico, sottolineando il ruolo dell’Istituto nella rete dei servizi dedicati alle fragilità più profonde. “L’Istituto Serafico rappresenta una vera eccellenza del territorio e non solo umbro - ha chiarito Ciotti -. Per l’Usl Umbria 1 il rapporto diretto con questa realtà è molto importante perché riguarda le persone più fragili e che necessitano di maggiori cure ed attenzione, anche in supporto alle loro famiglie. La visita ci ha permesso di toccare con mano questa splendida struttura e di pensare a nuove sinergie. È intenzione dell’Azienda ampliare le attività sanitarie e socio-sanitarie attualmente in convenzione, rispondendo così al crescente bisogno di salute della popolazione. L’Usl Umbria 1 vede nel Serafico un partner fondamentale, capace di garantire un’assistenza altamente specializzata alle persone con le disabilità più complesse. Questo rapporto di convenzione agisce come una rete di sicurezza per le famiglie, assicurando che le risorse sanitarie siano distribuite per coprire le esigenze assistenziali più elevate”.
Le parole del direttore definiscono con chiarezza la direttrice strategica dell’Azienda: rafforzare l’alleanza operativa, estendendo l’offerta sanitaria e socio-sanitaria convenzionata in funzione dei nuovi bisogni espressi dalla popolazione.
L’importanza del Serafico era stata riconfermata di recente anche dalla presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, e dalla direttrice regionale Salute e Welfare, Daniela Donetti, che ne avevano evidenziato la qualità dei servizi erogati e la capacità di rispondere a quadri clinici di elevata complessità.
La visita della direzione della Usl Umbria 1 si inserisce dunque in un percorso istituzionale di consolidamento, volto a potenziare la presa in carico delle disabilità più complesse, valorizzando una struttura che coniuga eccellenza clinica, innovazione e ricerca, mantenendo al centro la persona e la qualità dell’assistenza.
L’esperienza assisana conferma una direttrice chiara per il futuro della sanità territoriale: investire in specializzazione, continuità assistenziale e prossimità operativa, costruendo una rete capace di sostenere le fragilità più profonde con servizi avanzati, integrati e pienamente orientati ai bisogni delle famiglie.