25 Sep, 2025 - 18:30

Usl Umbria 1, a Perugia il primo open day regionale sul Punto unico di accesso: già 200 cittadini accolti

Usl Umbria 1, a Perugia il primo open day regionale sul Punto unico di accesso: già 200 cittadini accolti

Il primo open day regionale dedicato al Punto unico di accesso (PUA) si è svolto alla Casa della Comunità di Perugia - Ponte San Giovanni, registrando in pochi mesi circa 200 accessi e confermando l’interesse dei cittadini verso un servizio destinato a diventare la porta d’ingresso ai percorsi sanitari e sociali in Umbria. L’iniziativa, promossa dalla Usl Umbria 1 con la collaborazione della Regione Umbria e del Comune di Perugia, ha visto la partecipazione di dirigenti sanitari, amministratori locali e operatori del settore, chiamati a illustrare finalità e prospettive di un modello organizzativo che punta a rafforzare l’integrazione sociosanitaria.

Un servizio a misura di cittadino: accessibilità e integrazione al centro del progetto

Ad aprire i lavori è stato il direttore generale della Usl Umbria 1, Emanuele Ciotti, che ha sottolineato come il PUA rappresenti “uno dei punti cardini di accessibilità per il cittadino, un valore aggiunto che sarà presente in ogni Casa della Comunità dell’Umbria”. L’iniziativa si inserisce nel nuovo Piano Sanitario Regionale e si accompagna all’attivazione del numero europeo 116117, la centrale operativa per le cure mediche non urgenti, attiva 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.

I numeri dei primi mesi di attività confermano l’attenzione verso il servizio: dal febbraio scorso, il PUA di Ponte San Giovanni ha raccolto 200 accessi, suddivisi tra richieste telefoniche (10%), domande a carattere sociale (10%), bisogni sanitari (25%) e soprattutto sociosanitari (55%).

Il ruolo delle istituzioni locali e il lavoro di rete con il territorio

Per il Comune di Perugia, l’assessora alle Politiche sociali Costanza Spera ha evidenziato l’importanza dell’open day come momento di confronto diretto con i cittadini e le associazioni. “Il PUA rappresenta la svolta per dare vita a un percorso di integrazione sociosanitaria vero - ha spiegato - e siamo già di fronte a un riscontro significativo, nonostante il servizio sia attivo da pochi mesi”. L’assessora ha poi ringraziato le assistenti sociali, le associazioni e i professionisti che operano negli uffici di cittadinanza, sottolineando la qualità della collaborazione avviata.

Un concetto ribadito anche dalla direttrice del Distretto del Perugino, Barbara Blasi, che ha definito il PUA “un servizio ad alta integrazione sociosanitaria, dove assistenti sociali, infermieri e personale amministrativo lavorano fianco a fianco, condividendo competenze e risorse per offrire al cittadino una risposta tempestiva e coerente”.

Dal Piano sociosanitario integrato al territorio: il modello organizzativo regionale dei PUA

L’intervento conclusivo è stato affidato a Valentina Battiston, dirigente del Servizio Programmazione e Sviluppo Sistema Sociale Integrato della Regione Umbria, che ha inquadrato l’esperienza di Perugia in una strategia più ampia: “L’open day attesta la realizzazione concreta di una parte fondamentale del Piano sociosanitario integrato. Abbiamo definito standard organizzativi e strumenti di valutazione multidisciplinari che consentono di elaborare per ogni persona piani assistenziali, educativi e riabilitativi”.

L’obiettivo regionale è chiaro: estendere il modello a tutte le 23 Case della Comunità previste dal PNRR, costruendo un sistema in grado di eliminare la frammentazione dell’assistenza e di offrire a ogni cittadino un unico punto di accoglienza, indipendentemente dal bisogno espresso.

Un cambio di paradigma per l’accesso ai servizi

Il PUA non si limita a essere uno sportello informativo. È concepito come strumento di presa in carico integrata, che riduce i tempi di risposta e valorizza le risorse locali, dal terzo settore ai servizi territoriali. La sua funzione è quella di garantire che nessuna richiesta resti inevasa, con particolare attenzione alle fasce più fragilianziani, disabili, famiglie in difficoltà e persone con problemi di salute mentale - che trovano nel Punto unico un riferimento stabile.

Un modello che segna un cambio di prospettiva: non è più il cittadino a doversi adattare alle logiche del sistema, ma è il sistema stesso che si organizza per rendersi accessibile, trasparente e inclusivo. L’esperienza di Perugia apre la strada a un nuovo modo di intendere i servizi sociosanitari in Umbria, con il PUA al centro della rete territoriale.

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Federico Zacaglioni
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