17 Sep, 2025 - 20:57

Droni e scienza: la ricerca di Unipg che tutela la street art

Droni e scienza: la ricerca di Unipg che tutela la street art

La street art decora le città con colori e immagini, ma è un patrimonio fragile: i murales esposti a sole, pioggia e smog finiscono per sbiadire. Non tutti i colori, però, invecchiano allo stesso modo. Un nuovo studio italiano ha analizzato il "DNA" dei murales, svelando quali tinte resistono di più e quali invece si degradano più in fretta. Grazie a droni e tecnologie avanzate, i ricercatori hanno mappato un grande murale di Milano per monitorarne lo stato di salute, aprendo nuove prospettive su come preservare la street art.

Street art patrimonio culturale da difendere

La street art è ormai riconosciuta come un patrimonio culturale contemporaneo, capace di raccontare l’identità dei quartieri e delle comunità. Proprio per questo la sua tutela è diventata una sfida urgente, soprattutto perché si tratta di opere spesso esposte all’aperto e dunque vulnerabili agli agenti atmosferici e all’inquinamento.

Il murale Musica Popolare di Milano sotto la lente

Come caso di studio, gli esperti hanno scelto il murale Musica Popolare del collettivo Orticanoodles, realizzato nel 2017 nel quartiere Ortica a Milano. L’opera, che si estende per quasi 400 metri quadrati su un cavalcavia ferroviario, raffigura icone come Dario Fo, Ornella Vanoni, Enzo Jannacci e Giorgio Gaber. Un vero e proprio simbolo identitario per la città, che i ricercatori hanno deciso di analizzare nel dettaglio.

Tecnologie innovative per monitorare i murales

I ricercatori hanno sviluppato un metodo avanzato che unisce analisi spettroscopiche portatili, imaging iperspettrale, rilievi multispettrali con droni e analisi chimiche di laboratorio su microcampioni. Questo approccio consente di ottenere mappe chimiche complete anche di murales molto estesi e di controllarne lo stato nel tempo in modo rapido ed economico. Le amministrazioni locali, grazie a queste tecniche, possono avere strumenti più efficaci e sostenibili per programmare interventi di conservazione.

Perché i colori rossi si degradano più velocemente

Dalle analisi è emerso che non tutti i pigmenti reagiscono allo stesso modo al passare del tempo. I toni del rosso, in particolare quelli ottenuti con il pigmento PR112, sono risultati i più vulnerabili: tendono a scolorire rapidamente e a produrre composti di degrado. Una scoperta importante perché molti murales utilizzano proprio queste tonalità per i loro soggetti principali.

Come cambia la durata dei pigmenti nei murales

Al contrario, i colori viola e giallo si sono dimostrati più stabili, mentre nero e grigio hanno conservato a lungo la loro intensità cromatica. Anche il tipo di legante gioca un ruolo decisivo: le resine acriliche e stireniche, diffuse nella street art, tendono a perdere brillantezza e a polverizzarsi nel tempo, soprattutto quando contengono biossido di titanio che accelera i processi di degrado.

Droni e analisi chimiche per la conservazione sostenibile

La combinazione tra rilievi non invasivi, analisi chimiche e mappature digitali permette di costruire una vera e propria “cronologia clinica” dei murales. Grazie ai droni, le superfici possono essere monitorate periodicamente senza interventi invasivi e con costi contenuti. Questo apre la strada a un nuovo modello di conservazione, più accessibile e scalabile anche per opere di grandi dimensioni.

I risultati della ricerca dell’Università di Perugia e del CNR

Il progetto SuPerStAr, che ha coinvolto l’Università di Pisa, il CNR e il Centro SMAArt dell’Università di Perugia, rappresenta la prima prova di concetto di un modello replicabile per lo studio della street art. “I risultati ottenuti sono estremamente promettenti nell’ottica di un monitoraggio efficace dello stato di salute di opere policrome di grandi dimensioni come quelle della street art”, ha spiegato Aldo Romani, direttore del Centro SMAArt.

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Francesca Secci
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