29 Dec, 2025 - 12:30

Un umbro su due compra online: i dati della CGIA di Mestre sul commercio che cambia

Un umbro su due compra online: i dati della CGIA di Mestre sul commercio che cambia

Un umbro su due compra ormai online: nel 2024, il 44,9% dei residenti - 383.000 persone - ha effettuato acquisti digitali negli ultimi 12 mesi, posizionando l’Umbria all’ottavo posto nella classifica nazionale Istat, davanti a Lombardia ed Emilia-Romagna ma dietro Trento (49,2%)Valle d’Aosta (47,2%)Toscana (47%) e Friuli-Venezia Giulia (46,4%). Questo dato intermedio riflette una digitalizzazione solida, con imprese e-commerce triplicate in dieci anni (+204,7%, da 196 a 596 unità), trainate da Perugia (+206,5%). Rispetto alla media italiana del 53,6% (Eurostat), la regione supera il Sud - Calabria ultima al 27,6% - ma deve accelerare per eguagliare il Nord-Est. Si tratta dei dati relativi all'ecommerce in Italia elaorati dalla CGIA di Mestre, che col suo Ufficio Studi ha fotografato la mappa degli acquisti digitali. 

Il motore umbro: tra crescita digitale e radicamento territoriale

Nei primi dieci mesi del 2025, le vendite online in Umbria crescono del 2,1%, un dato doppio rispetto al calo dello 0,7% registrato dai negozi di vicinato, e in linea con il trend nazionale dove l’e-commerce B2C sfiora i 60 miliardi di euro. Tuttavia, il commercio fisico domina ancora con quasi il 90% del totale retail: una percentuale che scende all’11% per i prodotti e sale al 17% per i servizi. Settori come abbigliamento (23,2%), articoli casa (13,7%) e streaming (13,4%) guidano la corsa digitale, lasciando intravedere un potenziale ancora inespresso per filiere locali come l’agroalimentare e il turismo.

“Il digitale non cancella il territorio, ma lo riorganizza”, osservano alla Camera di Commercio dell’Umbria, dove si investe in formazione e banda larga per sviluppare piattaforme locali, specie a Terni, dove l’incidenza dell’e-commerce sull’economia locale è ancora allo 0,9%. Le priorità? Digitalizzazione strutturale - con strumenti come cloud, ERP e CRM per artigiani e piccoli commercianti - e un alleggerimento fiscale su affitti e tasse per rivitalizzare i centri storici.

Il confronto con l’Italia: un Nord-Est avanti, un Sud che arranca

L’Umbria si colloca in una posizione di eccellenza al Centro Italia: supera Marche (41,7%) e Abruzzo (39,8%), e si avvicina a Lazio (45,7%) e Toscana (47%). Tuttavia, il confronto con il Nord-Est - con Veneto (46,2%) e Liguria (45,2%) - e ancor più con le regioni del Sud, come Campania (32,9%) e Sicilia (30,7%), evidenzia un divario non solo culturale ma infrastrutturale. Dal 2019 a oggi, le vendite online in Italia sono esplose del 72,4%, mentre i piccoli negozi hanno segnato un modestissimo +2,9%. Un salto che ha allargato le quote di mercato, ma non ha spento la luce delle vetrine.

Il futuro del commercio: tra equità fiscale e valore sociale

La vera partita, oggi, non si gioca tra online e offline, ma sulla capacità di costruire un quadro regolatorio equo“Non servono battaglie nostalgiche a difesa del negozio fisico - si legge nel report dell’Ufficio Studi della CGIA - ma misure che favoriscano la concorrenza e la sostenibilità”.

Servono, in altre parole, regole fiscali competitive per tassare le vendite digitali in base alla localizzazione effettiva dei consumi, contrastando il fenomeno delle multinazionali che pagano le tasse in Paesi a fiscalità agevolata.

Il rischio, altrimenti, è uno sbilanciamento che non tiene conto del valore sociale dei negozi di prossimità: creano lavoro localmente, alimentano circuiti di spesa radicati nel territorio, offrono servizi personalizzati e contribuiscono all’attrattività e alla sicurezza urbana. L’e-commerce, d’altronde, ha imposto nuovi standard di comodità - acquisti 24 ore su 24, consegne rapide, resa semplice - che i piccoli esercizi possono fare propri solo attraverso una transizione digitale supportata e non episodica.

Umbria, laboratorio di una via italiana al commercio integrato

I numeri raccontano di una regione che corre, ma non sprinta. Con un tasso di digitalizzazione solido e una crescita delle imprese e-commerce triplicata in un decennio, l’Umbria potrebbe diventare un laboratorio di quella “via italiana” al commercio che bilancia innovazione e radicamento. La sfida è trasformare il digitale da minaccia a opportunità di ampliamento del mercato, senza perdere l’anima sociale e economica dei centri urbani. “Ciò che manca - conclude il report - è una cornice politica ed economica che permetta alle piccole attività locali di competere su parametri equi, riconoscendone il valore”. Per l’Umbria, e per l’Italia, la partita è ancora aperta.

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Federico Zacaglioni
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