11 Dec, 2025 - 15:00

Il turismo cresce in Umbria nei primi nove mesi del 2025 dal Trasimeno alla Valnerina. L'analisi sui dati dei comprensori

Il turismo cresce in Umbria nei primi nove mesi del 2025 dal Trasimeno alla Valnerina. L'analisi sui dati dei comprensori

I numeri non mentono, raccontano una regione che non solo ha superato la prova della ripartenza post-pandemica, ma che sta disegnando una nuova mappa dell’accoglienza. I primi nove mesi del 2025 confermano per l’Umbria un ciclo espansivo solido e diffuso, trainato non più solo dai poli storici ma da una costellazione di territori che hanno saputo ritrovare, o addirittura inventare, la propria vocazione.

Perugia, Scalinata, Passi, Umbria

L’analisi dei dati comprensoriali dell’Agenzia Umbria Ricerche (AUR), condotta da Giuseppe Coco, Responsabile dell’Area “Mutamenti sociodemografici”, svela dinamiche sorprendenti: dove le presenze (notti trascorse) corrono più degli arrivi (numero di clienti) significa che i visitatori restano più a lungo, attratti da esperienze immersive. E dove la crescita a doppia cifra rispetto al 2019 diventa la norma, il vero tema non è solo festeggiare, ma governare una crescita che non conosce, al momento, inversioni.

La crescita si distribuisce: da Assisi alla Valnerina, un mosaico in movimento

Scorrendo le tabelle dell’AUR, si comprende come la crescita del turismo non sia un fenomeno piatto. L’Assisano consolida il suo primato con numeri da capogiro: +30% di presenze e +25% di arrivi rispetto al 2019, con il Giubileo 2025 che “accentua una dinamica già fortemente positiva, amplificando i flussi legati al turismo religioso”, spiega Coco. È un modello che resiste e si rafforza. Allo stesso modo, il Perugino cresce con il passo sicuro del polo urbano multifunzionale, combinando cultura, università e business, per un +20% di presenze.

Umbria, Assisi, Basilica, San Francesco

Ma è osservando le aree un tempo considerate minori che si colgono le vere trasformazioni. Il Folignate registra un balzo del 60% nelle presenze a fronte di un aumento degli arrivi solo dell’8%. “La differenza indica un allungamento significativo della permanenza media”, sottolinea Coco. Significa che chi va a Foligno non passa più solo una notte: si ferma per eventi, festival, per scoprire il territorio.

È la transizione da turismo di transito a turismo esperienziale. Anche lo Spoletino mostra una performance eccezionale, con gli arrivi più che raddoppiati (+174%) dal 2019, merito di un’offerta culturale di alto profilo che fa di Spoleto un hub attrattivo.

Clitumno, Umbria, Panorama

Terni e le aree interne trainano la rinascita: il modello della permanenza

La vera sorpresa arriva dalle aree che hanno sofferto crisi identitarie o calamità. La Valnerina, ferita dal sisma, oggi segna un +45% sia di arrivi che di presenze. È la prova di una rinascita basata su un turismo naturalistico, slow e identitario che sta riconquistando viaggiatori alla ricerca di autenticità. Stesso discorso per l’Alta Valle del Tevere (+45% presenze) e l’Amerino (+48%), dove numeri in crescita assoluta restano comunque contenuti, delineando un modello di sviluppo di nicchia, relazionale e sostenibile, lontano dai rischi della massificazione.

Campagna, Città, Viaggio, Turismo

Dall’altro lato, il Trasimeno conferma il suo ruolo di cardine del turismo di prossimità e outdoor, con una crescita superiore al 20%. Un caso emblematico è quello del Ternano, che grazie al richiamo iconico della Cascata delle Marmore e a una posizione strategica sui flussi tra Roma e il Centro Italia, sfiora un +40% di presenze e un +25% di arrivi.

La crescita simultanea di arrivi e presenze suggerisce un ampliamento della base di domanda e, al tempo stesso, una stabilizzazione delle pratiche di soggiorno”, analizza Coco. Persino l’Orvietano, in ritardo nel recupero post-Covid, nel 2025 mostra finalmente segnali di convergenza con i livelli pre-pandemici.

Oltre i numeri: la sfida di una crescita consapevole

Panicale, Perugia, Borgo, Medioevo

Il quadro che emerge è quello di una regione dalla geografia turistica finalmente multipolare. Ogni comprensorio sembra aver trovato una sua strada: c’è chi punta sulla cultura ad alta intensità, chi sulla natura, chi su eventi e enogastronomia. Questo pluralismo è una ricchezza, ma nasconde anche interrogativi per il futuro. La crescita robusta e generalizzata, se non gestita con visione, può portare a tensioni sulle infrastrutture, sui servizi e sull’ambiente, avvicinando alcune località alla soglia critica dell’overtourism, quel fenomeno per cui l’impatto del turismo eccede le capacità di carico di un territorio.

L’analisi di Giuseppe Coco ci consegna quindi un’Umbria vincente, ma a un bivio. I dati dei primi nove mesi del 2025 parlano di un motore che gira a pieno regime. La sfida per le istituzioni e gli operatori, ora, è quella di passare dalla fase dell’espansione quantitativa a quella della qualità strutturata, investendo su destagionalizzazione, distribuzione intelligente dei flussi e sostenibilità, per garantire che questa stagione favorevole non sia un picco isolato, ma l’inizio di un nuovo, maturo, ciclo di sviluppo.

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Federico Zacaglioni
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