La Regione Umbria ha aperto ufficialmente il tavolo di confronto sull’impatto ambientale e sanitario legato all’insediamento siderurgico di Prisciano, a Terni. Si tratta della prima riunione operativa dopo la deliberazione dell’Assemblea legislativa del 5 giugno 2025. Il confronto, promosso dall’assessore regionale all’Ambiente e all’Energia, Thomas De Luca, si è svolto alla Sala Arpa di Terni alla presenza del Comune di Terni (archiviando di fatto la polemica sull'ultima riunione coi sindacati sul posto di teleconduzione Enel), Arpa Umbria, Arvedi-Ast, sindacati e del Comitato Prisciano, da anni in prima fila nel denunciare disagi ambientali e sanitari legati alla produzione siderurgica.
“Per la prima volta si apre una fase nuova, dove il dialogo istituzionale è finalizzato al controllo partecipato del territorio – ha dichiarato l’assessore De Luca – con cittadini e lavoratori che pongono direttamente questioni ambientali e sanitarie, a cui rispondere attraverso monitoraggi costanti e soluzioni concrete”.
La decisione della Giunta regionale arriva a valle di una stagione segnata da proteste e richieste di chiarimenti. Il Comitato Prisciano, in particolare, aveva sollevato più volte la necessità di una regia istituzionale forte per affrontare un’eredità ingombrante: tre decenni di convivenza con attività industriali che hanno prodotto polveri corrosive, fenomeni odorigeni e vibrazioni, incrementando preoccupazioni di carattere sanitario.
La stessa Assemblea legislativa aveva approvato, con voto unanime, una risoluzione proposta dalla II Commissione consiliare permanente guidata da Letizia Michelini, con cui veniva chiesto all’Esecutivo regionale di attivare un tavolo di monitoraggio regolare. L’impegno si traduce oggi in un lavoro istituzionale che punta a verificare, passo dopo passo, sia l’avanzamento degli interventi messi in campo da Arvedi-Ast, sia l’effettiva applicazione delle prescrizioni ambientali.
De Luca, nel suo intervento, ha richiamato anche le azioni già in fase di esecuzione: dalla nuova Rampa Scorie, la cui conclusione è prevista entro la primavera 2026, al monitoraggio tecnico-scientifico dell’Arpa Umbria sulle emissioni, fino al percorso di valutazione unico regionale (Paur) relativo al progetto di landfill mining nella discarica. “Grazie al supporto scientifico di Arpa, abbiamo la possibilità di verificare in tempo reale lo stato dei lavori e il rispetto dei parametri” ha sottolineato l’assessore.
Il tavolo ha dato voce anche al Comitato Prisciano, che ha riconosciuto il “cambio di passo” impresso dall’amministrazione regionale, pur ribadendo la necessità di affrontare senza ambiguità le grandi sfide ancora aperte. Centrale resta la richiesta di uno studio epidemiologico dedicato, considerato essenziale per chiarire i possibili effetti dell’inquinamento ambientale sulla salute, soprattutto dopo la rilevazione di valori oltre le soglie di nichel e alti livelli di PM10.
Le organizzazioni sindacali hanno invece rimarcato come le questioni ambientali siano strettamente intrecciate con quelle occupazionali e di sicurezza, in un settore che continua a rappresentare uno dei principali poli produttivi della città. La prospettiva condivisa è quella di una strategia integrata che tenga insieme salute dei cittadini, tutela ambientale, sviluppo industriale e continuità del lavoro.
Nelle parole dei partecipanti emerge la consapevolezza che una stagione di confronto stabile possa rappresentare la condizione indispensabile per dare risposte credibili a una comunità che convive da decenni con le contraddizioni di un grande insediamento siderurgico situato in un quartiere residenziale.
Il percorso non si esaurisce nel primo incontro. La Regione ha confermato che i lavori del tavolo avranno cadenza regolare, con un’agenda di questioni da verificare e condividere. Gli obiettivi riguardano:
la verifica periodica dei progetti messi in campo da Arvedi-Ast;
la valutazione a posteriori della corretta esecuzione degli interventi autorizzati;
l’analisi di eventuali nuove criticità emergenti;
l’individuazione tempestiva delle azioni risolutive.
Un punto di attenzione particolare sarà l’inclusione del Comitato di Prisciano nelle attività di monitoraggio sanitario, per rafforzare la dimensione partecipata del processo. Sarà questo, probabilmente, il vero banco di prova della capacità della Regione e degli enti coinvolti di tradurre in fatti l’annunciata “strategia integrata per il miglioramento continuo della situazione ambientale di Terni”.
Il tema ambientale legato all’acciaieria è da trent’anni tra i più controversi nel dibattito cittadino. La sfida ora è verificare se il nuovo metodo di confronto, improntato a rigore tecnico e partecipazione civica, saprà restituire risposte finalmente concrete a un quartiere che attende da troppo tempo.