19 Dec, 2025 - 09:30

Tagli alle borse di studio dal Governo. Barcaioli: "Atto di grave irresponsabilità politica"

Tagli alle borse di studio dal Governo. Barcaioli: "Atto di grave irresponsabilità politica"

Preoccupa molto anche in Umbria la scure sulle borse di studio universitarie annunciata dal Governo. Se per l'anno accademico in corso il riparto complessivo ammonta a 881,8 milioni di euro, grazie anche all'iniezione dei 288 milioni di risorse del Pnrr, dal prossimo si prevedono nuovi e pesanti tagli. Nel 2025/2026 il finanziamento scenderà infatti a 707,8 milioni, con una riduzione di 174 milioni mentre dal 2026/2027 il contributo del Pnrr sparirebbe del tutto. Questo quanto emerso in sede di X Commissione Stato-Regioni, dedicata proprio all’istruzione. Una previsione che desta allarme sulla tenuta del diritto allo studio e sulla possibilità di continuare a garantirlo.

Barcaioli: "Senza risorse si mette in discussione l'accesso all'università"

Sull'istruzione l'Umbria col Governo nazionale era già ai ferri corti per la questione del dimensionamento scolastico, ora con l'annuncio dei nuovi tagli, la situazione rischia di farsi incadescente.

"Quello che sta accadendo sulle borse di studio universitarie è un atto di grave irresponsabilità politica, perché senza risorse strutturali si mette in discussione l’accesso stesso all’università per migliaia di ragazze e ragazzi" ha dichiarato l'assessore regionale all'Istruzione, Fabio Barcaioli sottolineando che l'università non può diventare un privilegio.

Il diritto allo studio rischia di venire compromesso

Il diritto allo studio sancito dall'articolo 34 della Costituzione, senza fondi strutturali rischia di venire compromesso, ha avvertito Barcaioli e a pagare il prezzo più alto per i tagli rischiano di essere le fasce più deboli. "Le Regioni hanno lanciato un allarme - ha affermato - perché senza un intervento dello Stato il diritto allo studio viene meno, con effetti immediati sulle carriere universitarie e sulle possibilità di futuro di chi non ha alle spalle famiglie facoltose".

La situazione prospettata, secondo l’assessore, non può essere affrontata con interventi temporanei né con fondi a scadenza, ma richiede una scelta politica esplicita e una programmazione stabile da parte del Governo e del Ministero dell’Università e della Ricerca.

Per l'Umbria si prospetterebbero "ricadute particolarmente pesanti"

"Auspico che il Governo cambi rotta immediatamente - ha aggiunto l'assessore regionale - poiché le ricadute per l’Umbria sarebbero particolarmente pesanti". Barcaioli ha ricordato come nel cuore verde d'Italia nel corso degli anni il numero di studenti e studentesse sia cresciuto costantemente di pari passo con la volontà di investire sul diritto allo studio "come leva di equità sociale". La Regione adesso "rischia di trovarsi senza gli strumenti necessari a garantire pari opportunità. Senza risorse stabili, il sistema regionale non sarà in grado di assorbire l’impatto del venir meno dei fondi Pnrr, con il rischio di lasciare senza sostegno troppi studenti umbri, nonostante i requisiti di merito e reddito".

L'impegno dell'Umbria. Da poco aumentati i fondi per l'A.A. 2025/206

Da poco in Umbria il riparto dei fondi destinati alle borse di studio è stato incrementato di ulteriori 7 milioni e mezzo per l'anno accademico 2026/2027. Un intervento che mira a coprire l'intero fabbisogno in base a quanto rilevato da Adisu, l'Agenzia regionale per il diritto allo studio, che ha mostrato una crescita di studentesse e studenti idonei beneficiari.

In quella sede Barcaioli aveva spiegato che sul fronte l'impegno della Regione nasce con "la volontà di sostenere il percorso formativo di ogni studentessa e di ogni studente, senza che le difficoltà economiche diventino un ostacolo all’università. Vogliamo dare un segnale chiaro - aveva aggiunto - il diritto allo studio resta una priorità che intendiamo tutelare e rafforzare, anche attraverso un uso responsabile e mirato dei fondi europei. Vogliamo che ogni giovane possa costruire il proprio futuro senza che le difficoltà economiche diventino un ostacolo al percorso universitario".

Alla luce di quanto annunciato recentemente dal Governo, è lecito chiedersi se dall'anno prossimo questo sarà ancora possibile o se, per effetto dei tagli, la platea dovrà restringersi e lasciare indietro molti.

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Sara Costanzi
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