26 Nov, 2025 - 09:30

Inclusione sociale e lavorativa dei detenuti, l'Umbria vara una nuova strategia

Inclusione sociale e lavorativa dei detenuti, l'Umbria vara una nuova strategia

In Umbria sono presenti quattro Istituti penitenziari che si trovano a Perugia, Terni, Spoleto ed Orvieto. Strutture che ospitano una popolazione carceraria di 1.643 persone private della libertà (dati del Ministero della Giustizia aggiornati al 31 ottobre 2025). Persone che, così come recita l'articolo 27 della Costituzione italiana, sono sottoposte ad una pena che deve "tendere alla rieducazione". Chi è stato condannato farà rientro nella società e la libertà sarà il banco di prova di quella "rieducazione" ricevuta in carcere. In Umbria sul fronte dell'inclusione sociale e lavorativa dei detenuti ci sono alcune importanti novità. La Giunta regionale recentemente ha infatti varato una serie di misure per il prossimo triennio che prevede l'attivazione di percorsi specifici destinati alla formazione dei detenuti e delle detenute. 

Come sta cambiando il sistema carcerario umbro

Dal Garante ai sindacati, in molte occasioni è stato denunciato il sovraffollamento nelle carceri umbre. Rispetto alla capienza massima consentita, i detenuti attualmente ristretti sono almeno 300 in più a fronte di una grave carenza di organico. Alta anche la presenza dei detenuti con patologie psichiatriche che dovrebbero essere invece accolti nelle Rems, che l'Umbria al momento non ha. I problemi ci sono ma in atto ci sono anche dei cambiamenti che mirano a mitigarli. A partire dal nuovo Provveditorato, che dopo anni di richieste, a breve si insedierà con la guida di Liberato Guerriero. Presto cambierà anche il direttore della Casa Circondariale di Terni e sempre a Terni avrà sede il Centro regionale per la Giustizia riparativa.

In questo scenario dinamico si aggiunge ora gli interventi del nuovo piano regionale 2026/2029 che insieme agli istituti penitenziari, gli Uepe, le comunità per i minori, il terzo settore e gli enti locali mira a costruire percorsi di reinserimento per i detenuti attraverso formazione, tirocini, laboratori professionali, residenzialità temporanea e servizi territoriali. A presentare la strategia ai direttori dei quattro Istituti penitenziari regionali, è stato l'assessore al Welfare Fabio Barcaioli.

La nuova strategia regionale

La novità del piano triennale di interventi è quella di proporsi come programmazione strutturata e organica su un arco temporale significativo. Si parte con l'avviso 'Giois', destinato a corsi di formazione professionali nei quattro istituti umbri, che intende raggiungere 400 persone. A questo si aggiungono i programmi 'Ama De' e 'Ama Es', sviluppati insieme al Ministero della Giustizia, che prevedono la riqualificazione dei laboratori della Casa Circondariale di Terni e del Centro regionale di giustizia di comunità. Infine ci sono i tirocini finanziati dal Fse+, destinati a chi è in esecuzione penale esterna, e il progetto 'Re.In.S' che mette insieme servizi di orientamento, formazione, housing e sportelli unici di accesso sul territorio regionale. 

Barcaioli: "Un percorso nato dall'ascolto"

La strategia regionale di interventi nelle carceri intende "avviare una nuova fase di collaborazione e partecipazione con la direzione degli istituti, le cooperative e le associazioni presenti nelle strutture - ha sottolineato Barcaioli -. L’intento è elaborare un piano sempre più condiviso per sostenere detenuti, detenute e operatori che affrontano difficoltà legate al sovraffollamento e ad altre criticità. Nelle prossime settimane sono previsti incontri con tutte le realtà coinvolte".

L'assessore regionale ha voluto anche riflettere sul significato più profondo del reinserimento lavorativo e sociale dei detenuti: "si tratta di mettere le persone nelle condizioni di imparare un mestiere, trovare un ambiente sicuro e avvicinarsi a un lavoro stabile" ha affermato.

Un percorso condiviso con le direttrici e i direttori degli Istituti di pena "così da affinare le scelte operative e consolidare un confronto che produce risultati. Ogni strumento - ha aggiunto - dai laboratori ai tirocini, nasce dall’ascolto di chi opera ogni giorno negli istituti di pena e nei servizi territoriali. L’Umbria deve continuare a essere un territorio capace di ascoltare e di costruire risposte" ha concluso.

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Sara Costanzi
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