29 Jul, 2025 - 20:00

L'Umbria prova la carta della sanità 4.0: accordo Regione-Università per la medicina personalizzata e digitale

L'Umbria prova la carta della sanità 4.0: accordo Regione-Università per la medicina personalizzata e digitale

La Regione Umbria prova a prendersi la scena nazionale della sanità digitale. Un memorandum quinquennale firmato oggi tra Palazzo Donini e l'Università degli Studi di Perugia disegna la mappa di una medicina che abbandona i protocolli standardizzati per abbracciare l'individualità genetica di ogni paziente. La presidente Stefania Proietti e il Magnifico rettore Maurizio Oliviero hanno sigillato un'intesa che proietta l'Umbria in prima linea nell'innovazione biomedica italiana.

"Si tratta di un accordo importantissimo che va nella direzione dell'innovazione più spinta", ha dichiarato Proietti, che ha rivendicato per l'Umbria il primato nazionale. "Parliamo di scienze omiche, quindi di medicina personalizzata che si basa su campionamenti analizzati e studiati con l'utilizzo dell'intelligenza artificiale. Un progetto questo, che vedrà la Regione Umbria come prima sede in Italia che ha stipulato un accordo di tale importanza".

Il documento poggia sulle fondamenta del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, attingendo dalla Missione 6 Salute, e trova la sua concretezza operativa nel progetto CURI - Centro Umbro di Ricerca e Innovazione, già finanziato con fondi "Ricerca Sisma 2016" per 5 milioni di euro universitari.

La visione integrata che trasforma i dati in cura personalizzata

Il rettore Oliviero ha delineato l'architettura di questo ecosistema sanitario del futuro: "Il progetto nasce da una visione condivisa tra l'Università, la Giunta regionale dell'Umbria e Confindustria Umbria, fondata su concretezza operativa e approccio sistemico". La strategia poggia su tre pilastri che ridisegnano il rapporto tra diagnosi e terapia: campioni biologici di qualità certificata dalle cliniche universitarie, tecnologie analitiche capaci di identificare biomarcatori in tracce microscopiche, e sistemi di intelligenza artificiale per trasformare montagne di dati in protocolli di cura individuali.

"Questa capacità di integrare campionamento avanzato, tecnologie analitiche e intelligenza artificiale in un unico ecosistema operativo rappresenta un unicum a livello internazionale", ha precisato Oliviero, che ha inquadrato l'Ateneo perugino come "partner strategico della Regione, contribuendo allo sviluppo della ricerca del trasferimento tecnologico e del benessere collettivo".

Il centro CURI si configura come piattaforma per la medicina 4P - Partecipativa, Personalizzata, Predittiva e di Precisione - con l'obiettivo dichiarato di generare ricadute economiche concrete per il tessuto produttivo regionale. All'interno di questa cornice trova spazio Omnia Health, una rete tecnologica per la diagnostica multidisciplinare che promette di portare l'innovazione fin dentro gli ambulatori territoriali.

Il coinvolgimento industriale che chiude il cerchio dell'innovazione

Proietti ha tracciato la roadmap dei prossimi passi: "Si parte oggi dall'intesa tra i due enti pubblici Regione e Università, per poi nei prossimi giorni lavorare concretamente con gli altri attori protagonisti del programma, primo tra tutti Confindustria Umbria". Il coinvolgimento del mondo imprenditoriale attraverso il cluster biomedicale regionale promette di trasformare la ricerca universitaria in applicazioni industriali capaci di competere sui mercati internazionali.

La collaborazione si articola su quattro fronti strategici: ricerca e innovazione per progetti congiunti su medicina personalizzata e intelligenza artificiale sanitaria. E poi formazione avanzata con Master e dottorati industriali sulle scienze omiche. Quindi, sviluppo di infrastrutture per la raccolta e trasporto refrigerato di campioni biologici. E, infine, validazione clinica nei dipartimenti di emergenza-urgenza e nelle case di comunità per sperimentare modelli innovativi di presa in carico del paziente.

Digitalizzazione e intelligenza artificiale come chiave per la medicina personalizzata

L'accordo promette di ridisegnare il panorama sanitario regionale, puntando sulla "digitalizzazione come chiave per una medicina più efficiente, personalizzata e accessibile", secondo le parole della presidente, che ha evidenziato l'obiettivo di "contribuire alla riduzione delle disuguaglianze sanitarie, migliorando l'accesso a cure personalizzate e di prossimità".

Con questo memorandum, l'Umbria scrive il primo capitolo di una sanità che vuole curare non solo malattie generiche, ma individui unici con le loro specificità genetiche e molecolari.

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Federico Zacaglioni
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