31 May, 2025 - 10:28

Trasporti, treni interregionali sulla linea lenta. De Rebotti alza la voce: “Scelte dissennate, servizi interregionali penalizzati”

Trasporti, treni interregionali sulla linea lenta. De Rebotti alza la voce: “Scelte dissennate, servizi interregionali penalizzati”

L’ipotesi è concreta e i tempi sono stringenti: dal dicembre 2025, i treni interregionali veloci che collegano l’Umbria al resto del Paese potrebbero essere completamente spostati dalla linea Direttissima alla linea Lenta. Uno scenario che l’assessore regionale ai Trasporti, Francesco De Rebotti, definisce con fermezza “inaccettabile”, denunciando “gravi scelte di politica trasportistica” da parte di Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART), con conseguenze pesanti per studenti, lavoratori e pendolari umbri.

Lo scenario che va determinandosi - ha dichiarato De Rebotti - va ben oltre l’esigenza di delineare strategie atte a superare un periodo, per definizione transitorio, caratterizzato dai lavori con Fondi PNRR sulla rete ferroviaria nazionale. Ci troviamo, diversamente, di fronte a dissennate scelte di politica trasportistica, che definiscono scenari fortemente punitivi per i cittadini che utilizzano quotidianamente il servizio”.

Servizi interregionali a rischio: Umbria pronta a contrastare la nuova pianificazione

La contestazione dell’assessore si fonda su una comunicazione che prefigura la riorganizzazione delle tracce ferroviarie già a partire dall’orario di dicembre 2025. Una revisione che comporterebbe, di fatto, l’abbandono della linea Direttissima per i servizi ferroviari regionali veloci, con ripercussioni dirette sui tempi di percorrenza e sulla qualità del servizio.

Dopo aver scritto ad ART - ha spiegato De Rebotti - chiedendo che venisse imposto a RFI il rispetto dell’accordo quadro siglato con la Regione Umbria, apprendiamo con preoccupazione l’intenzione di procedere a una completa traslazione dei treni interregionali veloci sulla linea Lenta. Questo significherebbe un netto allungamento dei tempi di percorrenza e un conseguente peggioramento della qualità della vita per chi utilizza il treno quotidianamente, in particolare pendolari e studenti”.

La Regione, sottolinea De Rebotti, ha investito ingenti risorse per l’ammodernamento del materiale rotabile, acquistando nuovi treni destinati proprio alla linea Direttissima, con una velocità d’esercizio fino a 200 km/h. Un piano pensato per alzare gli standard del trasporto pubblico umbro, che rischia ora di essere vanificato da scelte ritenute “anticipate e incoerenti rispetto alla programmazione regionale”.

La Regione chiama alla mobilitazione: pressing su Governo e parlamentari umbri

La presa di posizione dell’Umbria non si limita alle dichiarazioni. L’assessore ha annunciato l’intenzione di opporsi “in tutte le sedi praticabili” alla nuova configurazione della rete ferroviaria e di avviare una mobilitazione istituzionale. “Richiamiamo il Governo alla responsabilità - ha affermato - nella limitazione delle pessime strategie assunte. Chiederemo un incontro urgente con tutti i parlamentari umbri, per condividere una piattaforma di azioni congiunte”.

L’azione regionale mira anche a costruire un fronte comune con altre realtà territoriali coinvolte. “Contatteremo ulteriormente i rappresentanti delle Regioni Toscana e Lazio - ha dichiarato De Rebotti - per costruire un comune profilo di risposta a decisioni egualmente penalizzanti”.

L’Umbria, in questo frangente, si trova al centro di una questione strategica che tocca l’equilibrio tra alta velocità e servizi di cittadinanza. A preoccupare, infatti, non è solo la perdita di efficienza del servizio, ma anche la possibile marginalizzazione della regione nel sistema dei collegamenti ferroviari nazionali.

La tendenza - ha concluso l’assessore – sembra essere quella di favorire in modo assoluto i servizi commerciali, come Frecciarossa e Italo, a scapito di quelli di cittadinanza. Una deriva che penalizza l’utenza ordinaria, quella che ogni giorno prende un treno per lavorare o studiare. Non possiamo accettarlo”.

La questione resta aperta, con il dicembre 2025 ormai alle porte. La Regione Umbria è determinata a non restare spettatrice, in una partita che coinvolge equilibri territoriali, diritti dei cittadini e corretto utilizzo delle risorse pubbliche.

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Federico Zacaglioni
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