L’Umbria rilancia la sua vocazione creativa con un piano triennale che mette al centro artisti, compagnie e teatri locali. Con l’Accordo di programma interregionale 2025-2027, approvato dalla Giunta su proposta del vicepresidente Tommaso Bori, la Regione destina 261.600 euro alle residenze artistiche, strutture dove la produzione culturale prende forma e si traduce in nuove opere, nuove competenze e occasioni di crescita per il territorio.
L’iniziativa nasce dall’intesa siglata tra Governo, Regioni e Province autonome e si inserisce in un quadro di politiche mirate a consolidare il settore dello spettacolo dal vivo. I fondi - 141.600 euro dal Ministero della Cultura e 120.000 euro di cofinanziamento regionale - saranno distribuiti tramite due bandi pubblici triennali, uno per ogni tipologia di residenza.
“Si tratta di un passo fondamentale per sostenere e rafforzare il settore dello spettacolo dal vivo in Umbria, destinando risorse concrete a creatività e produzione artistica”, ha dichiarato Bori. “Con questo atto lanciamo un segnale chiaro: cultura e arte sono leve centrali per lo sviluppo del nostro territorio. Investire nelle residenze significa offrire spazi e opportunità reali ad artisti, teatri e compagnie locali, creando un contesto fertile dove i talenti possano crescere e sperimentare”.
Le residenze artistiche, spiega il vicepresidente, non sono semplici spazi di ospitalità: “Sono veri e propri laboratori di creazione, dove artisti e professionisti possono sviluppare un progetto in un tempo definito. È un investimento sul processo creativo, un sostegno alla nascita di nuove idee e nuovi spettacoli”.
L’Accordo di programma interregionale non si limita a fornire un sostegno economico: mira a creare un ecosistema in cui la produzione culturale possa avere un impatto duraturo. “L’obiettivo è duplice - sottolinea Bori - da un lato offrire un supporto essenziale a progetti di qualità, dall’altro arricchire l’offerta culturale regionale con spettacoli dal vivo più vari e innovativi”.
La Regione sottolinea anche il ritorno socioeconomico dell’investimento: “Siamo convinti che ogni euro speso in cultura generi benefici non solo economici, ma anche in termini di benessere, coesione sociale e innovazione”.
Le residenze artistiche, infatti, fungono da volano per il turismo culturale, rafforzano le reti professionali e valorizzano i luoghi che le ospitano, spesso al di fuori dei circuiti più battuti. L’attenzione al decentramento culturale e alla creazione di nuove opportunità per le aree interne è un elemento centrale nella strategia della Regione.
Il Servizio regionale competente sarà ora chiamato a predisporre i bandi, con criteri che favoriscano la qualità progettuale, la capacità di creare reti territoriali e l’impatto sul pubblico. L’avvio del triennio 2025-2027 segna dunque un passaggio concreto verso un modello di sviluppo culturale in cui l’Umbria non si limita a ospitare eventi, ma diventa incubatrice di creatività e punto di riferimento nel panorama nazionale.