25 Jul, 2025 - 14:45

Umbria prima in Italia per eventi culturali secondo il Rapporto SIAE 2024. Vicesindaco di Spoleto: “Un pilastro per lo sviluppo”

Umbria prima in Italia per eventi culturali secondo il Rapporto SIAE 2024. Vicesindaco di Spoleto: “Un pilastro per lo sviluppo”

In un’Italia che riscopre il valore dello spettacolo dal vivo come leva di sviluppo e coesione, l’Umbria sorprende e primeggia. È la regione che nel 2024 ha offerto il numero più alto di spettacoli in rapporto agli abitanti: 79 ogni 1.000 residenti. Un dato che non racconta solo di quantità, ma di una scelta precisa: puntare sulla cultura come motore permanente, diffuso e radicato nei territori. A certificarlo è il Rapporto SIAE 2024, uno studio che ogni anno analizza lo stato di salute dello spettacolo in Italia e che, questa volta, accende i riflettori sul cuore verde del Paese.

Rapporto SIAE 2024, Umbria prima in Italia

Mentre il settore nazionale cresce nei numeri – oltre 3 milioni di eventi, 253 milioni di spettatori e 4 miliardi di euro di spesa – cambia anche la geografia della fruizione culturale. Non più solo grandi città e festival colossali, ma una rete di appuntamenti medio-piccoli, capillari, spesso radicati in contesti locali. È in questo scenario che l’Umbria trova terreno fertile per esprimere la propria identità culturale. Non è solo la quantità a fare la differenza, ma la capacità di costruire un’offerta coerente con le vocazioni del territorio, spesso legata a stagioni teatrali stabili, iniziative nei borghi, rassegne di qualità.

Spicca in particolare Spoleto, che incarna in modo emblematico questo modello virtuoso. Il vicesindaco Danilo Chiodetti, con delega alla valorizzazione delle culture, ha commentato con soddisfazione i dati del rapporto: “Il risultato certificato dal recente rapporto SIAE non è solo una cifra statistica, ma testimonia la vivacità culturale espressa dalla nostra Regione, un impegno costante nella promozione delle arti e dello spettacolo dal vivo”.

Spoleto: tra eccellenze storiche e innovazione continua

Il merito non è soltanto dei grandi eventi estivi. Spoleto è riuscita a rendere continuativa la propria proposta culturale, grazie a una programmazione attenta anche nei mesi considerati più “deboli”, come l’autunno e l’inverno. “Il lavoro fatto in questi anni" – ha spiegato Chiodetti – "ha consentito di potenziare l’offerta di eventi e spettacoli, la programmazione di “Accade a Spoleto” ne è un esempio, aumentando la presenza nei nostri teatri di artisti e compagnie nei periodi dell’anno in passato più deboli”.

La città viene citata nel Rapporto SIAE 2024 proprio per due capisaldi che la rendono riconoscibile nel panorama nazionale e internazionale: il Festival dei Due Mondi, che da decenni attira produzioni di alto livello e pubblico da tutto il mondo, e il Teatro Lirico Sperimentale “Adriano Belli”, una fucina di giovani talenti nel campo dell’opera.

“Il Festival si conferma un motore propulsivo di idee, talenti e produzioni, con una notevole capacità di innovare pur mantenendo salde le radici nella tradizione”, ha sottolineato Chiodetti, ricordando anche il ruolo fondamentale del Teatro Lirico: “La menzione nel rapporto SIAE è un giusto riconoscimento al suo lavoro instancabile e alla sua unicità nel panorama formativo e produttivo italiano”.

Cultura come bene comune e leva di sviluppo

La fotografia che emerge dallo studio nazionale mette in evidenza una trasformazione in corso. Cresce il numero degli spettacoli ma si riduce il pubblico medio per evento: è il segnale di un sistema sempre più diffuso, accessibile, centrato su esperienze localizzate. 

“Questo primato umbro, che coinvolge pienamente la nostra città ci sprona a proseguire con ancora maggiore determinazione nel sostenere e investire nel settore culturale, consapevoli che esso non è solo un arricchimento per l’anima, ma un pilastro fondamentale per lo sviluppo sociale ed economico della nostra comunità”, ha concluso Chiodetti.

Il Rapporto SIAE, nel suo insieme, pone infine una riflessione più ampia: servono politiche culturali mirate, capaci di ridurre i divari territoriali e intercettare un pubblico sempre più esigente. L’Umbria, con il suo modello diffuso, sembra avere già colto questa sfida. E Spoleto, nel cuore di quella strategia, si conferma una delle capitali culturali d’Italia, capace di coniugare eredità storica e sguardo contemporaneo.

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Giorgia Sdei
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