Il progetto si chiama 'Proud to Bee Quarry' (un gioco di parole tra 'be', essere e 'bee', ape) e rappresenta una rivoluzione significativa nel segno della rigenerazione green, nato proprio in Umbria. Il cuore verde d'Italia che ha la capacità ogni anno di accrescere la sua superficie boschiva, ha un passato recente e un presente segnati da un'attività estrattiva diffusa. La presenza di cave e miniere, sia in uso che dismesse, è diventata il punto di partenza per un'innovazione che punta a renderle luoghi vivi. Come? Mettendoci le api per riqualificare i siti e incentivare la biodiversità.
Le api, considerate gli animali più essenziali del pianeta, sono anche insostituibili sentinelle ambientali: la loro presenza è preziosa quanto necessaria in ogni ecosistema. Produrre miele nelle cave non è solo un fatto di rigenerazione ma anche di monitoraggio poiché analizzando il miele prodotto si possono dedurre una serie di indicatori importantissimi sull'ecosistema in cui le api lavorano.
'Proud to Bee Quarry' ha preso il via la scorsa primavera e presto sono partite le prime produzioni mellifere. Da qui è nato un concorso unico nel suo genere che nei giorni scorsi ha premiato i mieli migliori durante un evento dedicato che si è svolto presso la Scuola umbra di amministrazione pubblica di Pila: 'Dolce miele - i mieli millefiori prodotti in cava', promosso dal Garden Club Perugia con il patrocinio dell'Assemblea legislativa umbra.
Un contest che ha permesso di fare il punto sullo stato dell'arte del progetto che, come ribadito, rappresenta un'avanguardia nazionale unendo in sè biodiversità e sostenibilità attraverso l'insediamento di alveari e arnie all'interno delle cave e delle miniere sia operative che dismesse sul territorio regionale. 30 in tutto dove al momento sono state posizionate 250 arnie.
"La Regione Umbria si conferma un laboratorio di innovazione ambientale - ha detto l'assessore Thomas De Luca alla premiazione -. Con questo progetto vogliamo dimostrare che è possibile trasformare anche attraverso modalità innovative i luoghi dell'estrazione in luoghi della rigenerazione. Le cave possono tornare a essere ambienti vivi, capaci di generare valore naturalistico, economico e sociale".
In totale al concorso hanno partecipato 21 diversi mieli. I partecipanti, titolari di attività estrattive umbre e proprietari degli alveari installati, hanno sottoposto a una giuria di esperti un campione di miele millefiori oltre ad inviare delle foto che rappresentassero l'installazione degli alveari e i versanti di cava riambientati o in corso di riambientamento.
La commissione giudicatrice ha esaminato i campioni attraverso realizzando una doppia analisi che collegasse la qualità del prodotto al successo del recupero ambientale. Tra gli indicatori anche il grado di riambientamento, valutato in relazione alle principali specie vegetali presenti, alla copertura vegetale, alla posizione e al numero di alveari, alla presenza di specie invasive e mellifere e al livello di biodiversità.
I tre migliori mieli prodotti in cava in Umbria sono stati: