L’Umbria non ha sbocchi sul mare, ma ha un posto in prima fila nella nautica di lusso internazionale. Un paradosso solo apparente, tradotto in bilanci, commesse globali e una filiera industriale ad alto tasso di specializzazione che cresce a ritmi doppi rispetto a molti distretti manifatturieri italiani. Nel 2025 il Umbria Nautical Cluster consolida la sua ascesa: 13 aziende, 265 milioni di euro di fatturato complessivo nel 2024, 1500 dipendenti diretti e oltre 220 imprese dell’indotto, di cui il 70% localizzate in Umbria. Le prospettive a tre anni indicano un incremento medio annuo del +13% nei segmenti Super, Mega e Giga yacht, il cuore del mercato premium.
Non una nicchia, ma un’infrastruttura industriale integrata, fatta di componenti di pregio, arredi tecnici, superfici, illuminazione, vetro, metalli e sistemi che finiscono sui ponti, nei saloni e nelle cabine degli yacht più grandi e sofisticati al mondo.

A dare dimensione al fenomeno, la conferenza promossa da Sviluppumbria, con la presenza della presidente della Regione Umbria Stefania Proietti, dell’assessore allo Sviluppo economico Francesco De Rebotti, del presidente di Umbria Nautical Cluster Giorgio Rellini e dell’amministratore unico di Sviluppumbria Luca Ferrucci.
Il Cluster raccoglie aziende che rappresentano una filiera verticale del lusso manifatturiero, con 13 imprese. Sono loro a determinare quello che nei cantieri internazionali viene riconosciuto come standard italiano del dettaglio premium: precisione, resistenza, design, integrazione tecnologica, materie prime superiori, personalizzazione estrema.
Qui non si producono scafi, ma l’identità di bordo. L’esperienza. Il millimetro invisibile che fa la differenza tra un interno memorabile e uno che si dimentica all’ormeggio.
“La presenza di componenti realizzate in Umbria sui più prestigiosi yacht del mondo è la testimonianza concreta della qualità della nostra manifattura. Qui la produzione diventa arte”, ha scandito la presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, aggiungendo poi un mandato culturale: “Dobbiamo portare questa eccellenza nelle scuole, per far vedere ai ragazzi che c’è un sogno chiamato Umbria, fatto di bellezza, competenze, futuro. Un sogno capace di salpare dai laboratori verso i porti più prestigiosi del pianeta”.
Parole che definiscono l’ambizione di un territorio che non si racconta più per contrasti - senza mare ma con nautica - bensì per conseguenze logiche: mancano i porti, non mancano le soluzioni.
“Il METSTRADE non è solo una fiera, ma la conferma del percorso di internazionalizzazione della nostra Regione. Il Cluster incarna una manifattura che innova e pensa globale”, ha sottolineato l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Umbria, Francesco De Rebotti.

L’Umbria ha trasformato la propria geografia in un atout produttivo: non costruisce imbarcazioni, costruisce il loro valore percepito. Dalle lastre di marmo trattate con tolleranza zero, all’illuminotecnica navale che deve resistere alle vibrazioni oceaniche e restare emozionale, ai vetri curvati per camere panoramiche, ai tessuti ignifughi e sensoriali, ai metalli lavorati per durare decenni in condizioni estreme.
Il dato più rilevante, spesso trascurato, non è solo il fatturato da 265 milioni, ma la densità dell’ecosistema: oltre 220 imprese collegate, 70% dell’indotto in Umbria, una supply chain che riduce tempi, difetti, attriti, costi e aumenta tracciabilità e prestazioni. Una filiera corta che pensa lungo.
“Essere un cluster della nautica in una regione senza mare può sembrare una sfida, ma per noi è motivo di orgoglio. Abbiamo scelto di restare in Umbria perché qui abbiamo radici, competenze e una rete produttiva di grande valore”, ha dichiarato il presidente dell’Umbria Nautical Cluster, Giorgio Rellini.
L’ambizione non è solo produrre. È essere insostituibili nei dossier tecnici dei grandi cantieri internazionali.
Dal 18 al 20 novembre 2025, l’Umbria Nautical Cluster sarà al METSTRADE di Amsterdam, nel SuperYacht Pavilion, con un intervento istituzionale nel primo giorno di fiera, alla presenza delle autorità regionali e dell’Ambasciatore d’Italia nei Paesi Bassi. Lo spazio espositivo, coordinato con Confindustria Nautica e ICE Agenzia, vedrà protagoniste le aziende umbre con soluzioni, materiali e componenti destinati al vertice globale del mercato.
Non sarà un’esposizione di prodotti, ma una legittimazione competitiva: chi vuole stare nel segmento Super, Mega e Giga yacht, oggi, deve poter dire di avere anche l’Umbria a bordo.
“Il Cluster dimostra che per competere bisogna cooperare. Le imprese umbre hanno capito che l’individualismo non è più una categoria competitiva. Qui si vince facendo filiera”, ha ribadito l’amministratore unico di Sviluppumbria, Luca Ferrucci.
L’Umbria non si è chiesta dove fosse il mare. Si è chiesta dove fosse il margine. Lo ha trovato nei materiali, nelle maestranze, nella tecnologia, nelle relazioni industriali, nell’export, nel posizionamento premium. E da lì, ha riscritto la mappa del possibile.
Oggi la nautica globale non guarda più solo alle rotte. Guarda alle catene del valore. E su quella tratta, l’Umbria ha già fissato la destinazione.