30 Dec, 2025 - 17:00

Umbria e Marche all’attacco: chiesto a Bruxelles il via libera per ridefinire le Carte aiuti e sfruttare al massimo la Zes unica

Umbria e Marche all’attacco: chiesto a Bruxelles il via libera per ridefinire le Carte aiuti e sfruttare al massimo la Zes unica

È una partita che si gioca sui confini, quelli dentro i quali le imprese possono accedere a benefici fiscali miliardari, e sulla loro perfetta sovrapposizione con la nuova geografia degli incentivi. Stefania Proietti e Francesco Acquaroli, presidenti rispettivamente di Umbria e Marche, hanno deciso di andare direttamente alla fonte, a Bruxelles, per sciogliere ogni possibile nodo. Con una lettera formale indirizzata alla vice presidente esecutiva della Commissione Europea e commissaria alla Concorrenza, Teresa Ribera, hanno chiesto l’avvio di un confronto preliminare per ridefinire i perimetri delle Carte degli aiuti a finalità regionale 2022-2027. Il tutto, spiegano, mantenendo invariati gli indicatori chiave delle Carte stesse, ma modellandone l’estensione territoriale per garantire una piena coerenza con la Zona economica speciale (ZES) unica.

L’iniziativa nasce da un cambio di status sancito dalla legge n. 171 del 2025, che ha ufficialmente inserito Umbria e Marche – regioni classificate “in transizione” – nel perimetro della Zes unica. Un passaggio che di per sé apre alle imprese di tutto il territorio regionale le porte della semplificazione amministrativa. Tuttavia, il credito d’imposta – lo strumento finanziario più appetibile per le aziende – rimane per ora vincolato ai soli comuni inclusi nelle attuali Carte degli aiuti regionali. È proprio questo “disallineamento” potenziale che i due presidenti vogliono prevenire, ottimizzando il sistema prima che decolli definitivamente.

I numeri che spingono la sfida: già 250 domande e 130 milioni di investimenti

La richiesta a Ribera non arriva da un tavolo teorico, ma è sostenuta da dati concreti che dimostrano l’appetito immediato del tessuto produttivo. Nei primi quindici giorni di operatività delle agevolazioni legate alla nuova normativa Zes, le Marche hanno registrato 158 domande, che hanno attivato investimenti complessivi per 69,8 milioni di euro, a fronte di un credito d’imposta richiesto di 18,6 milioni. L’Umbria, con 92 domande, ha messo in moto 59,8 milioni di investimenti, per un credito di 14,7 milioni di euro.

Cifre non trascurabili, che però rappresentano solo la prima onda. La posta in gioco per il triennio 2026-2028, infatti, è ben più alta. La legge di bilancio 2026 ha infatti prorogato il credito d'imposta per la ZES unica fino al 31 dicembre 2028, stanziando risorse dedicate che superano i 4 miliardi di euro (2,3 miliardi per il 2026, 1 miliardo per il 2027 e 750 milioni per il 2028). Le percentuali agevolate sono significative: fino al 45% per le piccole imprese e al 35% per le medie. “Motivo dell’incontro è la possibilità di esplorare una possibile modifica della Carta degli aiuti”, si legge nel comunicato congiunto, “che potrebbe avvenire anche mantenendo invariati alcuni indicatori e garantendo così una piena coerenza con le finalità della Carta stessa, per cogliere ancora più pienamente le opportunità della Zes Unica”.

La strategia: semplificare, allineare, far decollare gli investimenti

L’obiettivo dichiarato della mossa di Proietti e Acquaroli è duplice. Da un lato, massimizzare le opportunità di semplificazione amministrativa (come il procedimento unico e l’autorizzazione unica per progetti sopra i 50 milioni di euro) che la Zes estende a tutte le imprese delle due regioni. Dall’altro, garantire che gli incentivi fiscali possano essere applicati nel modo più ampio ed efficace possibile, senza intoppi derivanti da perimetri non coincidenti. Un allineamento che vuole essere una leva per il rilancio economico e sociale dei territori in transizione.

La partita si gioca su dettagli operativi cruciali. Dal 2026, infatti, sarà attiva una procedura annuale di comunicazione all’Agenzia delle Entrate (tra il 31 marzo e il 30 maggio) per accedere al credito. L’importo effettivamente fruibile dalle imprese dipenderà da una percentuale definita annualmente in base al rapporto tra le risorse disponibili e le richieste pervenute, un meccanismo che introduce una variabilità da governare con attenzione. Per questo, chiarire subito le regole del campo è essenziale.

La lettera a Bruxelles segna quindi un passaggio di proattività istituzionale. Umbria e Marche, spesso periferiche nel racconto economico nazionale, stanno cercando di ritagliarsi uno spazio da protagoniste nella geografia degli incentivi, sfruttando il nuovo strumento della Zes unica. Non chiedono soldi aggiuntivi, ma flessibilità e coerenza normativa per far sì che i miliardi già stanziati possano scorrere fluidamente verso le imprese, sostenendo non solo i grandi progetti (per i quali sono previsti massimali di agevolazione incrementati) ma soprattutto il vasto universo delle PMI. La palla passa ora alla Commissione Europea. La risposta di Teresa Ribera definirà quanto spazio di manovra avranno le due regioni per costruire, sui numeri già promettenti delle prime domande, una stagione stabile di investimenti.

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Federico Zacaglioni
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