Nella mattinata di di lunedì 7 aprile si è tenuto a Perugia un confronto cruciale tra i vertici della Giunta regionale dell’Umbria e le principali sigle sindacali. All’incontro, ospitato a Palazzo Donini, hanno preso parte la presidente della Regione Stefania Proietti, gli assessori Tommaso Bori e Francesco De Rebotti, e i segretari generali regionali di Cgil, Rita Paggio, Cisl, Angelo Manzotti, e Uil, Maurizio Molinari. Al centro del faccia a faccia, durato circa due ore, la delicata questione del disavanzo nel bilancio sanitario e la manovra economico-finanziaria che dovrà essere approvata entro il 15 aprile.
Parallelamente al confronto istituzionale, Cgil, Cisl e Uil hanno dato vita a un presidio all’esterno della sede della Giunta regionale, a testimonianza della forte attenzione e preoccupazione per l’impatto delle misure sul welfare regionale e sui cittadini umbri.
Prima ancora di entrare nel merito della manovra, i tre segretari sindacali hanno voluto esprimere un messaggio chiaro e inequivocabile di solidarietà nei confronti della presidente Proietti, vittima nei giorni scorsi di una violenta campagna denigratoria.
"Massima solidarietà alla presidente della Regione Stefania Proietti per le vignette e la campagna d’odio di cui è stata vittima in questi giorni. La politica può essere discussa, la persona non può essere attaccata e quindi le esprimiamo solidarietà e vicinanza. Respingiamo con forza e determinazione i violenti attacchi sessisti di cui è stata vittima. Tutto ciò è inaccettabile. Ciò non ha nulla a che fare con ogni legittima forma di critica. È pura violenza”.
Rispetto alla prima bozza di manovra che prevedeva un intervento da 90 milioni di euro, il nuovo scenario delineato dalla giunta regionale porta a una significativa riduzione dell’entità complessiva: si parla ora di 52 milioni. Una rimodulazione che è stata accolta come un primo passo dai sindacati, così come la nuova configurazione delle aliquote Irpef.
"La rimodulazione della manovra da 90 milioni a 52 milioni di euro – ha dichiarato Rita Paggio (Cgil) – è già un risultato importante, così come l’azzeramento dell’aliquota addizionale regionale tra i 15mila e 28mila euro, perché tutela le fasce più esposte e più a basso reddito. In pratica chi appartiene a questa fascia non paga più nemmeno l’addizionale che pagava in precedenza. Parliamo del 72% dei contribuenti umbri, cioè chi ha un reddito inferiore ai 28mila euro”.
Sulla fascia tra i 28mila e i 50mila euro, quella che include una larga parte di lavoratori dipendenti e pensionati, restano tuttavia delle criticità. La proposta della giunta prevede un abbassamento dell’aliquota rispetto a quanto inizialmente previsto, con uno sgravio stimato – anche se non ancora definito con precisione – superiore ai 100 euro, a beneficio delle fasce intorno ai 30mila euro.
Altro elemento emerso nel corso del confronto è la volontà di istituire un fondo “taglia tasse”, che sarà alimentato attraverso una razionalizzazione della spesa pubblica e interventi strutturali. Su questo punto, la Regione ha aperto alla possibilità di un confronto con i sindacati per decidere le modalità di destinazione delle risorse.
"Come Cgil – ha aggiunto Paggio – vorremmo che tale fondo fosse destinato alle fasce di reddito più basse, che hanno avuto comunque aumenti per via della manovra: parliamo quindi delle fasce di reddito poco superiori ai 28mila euro”.
Più critica la posizione della Uil, che contesta l’impostazione complessiva dell’intervento economico. “Da una giunta di sinistra – ha affermato Molinari (Uil) – ci saremmo aspettati una serie di misure diverse. La mole di debito, infatti, non è tale da giustificare un aumento della tassazione. A livello nazionale siamo in prima linea per chiedere la detassazione degli aumenti contrattuali e non possiamo dunque accettare innalzamenti dell’Irpef regionale, fermo restando che stamattina ci è stato illustrato uno sforzo importante per rimodulare quanto previsto”.
Secondo Molinari, è indispensabile attivare un tavolo tecnico permanente per avviare una riforma complessiva del sistema: “Occorre aprire il ‘Cantiere Umbria’, per rendere il sistema regionale più competitivo e lavorare su una crescita del Pil che sia sostenuta da lavoro sicuro e ben retribuito”.
Anche la Cisl si mostra cauta e invoca un confronto prioritario sulle politiche sanitarie. “Dall’incontro in Regione – ha dichiarato Angelo Manzotti (Cisl) – si ravvisano alcuni passi avanti, ma non siamo soddisfatti. Prima di aumentare le tasse per i cittadini umbri dobbiamo discutere del nuovo piano sanitario regionale per efficientare i servizi sanitari che devono essere rispondenti alle esigenze dei cittadini e dei territori”.
Secondo Manzotti, solo dopo una razionalizzazione della spesa sanitaria e una valutazione degli effetti delle riforme, si potrà ragionare sulla manovra fiscale in modo equo e sostenibile.
Tra i risultati maggiormente apprezzati dalle sigle sindacali, spicca la cancellazione dell’ipotesi di aumento del bollo auto, un provvedimento che avrebbe avuto un impatto diretto sulle tasche dei cittadini umbri. “L’altro dato importante – hanno sottolineato i segretari Paggio, Manzotti e Molinari – è che non è più previsto l’aumento del bollo auto, come avevamo richiesto. Questo è un risultato molto significativo per noi, poiché in Umbria, data la conformazione del territorio, molte persone dipendono dall’auto per lavorare e studiare. Pertanto, questa decisione allevia un peso economico notevole per i cittadini della regione.”
Inoltre, i sindacati hanno accolto positivamente l'impegno della giunta regionale a istituire un tavolo di confronto per rivedere e riformare il piano sanitario regionale. L’obiettivo dichiarato è affrontare le criticità strutturali che hanno contribuito all'attuale disavanzo, con l'auspicio di migliorare l’efficienza del sistema sanitario regionale e rispondere in modo più adeguato alle esigenze dei cittadini.