Dall'Umbria arriva un esperimento musicale insolito: Jacopo Fo, figlio del compianto premio Nobel Dario Fo , ha presentato oggi la sua nuova canzone pop intitolata "Pipì, Pupù, Papà". Si tratta di un brano surreale e ironico nato da un progetto creativo realizzato con l'aiuto dell'intelligenza artificiale, in collaborazione con Federica Nardi, giovane esperta marchigiana di IA .
La presentazione in anteprima è avvenuta presso la Libera Università di Alcatraz, la storica residenza di Fo immersa nelle colline umbre. Proprio qui, dove l'artista si è trasferito a metà degli anni Settanta dando vita a un’oasi pionieristica di ecologia, arte e cultura condivisa , Jacopo Fo ha svelato genesi e retroscena di questo singolare brano pop.
"Pipì, Pupù, Papà" nasce come una sorta di opera pop dall’atmosfera tenera ma provocatoria. Il risultato finale è un brano che diverte e fa riflettere allo stesso tempo, in cui la voce di Jacopo Fo è stata completamente ricostruita e modulata dall’IA . L’esperimento creativo ha preso avvio da una semplice registrazione vocale di Fo: l’intelligenza artificiale ha elaborato decine di versioni della traccia, intrecciando suoni e tonalità fino a fonderle in un'unica canzone originale .
Il nuovo brano, che sarà disponibile prossimamente sulle principali piattaforme digitali , offre un mix di sperimentazione tecnologica e vena artistica tipico dello stile di Jacopo Fo. Il titolo stesso, volutamente infantile, strappa un sorriso e richiama il mondo dei neonati, suggerendo già il messaggio giocoso ma significativo che l’autore intende trasmettere.
Alcatraz – la comunità artistica e centro culturale fondato da Jacopo Fo tra le colline perugine – si conferma terreno fertile per la creatività innovativa. “Pipì, Pupù, Papà” è infatti ispirata dalla nascita di un bambino: partendo da quell’evento gioioso, Fo ha inciso alcuni versi che poi l’IA ha trasformato in un caleidoscopio di variazioni sonore . Solo dopo numerosi tentativi e arrangiamenti generati al computer, l’artista ha selezionato e assemblato le parti migliori, arrivando alla versione definitiva del brano.
Durante l’incontro ad Alcatraz, Jacopo Fo ha condiviso con entusiasmo i dettagli di questa collaborazione uomo-macchina. Ha spiegato come inizialmente l’IA gli abbia fornito spunti musicali sorprendenti, che lui stesso non avrebbe immaginato, costringendolo a mettersi in gioco in modi nuovi. Il processo creativo è diventato così un gioco di rimandi tra la voce umana e le rielaborazioni artificiali, fino a raggiungere un equilibrio soddisfacente tra espressività artistica e innovazione tecnologica.
La Libera Università di Alcatraz, fondata da Jacopo Fo a metà anni Settanta, è molto più di un’abitazione: è un laboratorio creativo, una comunità e un punto di riferimento culturale che unisce arte, ecologia e formazione. Situata tra le colline della provincia di Perugia, questa realtà ha accolto negli anni artisti, scrittori, registi e curiosi da ogni parte d’Italia. Non stupisce, quindi, che proprio qui sia nato un progetto sperimentale che fonde tecnologia e musica, riaffermando il legame profondo tra il territorio umbro e la creatività di Fo.
La sperimentazione con l’IA non si è fermata alla musica: anche il videoclip di "Pipì, Pupù, Papà" è stato generato interamente dall’intelligenza artificiale, mettendo in scena una vivace sequenza di bambini virtuali come protagonisti . Le immagini create dal software accompagnano il ritmo del brano in modo surreale e tenero, amplificando il messaggio con un impatto visivo originale.
Dietro le quinte, però, c’è stato un lavoro attento e meticoloso: per realizzare il video, Fo e la sua collaboratrice Nardi hanno dovuto calibrare con cura le istruzioni date all’IA. È stato necessario un minuzioso lavoro di programmazione e fine-tuning delle richieste al software, così da garantire un risultato creativo ma al tempo stesso eticamente adeguato e privo di ambiguità nelle scene con i minori virtuali . Il prodotto finale è un corto animato che colpisce per la sua originalità, senza però scivolare in rappresentazioni inappropriate: una sfida vinta grazie all’equilibrio tra controllo umano e fantasia dell’IA.
Nonostante il tono leggero e giocoso del pezzo, Jacopo Fo tiene a sottolineare il significato profondo che lo ha ispirato. Per l'autore, l’intelligenza artificiale resta «solo un mezzo, l'intelligenza vera dobbiamo metterla noi», ricordando che la creatività e i valori umani guidano lo strumento tecnologico .
Dietro le buffe parole “Pipì, Pupù, Papà” si cela infatti un messaggio sociale attuale. «Questo brano è un gioco, ma è anche una rivoluzione culturale: quella dei padri moderni che cambiano i pannolini e si occupano dei figli neonati», afferma Fo, evidenziando il cambiamento epocale nei ruoli familiari e nella partecipazione dei papà alla cura dei più piccoli . In un periodo storico in cui anche i padri abbracciano compiti tradizionalmente considerati materni, Jacopo Fo celebra questa rivoluzione dolce attraverso la musica – con l’aiuto dell’IA – unendo tecnologia, arte e vita quotidiana in un’opera pop davvero fuori dal comune.