L’Umbria chiude il cerchio sull’inclusione digitale: obiettivi PNRR raggiunti al 100% e oltre 33mila persone accompagnate ai servizi online grazie alla rete dei Punti Digitale Facile. Un risultato che misura l’impatto reale di politiche pubbliche costruite con i territori e che, numeri alla mano, trasforma i DigiPASS in una infrastruttura sociale prima ancora che tecnologica.
Rendere l’inclusione digitale un diritto esigibile è stata la stella polare del progetto nazionale promosso dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale e attuato, sul territorio, da Regioni e Province autonome. In Umbria la traduzione operativa è passata per una rete capillare di Punti Digitale Facile ospitati nei DigiPASS, spazi nati nel 2022 con fondi FESR e pensati per portare competenze e assistenza a portata di cittadino.
Il vicepresidente e assessore all’Agenda digitale Tommaso Bori rivendica il traguardo: “In Umbria l’inclusione attraverso il digitale è un diritto reale e aver raggiunto il 100% dei target del PNRR significa che siamo stati in grado di trasformare le risorse europee in risultati concreti per i cittadini, costruendo una rete di servizi digitali capillare, accessibile e di qualità”.
Un riconoscimento arriva anche da Roma: per il Sottosegretario con delega all’Innovazione, Alessio Butti, “il potenziamento delle competenze digitali rappresenta un fattore essenziale per il pieno esercizio dei diritti di cittadinanza nell’era digitale. La Regione Umbria lo ha interpretato al meglio, raggiungendo l’obiettivo prima dei tempi previsti”.
La fotografia dei numeri racconta una spinta organizzativa continua. In due anni sono stati attivati 71 Punti Digitale Facile, con 58 facilitatori formati per offrire supporto individuale e corsi di gruppo, anche in modalità itinerante nelle aree interne. La rete ha formato o accompagnato oltre 33.000 umbri, erogando più di 49.000 servizi: dall’attivazione di SPID e CIE all’accesso ai portali sanitari, dai pagamenti online fino alle iscrizioni scolastiche e alla gestione della quotidianità digitale.
Quasi 22mila persone hanno beneficiato di un affiancamento uno‑a‑uno; più di 10mila hanno seguito percorsi collettivi. Guardando alla tipologia degli interventi, prevalgono le attività su comunicazione e collaborazione (19.205 utenti), seguite da alfabetizzazione informatica di base (9.597), sicurezza (1.654) e creazione di contenuti (1.044). È il segnale di una domanda diffusa che spazia dalla prima accensione dei servizi fino a un uso più consapevole degli strumenti.
L’inclusione digitale in Umbria ha una geografia precisa. I DigiPASS più attivi sono Perugia (4.186 cittadini formati), Terni presso l’URP (3.877) e Città di Castello alla Biblioteca Carducci (2.568). In termini di platea raggiunta, la mappa restituisce un coinvolgimento ampio: Perugia conta 8.308 persone servite, Terni 4.872, Città di Castello 2.850, Foligno 2.833, Assisi 2.346, Trasimeno 2.161, Media Valle del Tevere 2.124, Gubbio 2.008, Narni 1.947, Spoleto 1.754, Orvieto 1.522, Norcia 443.
Numeri che, depurati dalla retorica, dicono che la “prossimità” non è uno slogan, ma la condizione che rende possibile l’accesso ai diritti digitali anche per chi vive lontano dai centri maggiori.
Il tassello PNRR (Missione 1, Componente 1) è, per definizione, temporaneo. La sfida ora è trasformare un programma in un’eredità. “Dietro i numeri" – ha aggiunto Bori – "c’è un lavoro capillare e condiviso tra Regione, Comuni e facilitatori che ogni giorno aiutano i cittadini ad accedere ai servizi online, a conoscere strumenti digitali, a sentirsi parte di una trasformazione che non lascia indietro nessuno”.
Qui sta il cuore del “modello Umbria”: cooperazione istituzionale, coinvolgimento del terzo settore e attenzione a giovani, anziani e persone meno connesse.