28 Oct, 2025 - 08:25

Umbria, le imprese come sentinelle delle città: Confcommercio lancia il “Sense of Umbria”

Umbria, le imprese come sentinelle delle città: Confcommercio lancia il “Sense of Umbria”

Una ricorrenza che diventa piattaforma di policy. A Perugia, nella gremita Sala dei Notari, Confcommercio Umbria ha celebrato gli 80 anni della propria storia trasformando l’evento in un laboratorio di visione. Sul tavolo, i nodi che decideranno la traiettoria di crescita regionale nei prossimi anni: innovazione, rigenerazione urbana, economie di prossimità, turismo e coesione territoriale.

“Imprese, futuro Umbria” sono le tre parole chiave scelte per incorniciare il confronto. A guidare i lavori, il vicepresidente Simone Fittuccia, che ha sintetizzato la postura del sistema delle imprese: “Vere e proprie sentinelle delle città, e gli imprenditori degli eroi sul campo tutti i giorni, che per dare forza ai territori, fanno sacrifici e hanno quindi bisogno di essere sostenuti e agevolati e non vessati”.

Il passaggio dal Made in Italy al Sense of Italy: per Confcommercio le imprese sono le vere sentinelle delle città

La proposta più dirompente arriva dall’Ufficio Studi nazionale: superare la retorica del “Made in Italy” in favore di un “Sense of Italy”, come ha spiegato l’economista Mariano Bella. L’idea è spostare l’asse dalla sola origine del prodotto all’esperienza complessiva che una destinazione e la sua filiera sanno generare: autenticità dei luoghi, qualità della vita, relazioni che creano fiducia.

In questa cornice prende forma anche un “Sense of Umbria”: una chiave narrativa che valorizza bellezza discreta, misura, sostenibilità diffusa e capitale sociale, traducendoli in attrattività turistica e nuova impresa. È un cambio di paradigma utile a differenziarsi nella competizione tra territori maturi, dove la disponibilità di infrastrutture digitali, competenze e servizi diventa parte integrante del prodotto stesso.

Distretti del commercio e rigenerazione: la domanda di politiche

Sul terreno operativo, Confcommercio rilancia la centralità dei distretti del commercio come strumento per contrastare la desertificazione dei centri storici e orchestrare interventi integrati tra pubblico e privato. Il presidente Giorgio Mencaroni ha scandito la rotta: “Quello che noi umbri possiamo e dobbiamo raccontare è la qualità della vita, la bellezza dei luoghi, l’autenticità delle nostre imprese. È questo senso profondo di italianità radicato nelle comunità locali che dobbiamo tradurre in valore economico, in attrattività turistica, in nuova impresa”.

E ha aggiunto che “la difesa del commercio tradizionale è solo un tassello di una strategia più ampia di rigenerazione urbana ed in questa direzione vanno i distretti del commercio, ma ci aspettiamo dalla Regione Umbria risposte concrete in tema di risorse, anche attraverso lo strumento dei Fondi Strutturali, una partita che riteniamo strategica”.

Competenze, innovazione, prossimità: le leve della crescita

A rafforzare questa visione sono intervenuti esperti e istituzioni: il professor Alessandro Balducci, tra i massimi conoscitori dei processi di rigenerazione urbana, ha richiamato l’importanza di piani che connettano mobilità dolce, spazi pubblici, mix funzionale e commercio di vicinato. Nella sessione “L’Umbria di domani”, Luca Ferrucci (Sviluppumbria) e gli assessori regionali Francesco De Rebotti (Sviluppo Economico) e Simona Meloni (Turismo, Riqualificazione urbana e Centri storici) hanno tracciato convergenze su innovazione, politiche territoriali e crescita sostenibile.

Sul fronte istituzionale, i saluti di Emanuele Prisco (Ministero dell’Interno), della presidente regionale Stefania Proietti, della sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi e della presidente dell’Assemblea legislativa Sarah Bistocchi hanno confermato la volontà di lavorare a una cabina di regia stabile tra livelli di governo.

Turismo esperienziale ed economie locali: il vantaggio competitivo umbro

L’Umbria ha le carte per scalare la classifica dell’attrattività, a patto di investire su un modello di turismo esperienziale che metta in rete cultura, enogastronomia, artigianato di qualità e commercio di prossimità. Qui il “Sense of Umbria” può tradursi in prodotti territoriali integrati, stagionalità più equilibrata e maggiore spesa media dei visitatori. Digitalizzazione dei servizi, formazione delle competenze e semplificazione amministrativa sono i tre moltiplicatori che possono rendere scalabili le buone pratiche già in corso. Il focus, ricordano le imprese, resta quella indicata all’avvio dei lavori: sostenere chi investe e presidia i quartieri, perché lì si crea valore economico e coesione sociale.

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Giorgia Sdei
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