La Giunta regionale dell’Umbria accende i motori di una riforma culturale che ambisce a ridisegnare l’intero ecosistema creativo della regione. Con la preadozione del disegno di legge “Il futuro è un bene culturale”, illustrato a Perugia dal vicepresidente Tommaso Bori, l’esecutivo regionale punta a fare della cultura un asset strategico di crescita sociale ed economica, candidando l’Umbria a laboratorio nazionale di innovazione.

Il nuovo disegno di legge segna un riordino organico del settore, con l’abrogazione di 10 norme superate e l’introduzione di una programmazione triennale stabile. L’obiettivo è costruire un quadro normativo semplice e competitivo, in grado di sostenere imprese culturali, istituzioni, enti territoriali e giovani professionisti.
La riforma raddoppia le risorse regionali, portandole da 1,5 a 3 milioni di euro, cui si aggiungono fondi europei e nazionali, e istituisce il nuovo Fondo regionale per la cultura, considerato uno dei pilastri dell’intera operazione legislativa. Una scelta che mira a rafforzare chi già opera sul territorio e ad aprire a una nuova platea di imprese creative e realtà non profit.
Tra gli strumenti di maggiore impatto ci sono l’Osservatorio regionale della cultura, il Laboratorio permanente per una Regione creativa e la Banca dati delle imprese culturali e creative coordinata con il Ministero della Cultura. Tutti dispositivi pensati per accompagnare la trasformazione digitale, migliorare il monitoraggio e rendere la programmazione più trasparente e partecipata.
Il testo attraversa tutti gli ambiti strategici: beni culturali materiali e immateriali, spettacolo dal vivo, promozione della lettura, editoria, arte contemporanea, design, architettura, rigenerazione urbana e welfare culturale. Il tutto in piena coerenza con i principi dell’Agenda 2030.
La presidente della Regione Umbria Stefania Proietti rimarca il peso politico del provvedimento: “Oggi compiamo un passo decisivo per la cultura in Umbria. Siamo la prima regione in Italia per attività culturali e spettacoli e vogliamo continuare a crescere. Con questo Testo Unico diamo finalmente un punto di accesso unico a sostegni e opportunità”.
Proietti sottolinea la centralità del coinvolgimento giovanile: “Dedichiamo strumenti, residenze artistiche e nuove progettualità per attrarre talenti anche da fuori regione. Vogliamo un’Umbria che non solo produca cultura, ma che faccia crescere artisti, creativi e professionisti”.

Il vicepresidente Tommaso Bori evidenzia un cambio di paradigma: “La cultura è un diritto, non un privilegio. Non possiamo accettare che gli operatori vivano nel precariato. Questa legge pone il futuro come bene culturale e rende la programmazione stabile, partecipata e orientata all’innovazione”.
Bori richiama inoltre la dimensione sociale della riforma: “Rendiamo il welfare culturale una politica strutturale basata sull’accessibilità universale. Rafforziamo i Patti di lettura, sosteniamo librerie e biblioteche nelle aree interne, introduciamo l’Art Bonus regionale e apriamo a nuove politiche su arte contemporanea, rigenerazione urbana, design e architettura”.
Chiude con un invito alla partecipazione: “Questa legge è la nostra ‘Chiamata alle Arti’. Non è un testo calato dall’alto: è un invito a contribuire, a partire dalla partecipazione pubblica del 28 novembre a Terni”.
Il disegno di legge pone al centro il patrimonio culturale dell’Umbria, valorizzando l’interazione tra istituti culturali, musei, biblioteche, archivi, paesaggi e tradizioni immateriali.
Per lo spettacolo dal vivo l’obiettivo è sostenere manifestazioni di rilevante interesse, produzioni di qualità e progetti multidisciplinari in teatro, danza e musica, con un attenzione dedicata alle residenze artistiche e ai linguaggi contemporanei.
Le imprese culturali e creative saranno supportate con accompagnamento, formazione, incentivi e contributi finalizzati anche alla rigenerazione di spazi dismessi da trasformare in luoghi culturali.
La promozione della lettura vede un piano rafforzato per editoria locale, librerie indipendenti e partecipazione a fiere nazionali e internazionali all’interno del progetto Umbrialibri.
Sul fronte dell’arte contemporanea, la Regione intende sostenere artisti visivi, designer, architetti e progetti di arte pubblica, con un’attenzione particolare ai giovani talenti e alle nuove tecnologie.
La rigenerazione urbana a base culturale diventa una leva di coesione sociale, innovazione civica e qualità della vita, mentre il welfare culturale assume il profilo di diritto di cittadinanza, riconoscendo la cultura come contributo al benessere collettivo.
La riforma entra ora nella fase partecipativa e si prepara al passaggio in Consiglio regionale. Per l’Umbria, il cantiere della politica culturale resta aperto, con l’ambizione di trasformare creatività, patrimonio e partecipazione in un motore di sviluppo strutturale.
