15 Dec, 2025 - 15:30

Umbria, centrodestra lancia petizione contro la stangata fiscale della Regione: "Tassa ingiusta sul ceto medio"

Umbria, centrodestra lancia petizione contro la stangata fiscale della Regione: "Tassa ingiusta sul ceto medio"

Un fronte unico, serrato, che alza il volume della protesta e la indirizza dritta verso le piazze e i cittadini. La sala stampa di Palazzo Cesaroni ha ospitato questa mattina il lancio ufficiale della petizione con cui il centrodestra umbro, insieme alle liste Civiche, dichiara guerra all’aumento dell’addizionale Irpef voluto dalla giunta regionale.

Non è solo un atto politico, ma la dichiarazione di una mobilitazione che vuole diventare civile, un tentativo di costruire una diga di consenso popolare per chiedere alla presidente Stefania Proietti di ritirare una manovra definita, a più voci, “ingiusta e ingiustificata”. Al centro dell’attacco, i numeri contestati che dovrebbero giustificare la stretta e il suo impatto sul ceto medio, stimato in centinaia, fino a oltre mille, euro l’anno in meno per decine di migliaia di famiglie.

Una "follia" da 110mila contribuenti: le cifre della protesta

Il tono è stato netto fin dall’inizio. Riccardo Augusto Marchetti, segretario umbro della Lega e deputato, ha dipinto un quadro senza mezzi termini: “Questa è una follia che metterà in difficoltà una platea di oltre 110 mila contribuenti umbri”.

L’aumento, in vigore da gennaio 2026, modificherà le aliquote dell’addizionale regionale per i redditi superiori ai 28 mila euro. Le simulazioni dell’opposizione parlano di un aggravio che parte da 200-300 euro annui e può superare i 1.300 euro per un reddito lordo di 100 mila euro. 

“Colpisce proprio il ceto medio, chi già sostiene il paese e la regione - ha proseguito Marchetti -. La Lega ha iniziato questa battaglia già ad aprile con i gazebo, raccogliendo oltre 3.700 firme. Oggi, con l’unità di tutto il centrodestra e dei civici, saremo ancora più forti. Saremo nelle piazze, quelle che una volta erano della sinistra, che oggi però è diventata nemica di chi lavora e produce”.

Una unità sottolineata dalla presenza del sottosegretario all’Interno Emanuele Prisco, esponente di Fratelli d’Italia, che ha legato ancor di più la protesta regionale alla linea del governo Meloni. “Mentre il Governo nazionale continua a tagliare l’IRPEF e a ridurre il costo del lavoro per aumentare il reddito di lavoratori e famiglie, la Giunta Proietti fa la scelta opposta: aumenta le tasse, penalizzando chi vive e lavora in Umbria”, ha dichiarato Prisco, annunciando una resistenza a oltranza“Faremo una campagna capillare, saremo tra la gente, finché questa manovra non sarà ritirata. È nata da un presunto buco di bilancio che non esiste e che tutti gli enti preposti stanno smentendo”.

Il nodo dei conti: "Allarmismo infondato e margini per scelte diverse"

Il punto cruciale della contestazione, però, non è solo l’entità del prelievo, ma la sua necessità. È qui che l’attacco si fa tecnico e punta a smontare le fondamenta della decisione della maggioranza. Andrea Romizi, segretario regionale di Forza Italia, ha imbastito una dettagliata contro-narrazione, partendo proprio dalle parole della presidente Proietti. “Questa vicenda - ha esordito Romizi - prende il via dalle dichiarazioni della Presidente che annunciava un disavanzo in sanità di oltre 243 milioni con queste parole: ‘Immaginavo un conto in rosso profondo, ma numeri di questa proporzione ci hanno letteralmente sconvolto’.

Quell’allarme, secondo Romizi, si è poi sgonfiato al tavolo tecnico con il Mef e davanti alla Corte dei Conti“Simbolicamente, trova il suo epilogo nelle dichiarazioni del Presidente della Corte dei Conti, Antonello Colosimo - ha affermato il leader azzurro -, il quale ha detto: ‘La certificazione del tavolo MEF era sui 40 milioni. Noi ci siamo trovati davanti a una manovra molto più consistente. Un margine di manovra perché la giunta Proietti possa rideterminare o valutare, pensandoci meglio, una migliore allocazione delle risorse e una riduzione del peso sulla comunità umbra a mio avviso c’è’. Per Romizi, è la prova lampante che “questa tassazione è ingiusta e ingiustificata nei presupposti” e che “mina inesorabilmente la fiducia tra cittadini e istituzioni”.

Da centrodestra e civici lanciata una mobilitazione "oltre gli schieramenti"

La strategia comunicativa della coalizione è chiara: presentarsi non come un cartello di partiti, ma come il megafono di un malessere diffuso“Da qui la necessità di una mobilitazione civile - ha spiegato Romizi -. Un invito a combattere quel sentimento di rassegnazione dilagante. Metteremo in atto un dissenso pacifico, civile e costruttivo. Un'azione partecipata che lasci posto alla voce dei cittadini”.

L’appello è esplicitamente trasversale“Chi riconosce il valore di questa iniziativa, al di là del proprio orientamento politico, ma come cittadini, ci sostenga”, ha concluso Romizi, indicando il link per la firma online (https://c.org/s8pZWZPR2Q). Marchetti ha aggiunto un elemento concreto, sostenendo che ai gazebo della Lega abbiano già firmato anche amministratori locali di area centrosinistra, segnale di un disagio che supera i confini di partito.

La scommessa del centrodestra è ora tutta sul territorio. Nei prossimi mesi l’azione si articolerà in centinaia di banchetti, incontri pubblici e iniziative locali in tutti i comuni, in una corsa contro il tempo per dimostrare alla giunta Proietti che il costo politico di quella manovra potrebbe essere più alto del previsto. Hanno messo nel mirino non una semplice aliquota, ma la credibilità delle sue premesse, convinti che sia lì la chiave per coinvolgere una comunità che, dicono, si sente presa in giro e tartassata.

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Federico Zacaglioni
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