Sono due gli operatori sociali indagati per la morte di Nevila Toma, 47 anni, la paziente seguita dai servizi di salute mentale caduta il 14 novembre dal pulmino di una cooperativa sociale mentre percorreva la Flaminia, nel tratto compreso tra Trevi e Campello sul Clitunno. La Procura di Spoleto ha aperto un fascicolo per omicidio stradale, un’ipotesi formulata in questa fase preliminare per circostanziare con precisione eventuali profili di responsabilità da parte degli accompagnatori presenti a bordo.
L’iscrizione degli operatori nel registro degli indagati - atto che non implica alcuna presunzione di colpevolezza, ma necessario a garantire pienamente le prerogative difensive - consente ora agli inquirenti di procedere con tutti gli accertamenti tecnici e medico-legali indispensabili a ricostruire la dinamica dell’incidente.
Secondo gli accertamenti preliminari svolti dalla polizia stradale, la dinamica sembrerebbe riconducibile all’apertura del portellone da parte della stessa 47enne, che sarebbe poi caduta dal mezzo in movimento. La caduta le ha provocato traumi gravissimi, risultati fatali nel giro di poche ore. Un’ipotesi che ora dovrà essere verificata attraverso:
l’analisi dei dispositivi di sicurezza del mezzo,
eventuali rilievi cinematici,
le risultanze dell’autopsia.
Il pulmino è stato posto sotto sequestro e verrà sottoposto a una perizia tecnica per valutare il funzionamento di blocchi porte, sistemi di ritenuta e apertura di emergenza.
L’impatto al suolo ha causato lesioni immediatamente giudicate critiche dagli operatori accorsi sul posto. Sul tratto della Flaminia tra Trevi e Campello è intervenuto l’elisoccorso Nibbio, che ha trasferito la paziente in codice rosso all’ospedale “Santa Maria” di Terni. Il personale sanitario ha disposto il ricovero urgente in Rianimazione, con prognosi riservata, a causa di una severa emorragia cerebrale. Le sue condizioni sono peggiorate rapidamente e la donna è deceduta nella notte tra il 14 e il 15 novembre.
Nel pomeriggio di lunedì l’incarico conferito dalla Procura al medico legale Luca Tomassini ha portato all’esecuzione dell’autopsia, l’atto fondamentale per determinare:
la compatibilità delle lesioni con la dinamica ipotizzata,
eventuali fattori contributivi,
il nesso causale tra caduta e decesso.
Le conclusioni della perizia saranno depositate nelle prossime settimane.
La scelta della Procura di configurare, in questa fase, il reato di omicidio stradale risponde a una prassi consolidata ogni volta che una morte si verifica a bordo di un veicolo in movimento. La fattispecie introdotta nel 2016 contempla specifiche aggravanti connesse alla conduzione o alla gestione del mezzo e alla tutela della sicurezza dei trasportati, principi ritenuti centrali anche quando l’accompagnatore non sia un autista professionale.
Si tratta tuttavia di un’impostazione cautelare e provvisoria: nel corso delle indagini il pubblico ministero, Federica Filippi, valuterà gli esiti degli accertamenti tecnici e medico-legali e potrà riformulare l’ipotesi di reato. Qualora emergessero elementi riconducibili a omissioni nella sorveglianza o nell’assistenza di una persona vulnerabile, la contestazione potrebbe essere orientata verso l’omicidio colposo.
Le determinazioni successive dipenderanno quindi dalle risultanze peritali, dai rilievi sulla dinamica e dagli esiti dell’autopsia, necessari per chiarire compiutamente responsabilità e concause dell’accaduto.
Gli operatori iscritti nel registro degli indagati prestano servizio per una cooperativa con sede nel Nord Italia, attiva anche in Umbria nella gestione di servizi socio-sanitari. La loro posizione è al momento al vaglio della Procura, che sta svolgendo accertamenti tecnici e ricostruzioni probatorie per chiarire il quadro fattuale.
Tra gli aspetti oggetto di verifica da parte degli inquirenti figurano, in particolare:
se la paziente fosse sottoposta a una vigilanza adeguata alle sue condizioni;
se i protocolli di sicurezza e le procedure operative della cooperativa siano stati correttamente applicati;
se il mezzo utilizzato risultasse idoneo al trasporto di persone con fragilità e dotato dei necessari dispositivi di sicurezza;
se fossero presenti presidi contenitivi o altri dispositivi di prevenzione idonei a evitare cadute o situazioni di rischio.
Si ricorda che la fase è ancora preliminare: ogni eventuale responsabilità, anche di carattere indiretto, potrà essere circoscritta soltanto al termine delle perizie tecniche, degli esami medico-legali e degli ulteriori accertamenti disposti dagli inquirenti.