24 Nov, 2025 - 14:50

Umbria, aumentano i reati di violenza sulle donne: la Procura di Perugia intensifica il monitoraggio dei processi e le azioni di prevenzione

Umbria, aumentano i reati di violenza sulle donne: la Procura di Perugia intensifica il monitoraggio dei processi e le azioni di prevenzione

La Procura generale di Perugia evidenzia un “costante aumento” dei reati legati alla violenza sulle donne in Umbria. Il report, diffuso in prossimità della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (25 novembre), traccia un quadro allarmante che richiede un impegno organico, strutturato e continuativo da parte degli uffici giudiziari, delle forze dell’ordine e dei servizi territoriali di supporto.

Il fenomeno assume una duplice valenza - numerica e sociale: l’incremento delle denunce per maltrattamenti, stalking e violenza domestica non si limita a tradurre un mero aumento statistico dei casi, ma mette in evidenza fragilità profonde nelle relazioni e dinamiche di controllo coercitivo che richiedono interventi integrati.

Per questo, sottolineano i magistrati, è indispensabile rafforzare strategie coordinate sul territorio - dai protocolli di intervento immediato e dall’accesso tempestivo a misure di protezione, fino al rafforzamento della rete dei centri antiviolenza e alla formazione specialistica degli operatori - con l’obiettivo di tutelare le vittime, accelerare i percorsi investigativi e prevenire il ripetersi degli episodi.

Sottani: “Ferita aperta nel tessuto sociale, rafforzare attenzione e coordinamento sugli episodi di violenza”

Il procuratore generale Sergio Sottani ha richiamato l’attenzione sull’impegno degli uffici requirenti del distretto nell’affrontare i reati inclusi nel cosiddetto Codice rosso, ponendo in evidenza la dimensione sociale e umana del fenomeno. "L'attenzione operativa degli uffici requirenti del distretto sui reati rientranti nel cosiddetto Codice rosso, con particolare riguardo ai casi di violenza domestica e di genere. Sottolineando che nonostante ciò, questa tipologia criminale continua a rappresentare una ferita aperta nel tessuto sociale."

Sottani ha inoltre illustrato le misure organizzative attivate per migliorare la gestione dei procedimenti: l’adozione di sistemi di vigilanza sui processi e il monitoraggio giudiziario, pensati come strumenti operativi per orientare le priorità investigative e supportare decisioni più tempestive. "Per orientare interventi più efficaci e consolidare buone prassi" - ha precisato - sottolineando che tali strumenti sono concepiti nel rispetto dell’autonomia degli uffici. Secondo il procuratore, il modello operativo messo a punto ha già fornito riscontri positivi nella gestione e nel coordinamento tra uffici giudiziari, contribuendo a rendere più celere e organica la risposta istituzionale a episodi di violenza di genere.

Rimane tuttavia, ha aggiunto Sottani, la necessità di un impegno costante e integrato per trasformare le buone pratiche in risultati tangibili a tutela delle vittime.

Codice Rosso in Umbria, numeri e gravità del fenomeno

Le ultime relazioni semestrali inviate alla Procura generale della Cassazione evidenziano un aumento significativo delle denunce relative ai reati disciplinati dal cosiddetto Codice Rosso: nel distretto umbro sono state registrate oltre 1.200 segnalazioni nel periodo di riferimento. L’incremento più rilevante riguarda in particolare i maltrattamenti in ambito familiare, lo stalking e le forme di violenza psicologica, indicatori di un fenomeno diffuso che va ben oltre la dimensione episodica, rivelando una persistenza e una complessità che richiedono interventi strutturati e coordinati.

A rendere ancora più drammatica la fotografia del territorio è il primo femminicidio del 2025 registrato nel comprensorio di Perugia: un episodio che ha provocato forte commozione nell’opinione pubblica e ha riacceso l’urgenza di interventi tempestivi e più incisivi. La convergenza tra l’aumento dei dati statistici e la gravità di casi limite evidenzia la natura strutturale del fenomeno, mettendo in luce l’esigenza di misure articolate e integrate che trascendano la mera repressione giudiziaria, rafforzando contestualmente prevenzione, protezione e percorsi di sostegno specialistico destinati alle vittime.

Sinergie interistituzionali e monitoraggio dei processi: il nuovo assetto per la protezione delle vittime

Le procure umbre hanno potenziato le sinergie interistituzionali attraverso protocolli e accordi operativi che istituiscono percorsi dedicati e un coordinamento sistematico tra uffici giudiziari, forze dell’ordine, servizi sociosanitari e centri antiviolenza. 

Le intese mirano a garantire una risposta più tempestiva ed efficace alle segnalazioni, uniformando procedure, velocizzando l’attivazione di misure cautelari e rafforzando i canali di comunicazione tra i soggetti coinvolti.

“È stato attivato un sistema di vigilanza sui processi, che rileva dinamiche, ritardi e pratiche virtuose senza interferire con l’autonomia dei singoli uffici: un modello utile a orientare interventi più efficaci e consolidare buone prassi,” ha spiegato Sottani, ribadendo l’importanza di una gestione coordinata delle indagini e dei procedimenti giudiziari.

Il dispositivo operativo previsto dai protocolli comprende, tra l’altro, flussi informativi dedicati per la condivisione tempestiva degli elementi probatori, gruppi di lavoro multidisciplinari per la valutazione dei rischi, e percorsi di ascolto e accompagnamento per le vittime finalizzati a garantire tutela immediata e sostegno psicologico. Al contempo si promuove la formazione specialistica di magistrati, investigatori e operatori dei servizi sociali per migliorare l’accoglienza delle denunce e l’efficacia degli interventi.

L’obiettivo dichiarato è duplice: da un lato contenere i tempi procedurali e ridurre le discontinuità investigative che possono compromettere la protezione delle persone offese; dall’altro consolidare pratiche virtuose trasferibili tra uffici, così da rendere più omogeneo l’approccio giudiziario e operativo sull’intero territorio regionale.

Ascolto, protezione e reinserimento: la società civile spinge per percorsi concreti a favore delle vittime

Centri antiviolenza, associazioni locali e organizzazioni del privato sociale ribadiscono l’urgenza di potenziare percorsi integrati di ascolto, accoglienza e accompagnamento per le vittime di violenza. Oltre alla pronta attivazione di misure cautelari, le strutture chiedono investimenti stabili per servizi di primo intervento, accoglienza notturna, sostegno legale e accompagnamento psicologico, nonché per la formazione specialistica degli operatori che raccolgono le denunce.

Le campagne di prevenzione rivolte a scuole, famiglie e comunità locali vengono considerate un presidio imprescindibile per incidere alla radice su comportamenti, atteggiamenti e stereotipi culturali che alimentano la violenza di genere.

In questo quadro, informazione mirata, educazione all’affettività e percorsi formativi strutturati negli istituti scolastici rappresentano strumenti strategici per promuovere una cultura del rispetto e contrastare la normalizzazione della violenza.

Parallelamente, gli operatori del settore sollecitano l’adozione di una strategia integrata capace di coniugare la tutela immediata delle vittime con percorsi strutturati di uscita dalla violenza - dal reinserimento lavorativo al sostegno abitativo e all’autonomia economica - al fine di garantire una protezione effettiva e durevole e favorire un pieno recupero sociale e professionale.

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Francesco Mastrodicasa
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