A pochi giorni da quanto accaduto a Hekuran Cumani, è finita con sei denunciati la rissa scoppiata all’esterno di un locale di Umbertide (Perugia) nella notte di sabato 27 settembre. Quando le pattuglie della Compagnia Carabinieri di Città di Castello sono arrivate sul posto, allertate da una chiamata al Numero Unico di Emergenza 112, i protagonisti si erano già dileguati tra le vie della cittadina altotiberina.
Solo brandelli di racconti concitati e qualche traccia a terra: elementi utili ma insufficienti, nell’immediato, per stringere il cerchio. È stato l’avvio di un lavoro d’indagine paziente, partito tra la folla che defluiva e proseguito per giorni negli uffici della Stazione di Umbertide.
I militari hanno incrociato le testimonianze dei presenti con le immagini dei sistemi di videosorveglianza pubblici e privati che coprono l’area. Un mosaico progressivo, nel quale i frame estratti dalle telecamere e i racconti di chi ha assistito alla zuffa hanno permesso di delineare con precisione persone e ruoli. Al termine dell’attività, i Carabinieri sono riusciti a identificare compiutamente sei giovani, tutti tra i 17 e i 25 anni, tra cui un minorenne.
Secondo quanto ricostruito, il gruppo si sarebbe affrontato a colpi e spintoni dopo un diverbio degenerato, innescando una rissa breve ma violenta, sufficiente a creare allarme tra i residenti e ad attirare l’attenzione di chi si trovava nei locali vicini.
Nel corso della notte, due ragazzi si sono presentati autonomamente al Pronto soccorso dell’ospedale di Umbertide con contusioni multiple. Per entrambi i medici hanno stilato una prognosi di dieci giorni; uno di loro, un 22enne del posto, è risultato estraneo ai fatti e sarebbe rimasto coinvolto accidentalmente nella concitazione. La Stazione di Umbertide ha trasmesso gli atti alle competenti Autorità giudiziarie: la Procura della Repubblica di Perugia e la Procura per i Minorenni.
Per i sei identificati è scattato il deferimento in stato di libertà per l’ipotesi di rissa, in attesa delle valutazioni dell’autorità giudiziaria. Come da prassi, eventuali ulteriori responsabilità – personali o patrimoniali – potranno emergere con l’avanzare del procedimento.
Il caso si inserisce in un quadro di attenzione costante ai fenomeni di violenza giovanile e di turbativa dell’ordine pubblico nei fine settimana. La Compagnia di Città di Castello, fanno sapere dall’Arma, ha intensificato i passaggi nelle aree della movida con pattuglie appiedate e automontate, controlli a locali e spazi di aggregazione, verifiche su eventuali situazioni a rischio. L’obiettivo, sottolineano i Carabinieri, è duplice: prevenire episodi analoghi e intervenire con rapidità quando l’ordine pubblico viene messo in discussione, ricostruendo la catena degli eventi e individuando i singoli responsabili.
L’episodio di Umbertide riporta l’attenzione sulla necessità di un presidio continuo nelle aree della movida e di una collaborazione stretta tra forze dell’ordine, gestori dei locali e cittadini. Dall’Arma arriva l’invito a segnalare tempestivamente al 112 ogni lite che sta degenerando e a mettere a disposizione, quando presenti, filmati e immagini utili: strumenti che si sono rivelati decisivi per ricostruire cronologie, individuare responsabilità e tutelare le persone coinvolte.
In parallelo, i Carabinieri ricordano alcune buone pratiche: gestione ordinata dei flussi all’uscita dei locali, attenzione particolare agli assembramenti nelle fasce notturne, sensibilizzazione dei più giovani sul rispetto delle regole e sull’impatto che anche pochi minuti di violenza possono avere sulla comunità. È un lavoro di prossimità che passa da controlli visibili e da una rete di relazioni sul territorio: la stessa che, nella notte del 27 settembre, ha permesso di unire testimonianze e videosorveglianza, fornendo alla magistratura un quadro chiaro su cui compiere le proprie valutazioni.