Il comparto turistico umbro entra in una fase di maturità mai sperimentata prima. La nuova ricerca di Agenzia Umbria Ricerche, firmata dal sociologo economico Giuseppe Coco, certifica che “il 2025 consolida un ciclo espansivo ormai strutturale”. Con oltre 6,3 milioni di presenze nei primi nove mesi, l’Umbria supera il risultato record del 2024 e si posiziona su un livello di crescita stabile, sostenuta e distribuita sui territori.
Il trend osservato da AUR colloca il turismo in Umbria in un nuovo scenario. L’analisi ricostruisce vent’anni di evoluzione dei flussi, evidenziando come le crisi del 2008/09, del sisma 2016 e della pandemia Covid-19 abbiano inciso solo temporaneamente, senza modificare la capacità strutturale della regione di generare crescita.
Negli ultimi anni, l’Umbria ha rafforzato la propria identità turistica integrando cultura, natura, percorsi esperienziali, outdoor e un’offerta di accoglienza di qualità. Uno sviluppo che nel 2024 aveva portato al massimo storico con oltre 7,3 milioni di presenze. Il 2025 si inserisce in questa traiettoria, segnando volumi che superano già quelli registrati in ogni anno tra il 2000 e il 2022.
Secondo Coco, “non si tratta di un picco, ma di una stabilità dinamica”. Una definizione che intercetta l’essenza del fenomeno: continuità dei flussi, maggiore resilienza del sistema e un avanzamento della sua capacità di adattamento.
L’effetto del Giubileo 2025 ha certamente contribuito, ma la crescita appare sostenuta da una domanda più ampia e diversificata, da una migliore visibilità della destinazione e da un’offerta che intercetta nuovi segmenti di mercato.

Le presenze turistiche dei primi nove mesi del 2025 collocano l’Umbria su un livello di attrattività superiore rispetto al passato. L’aumento rispetto al 2024 è di oltre 580 mila unità (+10%), mentre il confronto con il 2023 mostra un incremento di 825 mila presenze (+14,8%). Ancora più evidente è il salto rispetto al 2019, ultimo riferimento pre-pandemico: +1,3 milioni.
La distribuzione stagionale conferma un’evoluzione più armonica. Il secondo trimestre rappresenta la fase più espansiva, mentre il terzo trimestre consolida volumi alti, segno di una stagionalità allungata e di una estate più continua.
Questa regolarità suggerisce una trasformazione più profonda. Il sistema turistico umbro mostra oggi una stabilità operativa superiore, con una domanda meno volatile e una gestione territoriale più coerente. Per Coco, la crescita del 2025 è la prova di un “modello organizzativo che si sta istituzionalizzando”, capace di assorbire le variazioni del contesto e mantenere l’equilibrio.

Il dato degli arrivi conferma la tendenza osservata sulle presenze. Con oltre 2,34 milioni di arrivi nei primi tre trimestri, l’Umbria supera i livelli del 2024 e rafforza la propria capacità attrattiva. L’incremento è di +187 mila arrivi (+8,7%) sul 2024, di +266 mila (+12,8%) sul 2023 e di quasi +391 mila sul 2019, pari a un aumento del 20%.
Il secondo e il terzo trimestre rappresentano i poli dominanti, ma la novità risiede nella distribuzione dei flussi durante i periodi intermedi. La primavera apre la stagione con vigore, mentre l’estate consolida livelli alti senza picchi eccessivi: un segnale di maggiore continuità e di rafforzamento della domanda internazionale.
Coco rileva che “il sistema sta consolidando pratiche organizzative coerenti”, un aspetto che indica la progressiva costruzione di un vero modello territoriale. Non più un turismo dipendente dagli eventi, ma un settore capace di funzionare con regolarità e visione strategica.
Se l’andamento dei primi nove mesi dovesse confermarsi nel finale d’anno, il 2025 supererà il record del 2024, segnando una nuova soglia storica. La prospettiva del Centenario francescano 2026 aggiunge un ulteriore fattore potenziale di consolidamento.
La novità più rilevante non è però solo numerica. Il 2025 modifica il modo in cui il settore guarda a se stesso. La crescita ridisegna il campo delle possibilità, normalizza ciò che un tempo era eccezionale e indica che l’Umbria sta entrando in una fase di maturità strutturale.
Una maturità che rafforza il posizionamento competitivo della regione e apre una stagione in cui continuità, equilibrio e qualità dei flussi diventano i fattori chiave della sostenibilità turistica nel medio periodo.