05 Nov, 2025 - 14:04

Truffa del finto carabiniere, 90enne raggirata e inseguimento sulla E45: tre fermati tra Bastia Umbra e Terni

Truffa del finto carabiniere, 90enne raggirata e inseguimento sulla E45: tre fermati tra Bastia Umbra e Terni

Una telefonata allarmante, l’ennesima promessa di “aiuto” per un parente nei guai e, poco dopo, un’auto che tenta la fuga lungo la E45. È l’ultima declinazione della truffa del finto carabiniere andata in scena tra Bastia Umbra e Terni: vittima una 90enne, bersaglio ideale di un meccanismo ormai seriale.

La pronta reazione dell’Arma ha permesso di intercettare il veicolo in movimento e di recuperare i preziosi sottratti. Tre persone — un 26enne e due donne di 38 e 52 anni, tutte di origini campane — sono state arrestate per truffa aggravata in concorso; per l’uomo si aggiungono le contestazioni di resistenza a pubblico ufficiale e guida senza patente.

La trappola e la fuga interrotta sull’asse della E45

Lo schema è quello noto: il contatto telefonico, il racconto convincente di un presunto incidente che coinvolgerebbe un familiare, l’urgenza di “sanare” la situazione consegnando contanti o gioielli. La 90enne di Bastia Umbra, disorientata dall’ansia, ha ceduto i propri monili a una donna presentatasi come incaricata del ritiro. I complici, alla guida di un’auto a noleggio, si sono quindi allontanati.

Dalla centrale operativa è partita immediatamente la segnalazione con i primi elementi utili: modello e targa del mezzo sono stati ricostruiti incrociando le prime verifiche con le immagini della videosorveglianza comunale e i sistemi di lettura targhe. L’allerta è arrivata a tutte le pattuglie sul territorio. Una gazzella della Compagnia di Terni ha agganciato il veicolo in marcia all’altezza dello svincolo di San Gemini, intimando l’alt: il conducente ha proseguito tentando manovre elusive, fino a quando la corsa è stata bloccata poco dopo l’uscita, senza feriti.

Durante l’inseguimento una delle due donne ha cercato di disfarsi di un sacchetto lanciandolo dal finestrino; il plico, recuperato dagli operanti, conteneva i gioielli sottratti alla pensionata. Gli accertamenti successivi hanno permesso di individuare nella 38enne la persona che aveva materialmente ricevuto i preziosi dalla vittima.

Misure cautelari e indagini: il quadro giudiziario

Concluse le formalità, i tre sono stati accompagnati nelle case circondariali di Terni e Perugia in attesa dell’udienza di convalida. Il giudice ha convalidato gli arresti, applicando la custodia cautelare in carcere per il 26enne — già gravato da precedenti — e imponendo alle due donne, entrambe incensurate, l’obbligo di dimora nei rispettivi comuni di residenza in Campania e la presentazione periodica alla polizia giudiziaria. La refurtiva è stata restituita alla legittima proprietaria. Gli investigatori stanno passando al setaccio eventuali collegamenti con altri episodi simili registrati in Umbria e nelle regioni confinanti, perché l’uso di auto a noleggio e la ripetizione della stessa tecnica suggeriscono una modalità operativa itinerante. Il procedimento è nella fase delle indagini preliminari: fino a una sentenza definitiva, per gli indagati vale la presunzione di innocenza.

Truffe agli anziani: segnali d’allarme e consigli utili

Il caso di Bastia Umbra è lo specchio di un fenomeno che colpisce con insistenza i cittadini più fragili. I truffatori sfruttano l’emotività, costruendo storie verosimili su incidenti, denunce o spese urgenti, spesso spacciandosi per forze dell’ordine o per operatori di enti pubblici.

Alcuni elementi possono fare la differenza. 

  • Primo: nessun Carabiniere o pubblico ufficiale chiede denaro o gioielli per “risolvere” pratiche giudiziarie; davanti a richieste di questo tipo, chiudere la telefonata è la scelta giusta.
  • Secondo: non aprire a sconosciuti che si presentano senza appuntamento, anche se indossano abiti formali o mostrano tesserini; verificare sempre chiamando i numeri istituzionali.
  • Terzo: condividere il dubbio con un familiare o un vicino prima di prendere decisioni, perché il confronto aiuta a smontare l’urgenza costruita ad arte.
  • Quarto: in caso di contatto sospetto, annotare orario, eventuale nome utilizzato e dettagli del racconto, quindi avvisare subito il 112.

La collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine, insieme alla diffusione di buone pratiche, resta l’arma più efficace per prevenire raggiri che, oltre al danno economico, lasciano spesso ferite psicologiche profonde. In questo episodio la rapidità di analisi e di intervento ha permesso di fermare la fuga e restituire i beni alla vittima; trasformare questa prontezza in consapevolezza diffusa è il passo successivo per ridurre lo spazio d’azione dei truffatori.

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Giorgia Sdei
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