La sezione Federcaccia di Gubbio ha celebrato un evento storico: l’adesione di tre giovani cacciatrici eugubine, un primato in tutta la provincia di Perugia. Lynn Di Bacco, Valentina Minelli e Valentina Pompei, dopo un rigoroso percorso di formazione e un impegnativo esame regionale, hanno ufficialmente ottenuto il porto d’armi per uso caccia il 28 febbraio 2024.
Lo pubblica oggi il quotidiano online Cronaca Eugubina.
L’evento rappresenta un record provinciale, poiché nessun’altra sezione della provincia di Perugia può vantare un numero così significativo di donne cacciatrici. Questo testimonia come la passione per la caccia, tradizionalmente considerata un’attività maschile, stia evolvendo verso una dimensione sempre più inclusiva, coinvolgendo anche le nuove generazioni.
Il presidente della Sezione Federcaccia di Gubbio, Alessio Casagrande, ha espresso grande soddisfazione per questa adesione
Il Presidente della sezione Federcaccia di Gubbio, Avvocato Alessio Casagrande, ha espresso grande soddisfazione per questa adesione, sottolineando come la sezione eugubina, intitolata alla memoria del Maestro e giudice cinofilo Aldo Cavicchi, sia la terza più grande in Umbria dopo Perugia e Città di Castello, contando oltre 500 associati, di cui una decina di donne.
Lo stesso Casagrande, che ricopre anche il ruolo di Vicepresidente vicario della Federcaccia regionale, ha evidenziato come Gubbio mantenga ancora oggi un ruolo centrale nel panorama venatorio umbro, grazie alla passione e alla partecipazione attiva dei suoi membri.
"La caccia singola con il cane è ancora praticata," ha dichiarato Casagrande, "ma oggi il focus principale è sulla caccia al cinghiale, che rappresenta un’occasione di aggregazione e condivisione. La caccia al cinghiale permette di vivere l’esperienza non solo come attività venatoria, ma anche come momento di amicizia e convivialità".
L’ingresso di Lynn Di Bacco, Valentina Minelli e Valentina Pompei nella Federcaccia di Gubbio non è stato un percorso semplice. Le tre giovani cacciatrici hanno dovuto affrontare un intenso iter formativo, culminato con il superamento dell’esame di idoneità presso la Regione Umbria.
Le fasi della preparazione:
- Studio approfondito della normativa venatoria, comprendente leggi nazionali e regolamenti specifici sull’attività di caccia.
- Prova di abilità al poligono di tiro, con circa 150 colpi esplosi per acquisire sicurezza e competenza nel maneggio delle armi da caccia.
- Formazione specifica con il Maestro Ernesto Castellani, esperto del settore, che ha guidato le tre giovani nel perfezionamento delle loro abilità.
- Espletamento delle pratiche burocratiche, con il rilascio del porto d’armi per uso caccia da parte della Questura di Perugia.
Il loro brillante superamento dell’esame ha suscitato entusiasmo all’interno della sede provinciale della Federcaccia, che ha accolto con entusiasmo la loro adesione, considerandola un segnale positivo per il futuro della caccia in Umbria.
L'adesione delle tra giovani eugubine a Federcaccia rappresenta un importante passo avanti in un mondo dominato da uomini
L’adesione delle tre giovani eugubine alla Federcaccia rappresenta un importante passo avanti nella crescita della presenza femminile in un mondo storicamente dominato dagli uomini. In Italia, la figura della donna cacciatrice è ancora relativamente rara, ma negli ultimi anni si è registrato un aumento dell’interesse femminile verso questa pratica.
In molte regioni, gruppi di cacciatrici stanno emergendo, contribuendo a una maggiore visibilità e accettazione del loro ruolo all'interno della comunità venatoria. La loro partecipazione è vista come una dimostrazione del fatto che la caccia non è solo una tradizione ereditata, ma anche una scelta consapevole e appassionata.
L’evento di Gubbio si inserisce in un contesto più ampio e complesso, caratterizzato da forti polemiche nazionali sulla caccia. Da anni, in Italia si assiste a un acceso dibattito tra ambientalisti, associazioni animaliste e mondo venatorio.
I principali punti di scontro riguardano:
- L’impatto ambientale della caccia, con accuse da parte di alcuni gruppi ambientalisti che la considerano una minaccia per la biodiversità e la conservazione della fauna selvatica.
- La sicurezza pubblica, soprattutto nelle aree vicine ai centri abitati, dove si sono verificati incidenti legati all’uso improprio delle armi da caccia.
- Il ruolo della caccia nella gestione faunistica, con i cacciatori che difendono la loro attività come necessaria per il controllo della popolazione di alcune specie, come i cinghiali, spesso causa di danni agricoli e incidenti stradali.
A livello legislativo, negli ultimi anni sono stati proposti diversi progetti di legge per limitare l’attività venatoria, con richieste di riduzione delle specie cacciabili, dell’estensione temporale della stagione di caccia e del numero di licenze rilasciate. Tuttavia, le associazioni venatorie, tra cui Federcaccia, hanno sempre difeso il ruolo storico e sociale della caccia, ribadendo che si tratta di un’attività disciplinata e regolamentata.
La caccia in Umbria, al di là delle polemiche, è gestita in maniera responsabile. La tradizione venatoria fa parte del territorio
La sezione Federcaccia di Gubbio, pur consapevole delle critiche e delle polemiche a livello nazionale, ribadisce che la caccia in Umbria è gestita in maniera responsabile e che la tradizione venatoria fa parte dell’identità del territorio.
L’avvocato Casagrande ha sottolineato come l’educazione venatoria e la formazione siano fondamentali per garantire un rapporto equilibrato tra caccia e tutela ambientale. "Le nuove generazioni di cacciatori," ha dichiarato, "sono più consapevoli che mai dell’importanza del rispetto della fauna e dell’ecosistema. La caccia moderna non può prescindere da una gestione sostenibile e responsabile delle risorse naturali".
L’adesione di Lynn Di Bacco, Valentina Minelli e Valentina Pompei alla Federcaccia di Gubbio rappresenta un momento significativo per la caccia in Umbria. Dimostra come questa tradizione, pur attraversando sfide e polemiche, continui a esercitare fascino e interesse anche tra le nuove generazioni.
Tuttavia, il dibattito sulla caccia in Italia rimane aperto e controverso. Il futuro dell’attività venatoria dipenderà dalla capacità di trovare un equilibrio fra tradizione e innovazione, tra passione e sostenibilità, nel rispetto sia della biodiversità che della storia culturale di territori come Gubbio, dove la caccia è molto più di una semplice attività: è parte di un’eredità che continua a evolversi nel tempo.
(Immagine da Cronaca Egubina)