 
   Tavolo interregionale tra Umbria, Toscana, Lazio e Ferrovie dello Stato: la Filt Cgil chiede attenzione ai pendolari e riapre il confronto sul futuro dei trasporti ferroviari in Umbria. L’annuncio dell’avvio di un tavolo interregionale tra Umbria, Toscana, Lazio e Ferrovie dello Stato segna una svolta importante nella gestione delle politiche infrastrutturali del Centro Italia.
Un segnale che la Filt Cgil Umbria accoglie con favore, pur con la consapevolezza che le attese del territorio sono alte e i problemi strutturali non si risolvono in pochi mesi.
“Contiamo molto su questo tavolo. Sono anni che non avviene qualcosa di così importante in termini di coesione interregionale nello sviluppo del trasporto ferroviario utile ai cittadini", spiega la segreteria regionale della Filt Cgil Umbria, che parla di “fiducia” e di un’occasione da non sprecare per dare risposte concrete a un territorio che “ha difficoltà a ripartire”.
La posizione del sindacato è chiara: serve un piano organico di collegamenti ferroviari rapidi e affidabili, in grado di connettere Perugia, Terni e Orvieto con Roma, Firenze, Napoli e Milano, senza costringere pendolari e studenti a cambi estenuanti o orari impraticabili.
Nel comunicato, la Filt Cgil Umbria lancia un appello diretto al Governo e a Trenitalia: invertire la rotta di una “politica dei trasporti nazionale che sta producendo danni strutturali”.
“L’Umbria ha bisogno di collegamenti rapidi verso l’Adriatico, Roma, Firenze, Napoli e Milano. Non deve restare isolata dal resto del Paese”, ribadisce il segretario Ciro Zeno.
Il punto più critico resta la rottura di carico alla stazione di Orte, che costringe chi viaggia da Orvieto, Terni o Perugia a cambiare treno per raggiungere Roma. Una situazione che, secondo il sindacato, penalizza in modo grave pendolari, studenti e lavoratori.
“C’è bisogno di treni diretti, senza costringere i cittadini a coincidenze impossibili o viaggi infiniti per arrivare nella Capitale” – sottolinea ancora la Filt Cgil. Dopo le 22, infatti, da Roma non partono più treni diretti verso l’Umbria, una fascia oraria scoperta che isola ulteriormente la regione e limita la libertà di movimento.
Per la Filt Cgil, questo scenario rappresenta un fallimento della politica nazionale dei trasporti, che concentra risorse sull’Alta Velocità e trascura la rete dei collegamenti regionali e intercity, essenziali per garantire il diritto alla mobilità di tutti.
Pur riconoscendo l’importanza strategica dell’Alta Velocità, la Filt Cgil Umbria invita a non ridurre la discussione ferroviaria a una sola dimensione.
“Siamo tornati a un’egemonia del governo centrale che predilige l’Alta Velocità a discapito dei treni per i pendolari, come gli Intercity, che devono essere garantiti in quanto servizio universale” – denuncia il sindacato.
Il problema, secondo la Filt, non riguarda le istituzioni locali ma “chi governa questi processi e decide gli orari dei treni: Trenitalia e il Ministero dei Trasporti”.
Serve dunque un riequilibrio nella pianificazione nazionale, per evitare che le aree interne del Paese restino escluse dai benefici della modernizzazione ferroviaria.
L’Umbria, con la sua posizione baricentrica tra Toscana, Lazio e Marche, può diventare un nodo strategico se il sistema dei collegamenti verrà ripensato in chiave integrata. L’obiettivo è una rete interregionale continua, efficiente e sostenibile, capace di connettere i territori medi con i grandi assi dell’Alta Velocità.
Il nuovo tavolo tra Umbria, Toscana, Lazio e Ferrovie dello Stato rappresenta quindi un banco di prova per la coesione interregionale. Una sfida che mette alla prova la capacità delle istituzioni di coniugare innovazione e accessibilità, sviluppo e inclusione.
“Bene l’Alta Velocità, ma è fondamentale garantire anche i servizi ai pendolari”, conclude la Filt Cgil Umbria, richiamando alla responsabilità politica chi decide strategie e investimenti.
Dietro queste parole c’è un messaggio chiaro: senza una rete ferroviaria equa e funzionale, nessun territorio può dirsi veramente connesso. L’Umbria, secondo la Filt Cgil, chiede insomma solo questo: non correre più veloce, ma correre insieme al resto del Paese.