21 May, 2025 - 14:05

Il Comune di Terni chiede il tesserino per i rider. A giugno se ne discuterà in Regione

Il Comune di Terni chiede il tesserino per i rider. A giugno se ne discuterà in Regione

C'è unità fra Regione e Comune di Terni per garantire maggiori tutele ai rider e ai clienti del food delivery. In questo senso dalla città dell'acciaio è arrivata una proposta che, se accolta, potrebbe far scuola e dare il buon esempio. Si tratta del tesserino identificativo per i ciclofattorini sul quale il Comune ha chiesto pareri sia al Ministero della Salute che alla Regione Umbria. Da quest'ultima è arrivata un'apertura e la novità verrà discussa all'inizio di giugno. 

In Italia ci sono almeno 30mila rider

Con la pandemia è esploso il fenomeno del delivery che, anche a emergenza rientrata, continua a far registrare una crescita costante. Scaricando un'app, in qualche semplice click, si ordinano pasti pronti e, sempre più spesso, anche la spesa, che arrivano a casa nel giro di poco. Dietro alle consegne c'è un sistema che alimenta un giro economico importante e dà lavoro a tanti rider. Ma quanti sono? In realtà la risposta è tutt'altro che semplice perché le stime non sono concordi. In Italia si parla di almeno 30mila rider, un numero che in Europa arriva a 5,5 milioni.

Quella dei ciclofattorini è una categoria per cui l'inquadramento lavorativo e le relative tutele, sono arrivati molto tardi. In questo senso, la prima direttiva europea ufficiale risale all'ottobre 2024. Prima di quella data, i rider vagavano in un vuoto normativo su cui, anche a causa della scarsa collaborazione dei colossi del delivery, è stato molto complesso intervenire. Inquadrati inizialmente come lavoratori autonomi a chiamata, subordinati alle richieste degli algoritmi, è apparso presto chiaro che la realtà dei fatti era ben distante. I rider sono sempre più spesso veri e propri dipendenti e per la natura del lavoro che svolgono, la questione sicurezza è stringente.

In questo clima di scarsa chiarezza, i governi locali, dai Comuni alle Regioni, spesso si sono arrangiati da soli. Incluso il Comune di Terni che mentre si sta adoperando per dare ai rider una loro casa dove riposare e rifocillarsi tra una consegna e l'altra, vuole contrastare anonimato e caporaloto con un sistema di controllo efficace e capillare come, appunto, il tesserino identificativo. Ad avanzare la proposta sono stati congintamente l'assessore allo Sviluppo Economico, Sergio Cardinali e l'assessora al Commercio, Stefania Renzi.

Un tesserino per contrastare anonimato e caporalato

"La regione dell'Umbria - così dichiara l'assessore Cardinali - ha accolto la nostra sollecitazione sui riders. Nei giorni scorsi abbiamo a più riprese scritto anche alla giunta regionale chiedendo un parere sulla nostra proposta di istituire un tesserino di riconoscimento per gli addetti alle consegne del cibo da asporto e non solo. Un modo per garantire maggiore sicurezza, rispetto delle norme igienico sanitarie, nonchè dei diritti dei lavoratori facendoli uscire dall'anonimato".

La risposta dal governo regionale, dice Cardinali, è stata "significativa" e apre a nuove possibilità. In calendario c'è già un incontro per affrontare la questione.

L'apertura da parte della Regione

"In relazione alla comunicazione in oggetto - questa la risposta della Regione - tenuto conto delle considerazioni e di quanto evidenziato nel corpo della stessa,  è convocato a Perugia per il giorno 5 giugno, dalle ore 11.30 alle 13.30, a palazzo Broletto, uno specifico incontro al fine di valutare congiuntamente con le autorità competenti direttamente coinvolte su tutto il territorio regionale le criticità manifestate, e condividere con le stesse le modalità e azioni da adottare in un'ottica di armonizzazione e uniformità".

Il tavolo, sottolineano dalla Regione, "sarà specificamente dedicato ad affrontare le problematiche di nostra competenza igienico-sanitarie. Pertanto, sono convocati esclusivamente i referenti e gli operatori che si occupano direttamente di tali aspetti, con l'obiettivo di raccogliere elementi utili per una successiva relazione al Ministero della Salute". 

 

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Sara Costanzi
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