07 Jul, 2025 - 18:30

Terni-Spoleto, nasce l’asse del Sud Umbria. E Bandecchi lancia la sfida del riequilibrio territoriale

Terni-Spoleto, nasce l’asse del Sud Umbria. E Bandecchi lancia la sfida del riequilibrio territoriale

Un’alleanza strategica per riscrivere la geografia politica dell’Umbria. Lo starter ha dato il via alla corsa al traguardo finale: un referendum istituzionale per portare Spoleto e la Valnerina ad unirsi con Terni e riequilibrare i poteri territoriali all'interno della regione. 
È quanto emerso dal summit pubblico che si è svolto oggi nella Sala Monterosso di Villa Redenta, a Spoleto, dove il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, ha rilanciato l’ipotesi di una nuova provinciaTerni-Spoleto”, fondata su una logica di riequilibrio territoriale, amministrativo e politico.

All’appuntamento, promosso dall’associazione Prima Spoleto, non si sono presentati i sindaci di Norcia, Boccanera, e Todi, Ruggiano, entrambi di centrodestra, oltre al primo cittadino di Spoleto, Sisti (PD). I primi due hanno risposto a una chiamata a Roma sul terremoto, mentre per la città del Festival ha preso la parola il presidente del Consiglio comunale spoletino Marco Trippetti (PD), confermando che le condizioni statutarie per l’eventuale referendum ci sono tutte: “Ora il dibattito è aperto”.

Bandecchi: “Non esistono cittadini di serie A e B, Spoleto merita più rappresentanza”

Nel suo intervento, il primo cittadino ternano, Stefano Bandecchi, è andato dritto al punto: “Non possiamo accettare che ci siano cittadini penalizzati per ragioni geografiche. I cittadini di serie B siete voi di Spoleto: troppo lontani da Perugia, troppo poco ascoltati”. E ha aggiunto: “Il rapporto tra sindaci e Regione non funziona. Le province sono state depotenziate, ma vanno rafforzate, non eliminate. Occorre un livello istituzionale che risponda ai bisogni del territorio”.

Bandecchi ha parlato da “cittadino italiano”, come lui stesso ha sottolineato, rivendicando una visione pragmatica e trasversale: “La proposta della nuova provincia va oltre destra e sinistra. Serve a rimettere in moto il Sud dell’Umbria”. Un riferimento diretto anche alla Regione Umbria, accusata di “non promuovere adeguatamente” l’area ternana, mentre “le politiche turistiche e infrastrutturali premiano quasi sempre il nord della regione”.
Presenti per il Comune di Terni anche gli assessori Sergio Cardinali, Viviana Altamura e Alessandra Salinetti. A testimoniare il rilievo che Palazzo Spada ha dato all'iniziativa. 

Una nuova provincia per rappresentare e sviluppare il Sud dell’Umbria: la visione di Prima Spoleto

Nel corso dell’incontro, l’associazione Prima Spoleto ha illustrato i motivi per cui l’ipotesi della nuova provincia - che "non sarebbe “sotto Terni” ma affiancata a Terni "- può rappresentare un’opportunità concreta per il territorio.

Tra i vantaggi strategici elencati:

  • Più rappresentanza politica, dopo anni senza consiglieri provinciali;

  • Maggiore accesso ai fondi regionali ed europei;

  • Sinergie in campo turistico, con Spoleto come perno culturale e Terni come porta industriale;

  • Miglior coordinamento su infrastrutture, lavoro e sanità;

  • Valorizzazione del contratto d’area Terni-Narni-Spoleto, già sperimentato in passato.

È ora di dire basta a decenni di marginalizzazione", hanno detto i promotori dell'iniziativa. " L’esempio di Pesaro-Urbino ci dimostra che si può costruire un asse vincente tra città diverse ma complementari”, ha sottolineato il portavoce del comitato.

Il progetto 300mila e la visione di area vasta: l’Umbria si ridisegna

La proposta rientra in un disegno più ampio già lanciato da Bandecchi in campagna elettorale con il progetto 300mila, che punta a incrementare la popolazione della provincia ternana e costruire un’area vasta capace di contare di più nei rapporti istituzionali, economici e strategici. “Non è solo un sogno, ma una possibilità reale. Dobbiamo avere il coraggio di ripensare l’Umbria, ridurre gli squilibri e valorizzare territori dimenticati”, ha affermato il sindaco Bandecchi.

L’incontro di Spoleto, al di là delle appartenenze politiche, segna l’inizio di un percorso. Un confronto pubblico che potrà sfociare in un referendum consultivo, già previsto nei regolamenti comunali spoletini, qualora vi sia una convergenza politica e popolare.

In sintesi, il summit di Villa Redenta ha acceso i riflettori su una questione rimasta a lungo sottotraccia ma che ora si impone nel dibattito regionale: il riassetto istituzionale dell’Umbria, per una nuova governance più equa, efficiente e vicina ai cittadini. La sfida è lanciata. E, per Bandecchi, “sognare è lecito, ma organizzarsi per realizzare quel sogno è un dovere politico”. Obiettivo: referendum. 

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Federico Zacaglioni
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