Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una notizia proveniente da Terni offre un’ulteriore occasione di riflessione sulla distanza che ancora separa il principio del rispetto reciproco dalla sua piena applicazione nei contesti quotidiani. All’Ast Arvedi, uno dei poli industriali più importanti della città, un dipendente con incarico di quadro è stato licenziato dopo aver colpito una collega con uno schiaffo durante una discussione legata a tematiche lavorative. L’episodio, come riportato dall’Ansa, è stato immediatamente valutato dall’azienda come una condotta grave e incompatibile con i valori interni, portando all’adozione delle misure cautelative e, successivamente, del provvedimento disciplinare.
Secondo una prima ricostruzione, la discussione sarebbe nata nel corso di un confronto tecnico tra vari colleghi. Il gesto - uno schiaffo rivolto alla collega - sarebbe avvenuto in modo improvviso. L’azienda ha ribadito la linea seguita: il rispetto, la tutela delle persone e un clima professionale equilibrato sono definiti “valori irrinunciabili”, mentre “ogni condotta che si discosti da tali principi viene trattata con la massima serietà”, spiegano fonti interne. L’episodio porta nuovamente all’attenzione pubblica la necessità di interventi costanti, non solo di natura simbolica ma soprattutto culturale e organizzativa, affinché luoghi di lavoro, scuole, istituzioni e ambiente domestico siano spazi in cui il rispetto sia reale e riconosciuto.
La Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, celebrata il 25 novembre, è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite attraverso la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999. La scelta della data non è casuale: ricorda il brutale assassinio delle sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Dominicana uccise il 25 novembre 1960 per ordine del regime di Rafael Trujillo. Da quell’episodio, riconosciuto come uno dei simboli della violenza di genere nella storia contemporanea, è nato un movimento internazionale che ha portato all’adozione della giornata come ricorrenza globale.
Le Nazioni Unite invitano governi, istituzioni, ONG e cittadini a organizzare iniziative per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla necessità di contrastare ogni forma di violenza contro donne e ragazze. La violenza di genere viene trattata come una questione sociale e culturale, radicata nelle dinamiche di potere e nella disparità tra i generi, e quindi come una violazione dei diritti umani fondamentali.
Il 25 novembre segna anche l’inizio dei “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere”, una campagna internazionale lanciata nel 1991 dal Center for Women’s Global Leadership (CWGL). Queste due settimane culminano il 10 dicembre, Giornata mondiale dei diritti umani, sottolineando come la tutela delle donne sia parte integrante della tutela dei diritti umani universali.
Durante i 16 giorni ricorrono altre date significative, tra cui:
Dal 2014 la campagna ONU utilizza lo slogan “Orange the World” e il colore arancione come simbolo di un futuro libero dalla violenza. In molte iniziative italiane, invece, prevale il colore rosso, accompagnato da un simbolo potente: le scarpe rosse. L’installazione “Zapatos Rojos”, ideata dall’artista messicana Elina Chauvet nel 2009, è stata replicata in tutto il mondo e rappresenta le donne vittime di violenza e femminicidio tramite file di scarpe vuote esposte in spazi pubblici.
In Italia la ricorrenza è sostenuta da centri antiviolenza, associazioni, enti locali e istituzioni, con un ampio calendario di eventi, dibattiti, spettacoli, testimonianze e campagne educative. L’obiettivo è duplice: da un lato sensibilizzare sulla prevenzione, dall’altro potenziare gli strumenti di supporto e protezione per chi subisce violenza.