La Regione Umbria mette sul piatto 1,878 milioni di euro per salvare e completare la riqualificazione del quartiere San Valentino a Terni. Un intervento chiave, agganciato al programma nazionale “Sicuro, verde e sociale” finanziato dal Fondo complementare al PNRR, che impedisce la perdita di un cantiere strategico da 14,5 milioni complessivi e rimette al centro il tema dell’edilizia residenziale pubblica come leva di politica industriale urbana.
Lo stanziamento regionale copre integralmente il cofinanziamento che a livello comunale non era stato garantito, evitando lo stallo di un’opera già assegnata a Terni nell’ambito del piano nazionale. La scelta di concentrare 1,878 milioni sul dossier San Valentino consente di chiudere il quadro economico e di avviare un pacchetto di interventi che coniuga efficienza energetica, sicurezza e qualità architettonica.
Il progetto, sviluppato da Ater Umbria insieme alla Regione e al Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, prevede la demolizione degli edifici più degradati e la costruzione di 33 nuovi alloggi ERP, oltre a una piazza di quartiere, spazi verdi e un parcheggio interrato. Non è solo edilizia: è un ridisegno degli spazi pubblici capace di riconnettere un’area storicamente isolata, nata per gli operai delle acciaierie e poi segnata da anni di marginalità. Non a caso, la proposta è stata premiata con il Premio Urbanistica 2023 per qualità e innovazione, a conferma della sua coerenza con gli standard contemporanei di rigenerazione urbana.
Dal punto di vista dei conti pubblici, l’intervento ha due effetti immediati: tutela un finanziamento nazionale già assegnato (evitando di dover restituire risorse e ripartire da zero) e attiva filiere locali su costruzioni, impianti e servizi, con occupazione diretta e indotto. La scala è medio‑grande per un quartiere: 14,5 milioni tra fondi PNRR e quota regionale, che si traducono in cantieri, forniture, progettazione, sicurezza, servizi di cantiere e future gestioni.
Sul fronte sociale, l’aumento dell’offerta di alloggi pubblici di nuova generazione riduce il mismatch tra domanda e disponibilità, migliora le performance energetiche (con ricadute sulle bollette delle famiglie) e restituisce valore immobiliare e reputazionale a una porzione di città. È la logica “sicuro, verde, sociale”: antisismica e sicurezza, efficienza e verde, servizi e coesione. In prospettiva, la nuova piazza e gli spazi aperti generano economie di prossimità: commercio di quartiere, micro‑servizi, terzo settore.
La decisione di Palazzo Donini è stata costruita su un riequilibrio interno di risorse rimaste disponibili nel programma. Come spiegato dall’assessore alle Politiche abitative Fabio Barcaioli: "La somma è stata reperita all’interno del bilancio regionale, attingendo a un tesoretto di risorse rimaste disponibili nell’ambito del programma “Sicuro, verde e sociale”. La Giunta ha scelto di indirizzare quasi l’intero importo su Terni, puntando tutto sul completamento del progetto".
Un passaggio politico netto, che evita la dispersione dei fondi e presidia un obiettivo misurabile: consegnare case, spazi e servizi. Barcaioli ha sottolineato inoltre: "La Regione ha scelto di intervenire con decisione per evitare che un progetto strategico andasse perduto". E ha ribadito il perimetro valoriale dell’operazione: "San Valentino sarà un quartiere nuovo, dove l’abitare torna ad essere un diritto e non un privilegio".
Con la copertura finanziaria assicurata, la partita si gioca ora sui tempi e sulla capacità realizzativa. Il cronoprogramma dovrà coordinare demolizioni, nuove costruzioni, urbanizzazioni e allestimento degli spazi pubblici, minimizzando l’impatto su residenti e attività. Ater Umbria sarà il soggetto attuatore in raccordo con Regione e Comune, mentre i monitoraggi PNRR richiedono milestone chiare e rendicontazioni puntuali.
La vera sfida, oltre ai cantieri, sarà consolidare la gestione post‑intervento: manutenzione programmata, regole di convivenza, attivazione di servizi di comunità. Solo così gli investimenti rimangono nel tempo. Per Terni, San Valentino può diventare un caso scuola: dalla crisi di risorse alla messa a terra, un laboratorio di rigenerazione che unisce qualità progettuale, sostenibilità e inclusione, e che mette l’Umbria in scia alle migliori pratiche europee.