Il futuro dell’Umbria del Sud passa per un nuovo asse strategico con Roma. Lunedì 25 novembre, nella Sala del Carroccio in Campidoglio, istituzioni, accademici e imprese metteranno a fuoco le condizioni per trasformare una visione nel primo passo operativo verso un collegamento rapido tra la città di Terni e la Capitale. L’appuntamento, intitolato “Terni: Il Respiro di Roma” e promosso dal Think Tank Terni e dal consigliere comunale del Gruppo Misto Guido Verdecchia (ex capogruppo di Alternativa Popolare), punta a costruire un tavolo tecnico permanente tra Ministero, Regioni e Comuni. Obiettivo dichiarato: arrivare a un sistema di mobilità integrato che consenta di raggiungere Roma in 40 minuti, con ricadute strutturali sulla qualità della vita e sui nuovi equilibri socioeconomici dell’Umbria meridionale.
La scelta di ospitare la giornata di lavori in Campidoglio, nello spazio istituzionale della Sala del Carroccio, non è casuale. Segnala l’interesse politico di portare a Roma un dossier che negli ultimi anni ha avuto un andamento intermittente, pur rappresentando una delle priorità più robuste per il rilancio dell’Umbria meridionale.
A moderare l’incontro sarà Paola Idilla Carella, dopo l’apertura affidata a Carmine Barbati, vicepresidente vicario dell’Assemblea Capitolina, e al consigliere di Roma Capitale Maurizio Politi, preceduti dall’introduzione dello stesso Verdecchia, promotore dell’iniziativa. Il metodo dichiarato punta alla concretezza: ridurre la distanza funzionale tra Terni e Roma non è più presentato come un auspicio generico, ma come un traguardo che necessita di una regia tecnica con responsabilità definite.
Nel primo blocco tematico, dedicato al rapporto tra istituzioni e trasporti, si confronteranno Pasquale Ciacciarelli, assessore della Regione Lazio, Francesco Filipponi, consigliere regionale dell’Umbria, e Davide Bordoni, consigliere del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Dai loro interventi ci si attende una lettura realistica dei tempi, dei vincoli tecnici e soprattutto della volontà politica necessaria a intervenire su una linea ferroviaria strategica ma da anni priva di una programmazione organica.
La prospettiva dei “40 minuti” implica una revisione complessiva della mobilità nell’asse tirrenico-appenninico: non solo treni più veloci ma un assetto aggiornato delle tratte, degli orari e dell’integrazione con la rete regionale, in un quadro che richiede risorse e coordinamento multilivello.
Il secondo modulo del confronto analizzerà gli effetti socioeconomici di un collegamento accelerato. Interverranno il sindaco di Stroncone Giuseppe Malvetani, il presidente ANCE Terni Roberto Taddei, l’economista Giuseppe Croce e il consulente parlamentare Niccolò Di Raimondo. L’orizzonte presentato punta su un concetto chiaro: Terni può diventare una valvola di sfogo della pressione abitativa romana, offrendo costi di vita più contenuti, un sistema di servizi consolidato e una qualità ambientale competitiva per chi lavora nella Capitale ma cerca un contesto residenziale più equilibrato.
In questo scenario, le infrastrutture non sono un fine ma un acceleratore di trasformazioni economiche e culturali. Gli interventi mettono in evidenza come la città umbra possa intercettare nuova popolazione, nuovi investimenti e nuove professionalità, purché i tempi di spostamento diventino compatibili con le esigenze dei pendolari della metropoli.
Il terzo segmento sarà dedicato alle analisi scientifiche e ai processi culturali, con i contributi del sociologo Raffaele Federici e del medico chirurgo Francesco Bressi. L’ampliamento dello sguardo verso temi come percezione identitaria, qualità della vita e valore ambientale offre una valutazione meno tradizionale ma più completa: attrarre nuovi residenti non dipende solo dai fattori economici ma anche dalla capacità di un territorio di raccontarsi, posizionarsi e generare fiducia.
L’incontro in Campidoglio arriva in un momento in cui le relazioni tra Lazio e Umbria sul fronte infrastrutturale hanno conosciuto slanci isolati e pochi percorsi condivisi. La possibile istituzione di un tavolo tecnico interregionale rappresenta quindi un’opportunità per superare la fase di dibattito e passare alla fase di progettazione. “Serve un coordinamento stabile che definisca tempi e risorse”, questo il messaggio che i promotori intendono porre al centro dei lavori.
Per Terni, il potenziamento dell’asse con Roma avrebbe un impatto potenzialmente decisivo: può rafforzare l’attrattività residenziale, rilanciare l’ecosistema produttivo e ridefinire il ruolo della città come pivot dell’Umbria del Sud. Per la Capitale, aprire un corridoio funzionale verso Terni potrebbe diventare uno strumento utile a riequilibrare flussi abitativi e pendolarismo.
La sfida, come spesso accade nei grandi temi infrastrutturali italiani, sarà nella capacità di trasformare un consenso istituzionale in un piano operativo, con obiettivi verificabili. La giornata del 25 novembre offrirà un primo segnale: capire se i 40 minuti tra Terni e Roma potranno passare dalla categoria della possibilità a quella della progettazione concreta.
Per informazioni: